SOLA SCRIPTURA - Le Sacre Scritture sono l'unica, sufficiente e infallibile regola di fede.


Gesù Cristo ha detto: "Se perseverate nella mia Parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi(Giovanni 8:31,32).

Il termine "Sola Scriptura" (solo la Scrittura) designa quella dottrina che insegna che le Sacre Scritture sono l'unica, sufficiente e infallibile regola di fede. Si tratta di una dottrina umana? Ha importanza solo per protestanti ed evangelici? È una regola cristiana anche per noi oggi? In questo studio cercheremo di dare una risposta; esso è indirizzato a quanti amano il Signore con tutto il loro cuore e desiderano camminare nella Sua volontà.

L'importanza di leggere e imparare personalmente dalle Sacre Scritture come i Cristiani di Berea (v. Atti 17:11) proviene dal bisogno di conoscere Dio personalmente per ricevere la salvezza, e conoscere la Sua volontà per metterla in pratica giorno per giorno nelle nostre vite.

Tutti i credenti, qualunque sia la loro posizione nella chiesa, sono soggetti all'autorità finale di Dio, la Sacra Bibbia, ispirata da Dio in quanto Sua Parola.

Gesù disse: "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; ... Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama, e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui. ... Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato" 
(Giovanni 14:15,21,23-24).

"Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo" (Giovanni 17:3).


I Cristiani non sono mai stati senza la Scrittura come loro regola di fede


L'indimenticabile esperienza di due antichi discepoli mostra la fallacità dell'idea che i primi Cristiani non avessero la Scrittura come loro regola di fede. Tre giorni dopo la crocifissione, due discepoli di Gesù tornavano a casa. Un viaggiatore, che essi credettero essere uno straniero, si unì a loro nel cammino. La conversazione presto si volse agli eventi che avevano appena avuto luogo in Gerusalemme. Con profondo dolore, quei discepoli raccontarono come i capi sacerdoti e le autorità civili avevano condannato a morte Gesù Cristo e Lo avevano crocifisso.


Con grande sorpresa dei discepoli, lo straniero li rimproverò dicendo: "O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette!" (Luca 24:25). Quindi, cominciando da Mosè e dai profeti, lo straniero spiegò loro le verità concernenti Gesù nelle Scritture dell'Antico Testamento.

Alla fine i due discepoli si resero conto che quell'uomo non era uno straniero, ma il Signore Gesù stesso! Più tardi ricordarono: 
"Non ardeva il cuor nostro in noi mentr'egli ci parlava per la via, mentre ci spiegava le Scritture?" (Luca 24:32).

L'esperienza di quei due discepoli non fu unica. Con la venuta dello Spirito Santo alla Pentecoste, e con l'aiuto dell'insegnamento degli apostoli, i Cristiani ebrei riscoprirono le loro Scritture. La loro comune convizione era che l'Antico Testamento, propriamente interpretato, era una 
rivelazione del Cristo. Essi vi trovarono annunciazioni profetiche della vita di Gesù, dei Suoi insegnamenti, della Sua morte, e della Sua risurrezione.

Le Scritture dell'Antico Testamento servirono come standard di verità per la giovane chiesa, che comprendeva sia gli ebrei che i gentili. In breve tempo, le Scritture del Nuovo Testamento presero posto accanto a quelle dell'Antico Testamento. Di conseguenza, la chiesa primitiva non fu mai senza la Parola scritta di Dio.


Gli stessi primi "padri" della Chiesa (Ignazio, Policarpo, Clemente, Barnaba...) insegnavano la dottrina cristiana e la difendevano dalle eresie appellandosi 
unicamente all'autorità della Sacra Scrittura. E negli scritti dei primi apologeti come Giustino Martire e Atenagora si trova la stessa cosa. Non c'è in essi il benché minimo riferimento alla presunta autorità della tradizione come rivelazione separata e indipendente (per leggere le loro affermazioni vedere qui).

