I 'miracoli eucaristici'


I teologi papisti, talvolta, per confermare la dottrina della transustanziazione, ossia per confermare che il pane e il vino nelle mani del prete dopo la benedizione diventano il vero corpo ed il vero sangue del Signore Gesù Cristo, citano diver­si miracoli eucaristici. 

Secondo loro ‘il miracolo eucaristico, particolarmente volto a confermare la fede nel mistero della reale presenza, è pertanto fuori discussione quanto alla sua possibilità ed alla sua efficacia probativa, ma è soggetto a tutte le cauzioni, che una sana critica storica impone’.

Ora, noi per brevità non vogliamo trascrivere tutti questi mira­coli eucaristici avvenuti. Ne citeremo solo due che sono tra i più conosciuti dai Cattolici romani. 


Il primo, che è citato anche dal teologo Perardi nel suo catechismo, è il seguente: 



‘Nel 1453 venne saccheggiato il paese di Exilles (circondario di Susa), e fu rapito un ricco Ostensorio col SS. Sacramento, e messo a fascio con altri oggetti entro un sacco. Giunti a Torino il 6 Giugno, i ladri attraversavano la piazza S. Silvestro, quando, il giumento cadde; le corde che legavano il sacco si sciolsero, l’involto si sfasciò e l’Ostensorio si levò in alto, a vista di tutti. Il popolo accorse ad adorare Gesù Cristo. Il vescovo Ludovico dei marchesi di Romagnano, radunò il Capitolo, il Clero, e ordinata una processione, mosse verso il luogo del miracolo. 


Giunto il Vescovo, ecco un nuovo prodigio: l’Ostensorio si apre e cade a terra, mentre l’Ostia rimane sola, librata in aria, splendente di luce vivissima. A tale vista pianti, grida, voci di preghiera dei fedeli che supplicano e adorano: il Vescovo elevando un calice verso l’Ostia, scongiura il Signore di scendere tra i suoi fedeli, ripetendo le parole dei discepoli di Emmaus: Mane nobiscum, Domine

E l’Ostia scende a poco a poco fino a posarsi nel calice, lasciando dietro di sé una striscia luminosa. Il luogo dove avvenne il miracolo fu coperto da una lapide che ricorda il fatto: nella piazza fu poi edificata la ricca chiesa del Corpus Domini. Nella chiesa, il posto in cui avvenne il miracolo e la lapide che lo ricorda, sono circondati da una ricca cancellata’.[Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 473]

L’altro cosiddetto miracolo eucaristico che vogliamo citare è quello avvenuto a Bolsena nel 1263. Questo in sintesi è quello che viene narrato ai Cattolici romani: al tempo in cui Berengario arcidiacono di Angers (Francia) sosteneva che nell’eucaristia non vi fosse la presenza reale del corpo di Cristo, Pietro da Praga, un sacerdote di origine boema, assalito da dubbi, decise di recarsi a Roma per implorare sulla tomba di Pietro la risposta al suo angoscioso problema. Durante il viaggio sostò a Bolsena, diocesi di Orvieto, dove si mise a celebrare la messa. 



Dopo la consacrazione il prete versò sbadatamente una goccia di vino sul corporale e cercò di sfregarla via, ma la goccia si diffuse per tutto il corporale trasformandosi in macchie sanguigne tondeg­gianti in forma di ostia. In seguito si è detto che le gocce di sangue fossero uscite dall’ostia quando il prete l’aveva rotta o quando lui l’aveva elevata; e si aggiunto pure che l’ostia si fosse trasformata in carne e che le macchie di sangue siano scese anche sopra le pietre dell’altare. 



Il sacerdote, visto quello che era accaduto, fu preso da terrore, coprì il calice con la patena, vi pose sopra il corporale, portò tutto in sacrestia e fuggì via. In seguito a questo fatto il papa Urbano IV nel 1264 istituì la festa detta del Corpus Domini,[Alcuni ritengono però che la festa del Corpus Domini era stata istituita da Urbano IV prima del fatto di Bolsena perché la bolla con la quale la istituì era stata scritta prima del ‘miracolo’] con la quale i Cattolici romani pretendono onorare il sacramento dell’Eucarestia. 

Il nome Corpus Domini significa ‘il corpo del Signore’, e siccome che la dottrina cattolica dice che l’ostia è il corpo del Signore in quel giorno particolare l’ostia è oggetto di una particolare adorazione da parte dei Cattolici.

I qui sopra citati prodigi non procedono da Dio, ma sono o storie inventate o se veramente le cose sono andate in questa maniera dei prodigi bugiardi operati da demoni per ingannare le persone. 

Non possiamo accettare questi prodigi come prodigi di Dio perché essi non fanno altro che confermare una menzogna, vale a dire la dottrina secondo la quale quando il prete fa la benedizione dell’ostia essa miracolo­samente diventa anima, corpo sangue e divinità di Cristo.

Per dimostrarvi che ogni miracolo che Dio compie ha come fine di fare credere alle persone la verità e non la menzogna, citiamo il miracolo della risurrezione di Lazzaro. 


Quando Gesù si trovò davanti al sepolcro dove era stato posto il corpo di Lazzaro, prima ordinò di togliere la pietra e poi, “alzati gli occhi in alto, disse: Padre, ti ringrazio che m’hai esaudito. Io ben sapevo che tu mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano che tu m’hai manda­to. E detto questo, gridò con gran voce: Lazzaro vieni fuori! E il morto uscì, avendo i piedi e le mani legati da fasce, e il viso coperto d’uno sciugatoio. Gesù disse loro: Scioglietelo, e lasciatelo andare. Perciò molti de’ Giudei che eran venuti da Maria e aveano veduto le cose fatte da Gesù, credettero in lui”.[Giov. 11:41-45

Come potete vedere questo miracolo che Dio operò tramite Cristo Gesù portò molti Giudei che lo videro a credere che Gesù era stato mandato da Dio: non una menzogna quindi, ma la verità, perché in verità Gesù Cristo non venne da sé stesso in questo mondo ma fu mandato dall’Iddio e Padre suo. Ma questo miracolo servì pure per confermare nella fede gli stessi discepoli di Gesù perché Gesù aveva detto ai suoi discepo­li: “Lazzaro è morto; e per voi mi rallegro di non essere stato là, affinché crediate..”.[Giov. 11:15]

Un altro miracolo che ci fa comprendere come ogni miracolo che Dio compie in Cristo porta a credere nella verità e non nella menzogna perché Colui che lo opera è verità, è quello di Cana di Galilea, ossia il mutamento dell’acqua in vino. Infatti dopo che Cristo operò il miracolo è scritto che “Gesù fece questo primo de’ suoi miracoli in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria; e i suoi discepoli credettero in lui”.[Giov. 2:11]

Ho voluto parlarvi anche di questi cosiddetti miracoli eucaristi­ci per farvi capire come la chiesa cattolica possiede anche racconti di prodigi bugiardi per indurre le persone a credere che l’ostia consacrata è Cristo stesso. Se siano successi per opera del diavolo o siano solo una invenzione dei preti poco importa: falsi rimangono.

Tratto da:
G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana
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L'ADORAZIONE DELL'OSTIA È IDOLATRIA


La dottrina della transunstanziazione
(che dice che l’ostia che viene usata nella comunione, nelle mani del prete, diventa il corpo, sangue, anima e divinità di Gesù Cristo) ha dato luogo all’introduzione della dottrina che dice che l’ostia é degna di essere adorata.

L’adorazione dell’ostia fu introdotta da Onorio III nel 1220, e fu confermata dal concilio di Trento nel 1551 con queste parole: ‘Non vi è, dunque, alcun dubbio che tutti i fedeli cristiani secondo l’uso sempre ritenuto nella chiesa cattolica, debbano rendere a questo santissimo sacramento nella loro venerazione il culto di latria, dovuto al vero Dio’ (Concilio di Trento, Sess. XIII, cap. V), e così i teologi cattolici insegnano al popolo che l’Eucarestia si conserva nei luoghi di culto [1] della chiesa cattolica perché i fedeli l’adorino.