La Chiesa Cristiana dei primi secoli, a differenza della chiesa cattolica romana, si basava sulla sola Bibbia. L'ampio uso che facevano della Sacra Scrittura è sorprendente:

  • Ireneo (130 - 202 d.C.) ha citato 24 dei 27 libri del Nuovo Testamento, con oltre 1800 citazioni dal Nuovo Testamento.
  • Clemente di Alessandria (150 - 215 d.C.) ha citato tutto il Nuovo Testamento, tranne i libri di Filemone, Giacomo e 2 Pietro. Egli ha riportato circa 2400 citazioni dal Nuovo Testamento.
  • Tertulliano (160 - 220 d.C.) ha fatto oltre 7200 citazioni dal Nuovo Testamento.
  • Origene (185 - 254 d.C.) ha riportato quasi 18.000 citazioni del Nuovo Testamento.
Per la fine del 3° secolo, virtualmente l'intero Nuovo Testamento poteva essere ricostruito sulla base delle loro citazioni!

La Scrittura non è semplicemente la tradizione scritta


Nel descrivere le origini del Nuovo Testamento, i Cattolici insistono sul fatto che gli insegnamenti orali (tradizione) della loro chiesa hanno precedenza sugli insegnamenti del Signore (Sacra Scrittura). Spesso il Nuovo Testamento viene da essi presentato come poco più che una versione scritta della tradizione, i ricordi degli scrittori, e una parziale spiegazione degli insegnamenti di Cristo. Questo, naturalmente, eleva la tradizione allo stesso livello di autorità della Scrittura - o, più precisamente, abbassa la Scrittura al livello della tradizione.

Ma le Scritture del Nuovo Testamento sono molto più di una semplice registrazione scritta degli insegnamenti orali degli apostoli; esse sono una registrazione scritta ispirata. Una comprensione biblica del concetto di ispirazione può aiutarci a capire il significato di questa distinzione. L'apostolo Pietro scrive:
"Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo" (2 Pietro 1:20-21).
Qui vediamo che la Scrittura non è venuta "da un'interpretazione personale" (verso 20). La parola tradotta con "interpretazione" significa risolvere o spiegare. Pietro sta dicendo che nessuno scrittore del Nuovo Testamento ha semplicemente scritto la sua personale spiegazione di quello che Gesù ha insegnato o che ha fatto. La Scrittura non venne mai "dalla volontà dell'uomo" (verso 21). Non furono gli scrittori della Bibbia a decidere di scrivere delle profezie o a decidere cosa includere nella Scrittura. Piuttosto, essi furono "sospinti dallo Spirito Santo" (verso 21).

Dunque, degli uomini hanno scritto il Nuovo Testamento: "degli uomini hanno parlato" (verso 21). Il loro modo di scrivere riflette la loro personalità e le loro esperienze. Ma questi uomini "hanno parlato da parte di Dio" (verso 21). Gli uomini hanno scritto, ma Dio è l'autore.

Per questo motivo, la Scrittura è la rivelazione comunicataci perfettamente con le Parole date da Dio:
"Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2 Timoteo 3:16-17).
La frase tradotta con "ispirata da Dio" è la traduzione delle parole "Dio" e "emettere, pronunciare". Il verso può dunque essere reso con: "Tutta la Scrittura è emanata da Dio". La Scrittura può dunque essere giustamente definita la Parola di Dio.

Riducendo la Scrittura a una mera versione scritta della tradizione, i Cattolici riescono a dare risalto alla tradizione. Ma nel fare ciò, essi distorcono il significato dell'ispirazione e minimizzano la differenza essenziale tra Scrittura e tradizione.

Gesù rimproverò duramente i religiosi dell'epoca poiché essi mettevano la tradizione allo stesso livello della Scrittura, corrompendo in tal modo il fondamento stesso della verità della Parola di Dio.

In Marco 7:8,9, ad esempio, leggiamo le seguenti parole di Gesù:
"Avendo tralasciato il comandamento di Dio vi attenete alla tradizione degli uomini. ... Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra!".
Il credente non deve rivolgersi ad altre fonti dottrinali, idee umane o tradizioni, poiché solo la Sacra Scrittura è la Parola di Dio, ed essa è perfettamente sufficiente "a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completoe ben preparato per ogni opera buona" (2 Timoteo 3:16,17).

La Bibbia Contiene Ogni Rivelazione Essenziale


È vero che nel Nuovo Testamento non è riportato tutto quello che Gesù ha fatto. Giovanni lo dichiara nel suo vangelo: "Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte; se si scrivessero a una a una, penso che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero" (Giovanni 21:25).

Nel concludere il suo vangelo con questo commento, Giovanni riconosceva che la vita del Signore Gesù era stata troppo meravigliosa da poter essere messa per iscritto.