Le conseguenze? Ci sono milioni di persone nel mondo che si inginocchiano davanti all’ostia e l’adorano credendo che essa sia Gesù Cristo stesso e perciò Dio.

LA PAROLA DI DIO È L'UNICA E SOLA VERA AUTORITÀ

tratto da "Understanding Roman Catholicism" di R. Jones
testo in lingua originale © 1995 Rick Jones

La Bibbia afferma di essere l'unica e sola vera autorità, mentre il Cattolicesimo insegna che esistono tre autorità definitive. Il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1994 dichiara:
"È chiaro dunque che, secondo l'infinitamente saggia disposizione di Dio, la Sacra Tradizione, la Sacra Scrittura, e il Magistero della Chiesa sono talmente collegati e associati che uno di essi non può sussistere senza gli altri. Operando assieme, ciascuno nel suo proprio modo, sotto l'azione dello Spirito Santo, essi contribuiscono tutti efficacemente alla salvezza delle anime" (pg. 29, #95).

MESSAGGI DAL CIELO - Le apparizioni, alla fine dei tempi, della Vergine Maria alla luce della Scrittura

Descrizione dvd

Decine di milioni di persone visitano i luoghi delle apparizioni nella speranza di incontrare la Beata Vergine Maria. Sono in molti a credere che la frequenza delle apparizioni segnali l'inizio di una nuova era sulla Terra.

Migliaia di messaggi dell'apparizione di Maria indicano che siamo sulla soglia di un momento critico nella storia del mondo, e che potremo trovarci presto in presenza di eventi catastrofici. Coloro che seguono le apparizioni credono che Maria sia venuta per farci tornare a Dio, mentre altri insistono che questi eventi sono invenzioni e opera di Satana.

Cosa dice la Bibbia di segni, prodigi e apparizioni che si verificano alla fine dei tempi? La Parola di Dio rivela l'origine di questi fenomeni? L'apparizione di Maria potrebbe trasformare il mondo del terzo millennio?




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La vera Chiesa e il vero Vangelo secondo Dio


Cosa si intende per Chiesa
È estremamente importante, quando leggiamo la Bibbia, capire il senso delle parole secondo quello che Dio intende, non secondo l'interpretazione che ne dà la società di oggi. Ogni parola, infatti, può avere più significati; se si usano le stesse parole, ma ciascuno gli attribuisce un significato differente, è facile fraintendersi.

L'ORDINE - I preti non possono essere i presbiteri di cui parla la Scrittura


Ma torniamo al cosiddetto presbiterato cattolico; i teologi papisti asseriscono che i preti sono dei presbiteri del Signore costituiti per pascere la Chiesa come lo erano anche coloro che furono fatti costituire dagli apostoli Paolo e Barnaba, ma questo non può corrispondere al vero innanzi tutto perché i preti sono delle persone morte nei loro falli mentre gli anziani fatti eleggere dagli apostoli erano dei credenti.

L'ORDINE - La dottrina dei teologi papisti


La dottrina dei teologi papisti

L’ordine è il sacramento con cui il prete riceve la potestà di ministrare l’eucarestia e di rimettere i peccati. Il prete che lo riceve non può sposarsi. Ci sono otto ordini nella Chiesa; quattro minori e quattro maggiori. Poi ci sono i cardinali, ed infine il papa; questa è la gerarchia ecclesiastica istituita da Cristo nella sua Chiesa.
L’Ordine è il Sacramento che dà la potestà di compiere le azioni sacre riguardanti l’Eucarestia e la salute delle anime, e imprime il carattere di ministri di Dio’. [1] 

Il significato di queste parole è che questo sacramento conferisce, a chi lo riceve, la potestà di ‘celebrare la S. Messa, di rimettere i pecca­ti, ecc.’.
 [2]

I fratelli e le sorelle di Gesù e la "perpetua verginità" di Maria


1. È vero che la madre di Gesù ha avuto altri figli?

Si. Questo risulta chiaramente dalla Sacra Scrittura. Riguardo alla nascita di Gesù è scritto:
"Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.

LA PREGHIERA RIVOLTA A MARIA È IDOLATRIA

Premessa

La preghiera è una delle pratiche fondamentali della religione cristiana e non solo, con cui l'uomo comunica a Dio i suoi sentimenti, i suoi desideri e le sue richieste.

Mi sono sentito in cuore di analizzare la preghiera dal punto di vista del cattolicesimo romano, prendendo in esame la pratica del rosario e la preghiera rivolta a Maria, per poi raffrontarla con quanto dice la Bibbia a proposito della preghiera.

LA CRESIMA (O CONFERMAZIONE) - Confutazione della dottrina papista



La dottrina dei teologi papisti >
La cresima fa ricevere lo Spirito Santo in una misura abbondante. Viene ministrata dal vescovo con l’imposizione delle mani sui cresimandi, e con l’unzione fatta con il sacro crisma sulla fronte dei cresimandi.
‘La Cresima o Confermazione è il Sacramento che ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo, e ce ne imprime il carattere’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 463).

MARIA È MADRE DELLA NATURA UMANA DI GESÙ, NON DI QUELLA DIVINA



Cosa penserebbe Gesù oggi riguardo alla venerazione (“Iperdulia”), al culto e ad ogni altra forma di devozione che c’è verso la figura di Maria, o come dicono i cattolici “Madonna”?

Leggendo i vangeli ci si rende conto quale fosse l’idea di Gesù riguardo a Maria che egli designava come madre della sua natura umana e non di quella divina, ovvero, non ha mai detto nulla riguardo alla figura di Maria come se dovesse essere presentata o considerata come Madre di Dio, secondo l’ideologia cattolica, ma, invece, mette nero su bianco come ella fosse semplicemente colei che aveva ospitato nel grembo il Figlio Eterno e Celeste di Dio Padre per opera dello Spirito Santo e non per opera sua. 

I 'messaggi mariani' di don Stefano Gobbi

Le aberrazioni prodotte dal culto mariano sono particolarmente evidenti nel libro "Ai sacerdoti figli prediletti della Madonna" (chiamato anche "Libro azzurro") di don Stefano Gobbi.

Nel concedergli l'Imprimatur, il Cardinale Bernardino Echeverria Ruiz OFM, il 25 giugno 1995, in occasione degli esercizi annuali del Movimento Mariano di don Gobbi, si è così espresso: "Dopo aver letto e meditato i messaggi che la Madonna ha affidato a Don Stefano Gobbi, considero un privilegio poter concedere l'Imprimatur alla edizione di tale libro. Colgo anche l'occasione per consigliare la lettura di tali messaggi in quanto essi aiutano a diffondere la venerazione della Santissima Vergine" (San Marino, 29 giugno 1995, festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo).

I mariani sono idolatri


Chi sono i mariani? Sono tutti quei Cattolici che dicono che si deve adorare solo Iddio, ma rinnegano con le loro opere questa loro affermazione perché si prostrano davanti alle statue ed alle immagini raffiguranti Maria e l’adorano, la pregano, la invocano.
Sia ben chiaro che la loro consueta affermazione: ‘Ma noi non l’adoriamo ma la veneriamo’, non significa affatto che essi la ricordano e l’onorano ma non l’adorano, e questo perché i fatti dimostrano il contrario.

LE 15 FALSE PROMESSE DELLA "MADONNA" AI DEVOTI DEL ROSARIO


Le “15 promesse del Rosario ”dovrebbero essere rinominate in le “15 false promesse del Rosario”. 

Nel 1475 il frate domenicano Alano della Rupe scrive ciò che la Madonna aveva promesso a tutti quelli che reciteranno devotamente il santo Rosario.Se siete a conoscenza del messaggio biblico, anche in modo superficiale, noterete come sono lontani le “promesse del rosario” dalla verità di Dio. 