Giovanni non stava commentando lo scopo delle Scritture o il bisogno della tradizione, né stava affermando di aver tralasciato di scrivere qualche rivelazione ricevuta da Cristo. Infatti, proprio nel suo vangelo, Giovanni implica il contrario:
"Or Gesù fece in presenza dei discepoli molti altri segni miracolosi, che non sono scritti in questo libro; ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome" (Giovanni 20:30-31).
Vediamo dunque che Giovanni dichiara di aver riportato nel suo vangelo tutti gli insegnamenti di Cristo essenziali alla salvezza. Significativamente, egli non fa alcun riferimento a dottrine come i sette sacramenti, il sacrificio della Messa, la grazia santificante, la sofferenza, il purgatorio, o un'istituzione come la chiesa Cattolica Romana - tutte cose che secondo il Cattolicesimo Romano sono invece indispensabili per essere salvati!

Le Scritture, a differenza della tradizione, sono accessibili e aperte a tutti. La Bibbia è stata tradotta nei più diversi linguaggi del mondo (ad oggi, oltre 1200). È il libro più letto e diffuso della storia.

Definire la tradizione Cattolica Romana come fonte di rivelazioni extra-bibliche significa 
aggiungere alla Parola di Dio. La Scrittura ci avverte di non praticare al di là di ciò che è scritto (1 Corinzi 4:6), e di non aggiungere nulla alle parole di Dio (Proverbi 30:6).

L'ultimo libro del Nuovo Testamento termina con questo solenne avvertimento:
"Io lo dichiaro a ognuno che ode le parole della profezia di questo libro: Se alcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali le piaghe descritte in questo libro; e se alcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Iddio gli torrà la sua parte dell'albero della vita e della città santa, delle cose scritte in questo libro" (Apocalisse 22:18-19).

Ciò Che è in Dubbio è l'Autorità Della Tradizione, Non Quella Della Scrittura


Vi sono centinaia di versi nella Bibbia che stabiliscono la verità che la Parola di Dio è per la Chiesa la regola di fede suprema e sufficiente in tutto. Già solo il Salmo 119 dedica 176 versi al sommo valore della Parola di Dio. E il Signore Gesù insegnò:
"Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio" (Matteo 4:4).
Sebbene si possa citare a lungo la Scrittura su questo argomento, non è necessario farlo. Infatti, la Chiesa Cattolica riconosce che la Bibbia insegna che la Parola di Dio è la regola di fede suprema e che tutta la teologia deve fondarsi su di essa. Non ci sono dubbi sulla sufficienza o sull'autorità della Parola di Dio.

La controversia riguarda l'identità della Parola di Dio. Cioè, la Scrittura e la tradizione sono entrambe Parola di Dio? Oppure lo è solo la Scrittura?

I proponenti Cattolici amano attaccare i Cristiani non cattolici con domande del tipo: "Dov'è insegnata la Sola Scrittura nella Bibbia?" (
Deuteronomio 4,2; Deuteronomio 12,32; Giosuè 1,7-8; Proverbi 30,5-6; Matteo 15,2-9; 1Corinzi 4,6; 2Timoteo 3,16-17; Apocalisse 22,18-19)  

Con questo essi intendono affermare che bisogna credere e basarsi anche sulle tradizioni cattoliche romane.

In realtà, anche loro concordano sul fatto che le Scritture sono Parola di Dio e che come tali esse parlano con autorità divina. Il Signore Gesù stesso, in Giovanni 10:35, identifica chiaramente la Parola di Dio con la Scrittura.

Il punto della controversia è la tradizione. La chiesa cattolica romana afferma che anche la tradizione è Parola di Dio.

La domanda a cui la chiesa cattolica deve rispondere è: dove Gesù, i profeti, o gli apostoli, insegnano che la tradizione è Parola di Dio? O più precisamente: dove è scritto o insegnato nella Bibbia che la Scrittura e la tradizione insieme, interpretate dal papa e dai vescovi della chiesa cattolica romana, sono la regola di fede della Chiesa Cristiana? Questo è ciò che il cattolicesimo sta affermando in realtà, sostenendo l'autorità della tradizione e del magisterio.


Tratto da: 
http://camcris.altervista.org/scriptura.html


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