Leggete e piangete su di loro, tutte queste promesse sono pericolose e deviano dalla Verità biblica , sono menzogne, non credete a ciò che state per leggere!

Cos'è la Chiesa...Chi è il capo della Chiesa...Quando si entra a far parte della Chiesa...


COS'È LA CHIESA 

La parola italiana chiesa deriva dal greco ekklesia che significa 'assemblea' e indica quell'insieme di persone che sono state riscattate dal presente secolo malvagio e trasportate nel regno del Figliuolo di Dio. Naturalmente questo termine indica sia la Chiesa universale che comprende riscattati di ogni tribù, lingua, popolo e nazione; che la Chiesa locale come quella di una città o di un paese che comprende i riscattati presenti solo in quella città o paese (il che non esclude che della Chiesa di quel posto facciano parte persone di diversa etnia e razza). La Chiesa universale quindi è composta da molte chiese locali.

Nella Scrittura il termine Chiesa inteso come assemblea universale è usato per esempio in questi passi: "Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa,…" (Matt. 16:18); "Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei…." (Ef. 5:25); "Or a Colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente al di là di quel che domandiamo o pensiamo, a Lui sia la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù, per tutte le età, ne' secoli de' secoli. Amen" (Ef. 3:20-21). 

Lo stesso termine inteso invece come Chiesa locale è usato per esempio in quest'altri passi: "Salutate anche la chiesa che è in casa loro" (Rom. 16:5); "Paolo, apostolo di Cristo Gesù per la volontà di Dio, e il fratello Timoteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto, con tutti i santi che sono in tutta l'Acaia" (2 Cor. 1:1).

Essendo questo il significato della parola 'chiesa' è sbagliato chiamare 'chiesa' il luogo di culto. Ma riflettete: 'Come si può chiamare 'chiesa' un locale di culto quando Paolo diceva di salutare la chiesa che si radunava in casa di Aquila e Priscilla?


CHI È IL CAPO DELLA CHIESA DI CRISTO

Il capo supremo della Chiesa è Cristo: l'apostolo Paolo spiega chiaramente ed in svariate maniere che il capo della Chiesa, sia in cielo che sulla terra, é Cristo Gesù:

Egli dice agli Efesini che Dio ha risuscitato il suo Figliuolo e lo ha fatto sedere alla sua destra al di sopra di ogni principato e autorità e potestà e signoria, e d'ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello a venire e che Egli "gli ha posta ogni cosa sotto ai piedi, e l'ha dato per capo supremo alla Chiesa, che é il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti" (Ef. 1:22,23); ed anche: "Seguitando verità in carità, noi cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo" (Ef. 4:15), e: "Cristo è capo della Chiesa, egli, che è il Salvatore del corpo" (Ef. 5:23). 

Quindi, come il capo della moglie è uno solo e cioè suo marito, così il capo della Chiesa (che è la sposa dell'Agnello) è uno solo e cioè Cristo, il suo sposo, e nessun altro.

Ai Colossesi Paolo dice: "Ed egli é avanti ogni cosa, e tutte le cose sussistono in lui. Ed egli è il capo del corpo, cioè della Chiesa; egli che é il principio, il primogenito dai morti, onde in ogni cosa abbia il primato" (Col. 1:17,18). 

Perciò la Chiesa di Dio non ha due capi, di cui uno é in cielo e l'altro é sulla terra; o uno invisibile e l'altro visibile, ma uno solo ed Egli è in cielo alla destra di Dio e mediante la fede nel cuore di tutti coloro che lo hanno ricevuto come loro personale Signore e Salvatore.


QUANDO SI ENTRA A FARE PARTE DELLA CHIESA

In base al significato stesso della parola chiesa è implicito che della Chiesa si entra a far parte quando si viene liberati dal peccato, perché ciò che tiene legati gli uomini a questo presente secolo malvagio è il peccato che essi servono; dunque quando si viene salvati. 

E quando si viene salvati? Quando si crede con il proprio cuore in Gesù Cristo perché la salvezza si ottiene per la fede in Cristo. Paolo infatti dice chiaramente che se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio l'ha risuscitato dai morti sarai salvato (cfr. Rom. 10:9). 

Si può anche dire che l'individuo entra a fare parte della Chiesa di Dio quando nasce di nuovo, perché mediante la nuova nascita smette di essere spiritualmente morto perché viene vivificato da Dio mediante la sua Parola e il suo Spirito. 

Questa entrata nella Chiesa viene rappresentata e sancita con il rito del battesimo, mediante il quale il nuovo salvato o nuovo nato annuncia di essere morto al peccato mediante la sua fede nel Cristo di Dio.


NOMI DATI ALLA CHIESA

La Chiesa è definita in svariate maniere dalla Scrittura, adesso vedremo queste definizioni tenendo presente che esse possono essere applicate indistintamente sia alla chiesa universale che a quella locale.

IL CORPO DI CRISTO
La Chiesa di Dio è il corpo di Cristo perché Paolo, scrivendo alla Chiesa di Dio che era in Corinto, dice loro: "Or voi siete il corpo di Cristo, e membra d'esso, ciascuno per parte sua" (1 Cor. 12:27). E siccome che le persone entrano a fare parte di esso per opera dello Spirito Santo secondo che è scritto: "Noi tutti abbiam ricevuto il battesimo di un unico Spirito per formare un unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un unico Spirito" (1 Cor. 12:13), perché è Lui che prima le convince quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio e poi le vivifica, non si possono chiamare membri del corpo di Cristo persone che ancora non sono state vivificate dallo Spirito Santo. E dato che la Chiesa è il Corpo di Cristo, noi essendone membra, ci sentiamo parte gli uni degli altri. 

Ecco perché Paolo dice che "se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; e se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui" (1 Cor. 12:26).

Succede un po' come quando uno dei nostri membri fisici soffre, tutte le altre membra soffrono con esso, nessuno escluso appunto perché fanno parte anch'essi del medesimo corpo. E come quando riceviamo un complimento riguardo ad una parte del nostro corpo, per esempio: 'Che begli occhi che hai!', che tutto il nostro essere si sente invaso di allegrezza, in altre parole il fatto che il complimento lo abbia ricevuto quel membro del corpo porta tutte le altre membra a rallegrarsi. 

E sempre perché la Chiesa è paragonata ad un corpo umano le membra hanno bisogno le una delle altre; non importa quale compito svolgono nel corpo, esse non possono dire di non avere bisogno di un altro membro. 

Per esempio, come l'occhio non può dire al piede: 'Io non ho bisogno di te', così chi ha ricevuto la potestà di compiere miracoli e guarigioni non può dire di non avere bisogno del fratello che ha ricevuto il dono dell'interpretazione delle lingue o quello della profezia, e così via. Chi pensa di poter fare a meno di un altro membro del corpo di Cristo, mostra un comportamento folle.

Grazie siano dunque rese a Dio per avere costrutto il corpo in questa maniera, cioè in maniera da impedire ad un qualsiasi membro di dire di non avere bisogno di un qualsiasi altro membro. Il nostro Dio è savio e sapendo che l'orgoglio sarebbe stato sempre a spiare alla porta del cuore dei credenti, ha organizzato la Chiesa in maniera tale da fare sorgere nel cuore dei credenti il bisogno gli uni degli altri. 

Dunque la maniera in cui Dio ha strutturato la sua Chiesa è una dimostrazione della infinita sapienza di Dio il quale per evitare ogni divisione nella sua assemblea ha affidato varie e svariate mansioni a credenti diversi e di sesso diverso. Non ci sono credenti che hanno tutti i doni, altrimenti costoro potrebbero dire di non avere bisogno degli altri loro fratelli, ma ognuno ha solo quelle capacità che Dio ha deciso di dargli, per cui sarà inevitabile che ognuno cerchi chi ha capacità che lui non possiede. Il profeta quindi cercherà, quando sua moglie è malata chi ha i doni di guarigioni; e chi ha doni di guarigioni cercherà il profeta nella speranza di ricevere una parola da parte del suo Dio. E di questi esempi se ne potrebbero fare molti altri.

LA SPOSA DELL'AGNELLO
L'apostolo Paolo scrivendo ai santi di Corinto disse: "Poiché io son geloso di voi d'una gelosia di Dio, perché v'ho fidanzati ad un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo" (2 Cor. 11:2), il che fa capire che la Chiesa è fidanzata a Cristo o meglio è la sua promessa Sposa. 

E difatti verrà il giorno in cui saranno celebrate le nozze dell'Agnello; ecco quello che Giovanni dice di avere udito nella visione che ebbe sull'isola di Patmo: "Poi udii come la voce di una gran moltitudine e come il suono di molte acque e come il rumore di forti tuoni, che diceva: Alleluia! poiché il Signore Iddio nostro, l'Onnipotente, ha preso a regnare. Rallegriamoci e giubiliamo e diamo a lui la gloria, poiché son giunte le nozze dell'Agnello, e la sua sposa s'è preparata; e le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino son le opere giuste dei santi" (Ap. 19:6-8). 

Naturalmente come avviene nel campo umano, che lo sposo desidera che la sua fidanzata giunga immacolata alle nozze, così avviene nel campo spirituale infatti Cristo vuole far comparire davanti a sé la Chiesa santa e irreprensibile; questo è quello che dice Paolo agli Efesini quando dice: "… Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, affin di santificarla, dopo averla purificata col lavacro dell'acqua mediante la Parola, affin di far egli stesso comparire dinanzi a sé questa Chiesa, gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa ed irreprensibile" (Ef. 5:25-27). 

Quando la Chiesa si allea con i nemici di Cristo, o comincia ad amare il mondo, spiritualmente commette adulterio perché si invaghisce di estranei e tradisce il suo sposo. Giacomo chiama infatti quei credenti che si sono messi ad amare il mondo "gente adultera" (Giac. 4:4).

IL GREGGE DI DIO 
L'apostolo Pietro scrivendo ai santi dice agli anziani: "Pascete il gregge di Dio che è fra voi, non forzatamente ma volonterosamente secondo Dio" (1 Piet. 5:2). Dunque la chiesa di Dio è chiamata anche gregge di Dio. I suoi membri quindi sono paragonati a delle pecore (a degli animali mansueti quindi, ma anche facilmente influenzabili). 

A conferma di tutto ciò c'è il fatto che Gesù chiamò sé stesso "il buon pastore" (Giov. 10:11) e coloro che lo seguivano 'le sue pecore' secondo che disse: "Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conosco, ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna, e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date, è più grande di tutti; e nessuno può rapirle di mano al Padre… Ho anche delle altre pecore, che non son di quest'ovile; anche quelle io devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore" (Giov. 10:27-29,16). 

Gesù Cristo dunque è il pastore delle sue pecore (che sono contemporaneamente anche pecore del Padre suo) secondo che dice anche Pietro: "Eravate erranti come pecore; ma ora siete tornati al Pastore e Vescovo delle anime vostre" (1 Piet. 2:25), o come lo chiama sempre Pietro "il sommo Pastore" (1 Piet. 5:4) e questo perché sulla terra ci sono dei pastori che sono da Dio preposti a pascere il suo gregge che un giorno dovranno rendere conto del loro operato di pastore a Colui che è il Sommo Pastore.

LA FAMIGLIA DI DIO
L'apostolo Paolo ha detto agli Efesini: "Voi dunque non siete più né forestieri, né avventizî; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio…." (Ef. 2:19). La Chiesa dunque è la famiglia di Dio; per questo i suoi membri si chiamano l'un l'altro con il termine 'fratello' o 'sorella', perché sono consapevoli di essere parte di questa grande famiglia. 

Gesù stesso chiamò i suoi discepoli fratelli quando dopo essere risorto disse alle donne: "Non temete; andate ad annunziare a' miei fratelli che vadano in Galilea; là mi vedranno" (Matt. 28:10), e questo perché Egli è "il primogenito fra molti fratelli" (Rom. 8:29). 

L'apostolo Paolo chiamava i santi anche fratelli; ai santi di Corinto disse per esempio: "Ora, fratelli, io v'esorto, per il nome del nostro Signor Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare…." (1 Cor. 1:10).

CASA SPIRITUALE O TEMPIO DI DIO
La Chiesa è una casa spirituale formata da pietre viventi, cioè da uomini e donne che erano un giorno morti nei loro peccati e dopo sono stati vivificati dallo Spirito Santo; e noi per la grazia di Dio siamo parte di queste pietre viventi. 

Questo è quello che insegna Paolo quando dice agli Efesini: "E voi pure ha vivificati, voi ch'eravate morti ne' vostri falli e ne' vostri peccati... Voi dunque non siete più né forestieri né avventizî; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, essendo stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. Ed in lui voi pure entrate a far parte dell'edificio, che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito" (Ef. 2:1,19-22). 

L'apostolo Pietro lo conferma nella sua prima epistola, infatti prima dice agli eletti: "Siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, mediante la parola di Dio vivente e permanente... come bambini pur ora nati, appetite il puro latte spirituale..." (1 Piet. 1:23; 2:2), e poi afferma: "Anche voi, come pietre viventi, siete edificati qual casa spirituale..." (1 Piet. 2:5). 

Stando dunque così le cose è evidente che è sbagliato chiamare 'casa di Dio' il luogo di culto dove ci si raduna per adorare e pregare Dio, cosa che però purtroppo oggi si sente dire a moltissimi fratelli. Molti conduttori dicono chiaramente dal pulpito che il luogo dove sono radunati è la casa di Dio; una delle espressioni più frequenti che si sentono è 'benvenuti nella casa di Dio'. 

Ma io dico: 'Ma non hanno mai letto che è scritto che "la sua casa siamo noi" (Ebr. 3:6)? Questo edificio spirituale che è la casa di Dio ha Cristo Gesù come pietra angolare e difatti Gesù a Pietro disse che avrebbe edificato la sua Chiesa sopra Lui medesimo (cfr. Matt. 16:18). Subito dopo Gesù, in questo edificio il fondamento è formato dagli apostoli e dai profeti; tra gli apostoli c'è anche Pietro, come c'è pure Paolo.

LA VITE CON I TRALCI
Gesù Cristo ha paragonato la Chiesa ad una vite; egli disse infatti ai suoi discepoli: "Io sono la vera vite, e il Padre mio é il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, Egli lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo rimonda affinché ne dia di più. Voi siete già mondi a motivo della parola che v'ho annunziata. Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppur voi, se non dimorate in me. Io son la vite, voi siete i tralci" (Giov. 15:1-5). 

Ora, noi ci siamo uniti al Signore e siamo diventati un solo spirito con lui quando ci siamo ravveduti dai nostri peccati ed abbiamo creduto nel suo nome; per questo diciamo di essere entrati a fare parte della vite, cioè della casa di Dio. Quindi coloro che non si sono ancora ravveduti e non hanno creduto nel Figliuolo di Dio non sono uno con noi in Cristo Gesù, non importa di che Chiesa essi dicono di fare parte, perché non sono dei tralci della vigna di Dio. 

Come si fa dunque a riconoscere se una persona è un tralcio di questa vite? Innanzi tutto dal fatto che possiede la certezza di avere ottenuto la remissione dei peccati (perché si è ravveduto ed ha creduto in Cristo); e poi dai frutti degni del ravvedimento che egli porta osservando i comandamenti di Cristo. In altre parole dal fatto che egli dimora in Cristo e che Cristo dimora in lui.

UNA GENERAZIONE ELETTA
La Chiesa, secondo le parole di Pietro, è "una generazione eletta" (1 Piet. 2:9), cioè un insieme di persone che sono state elette a salvezza mediante la fede nella verità. Quindi coloro che ne sono membri sono sicuri di essere salvati perché hanno sperimentato la salvezza di Dio. 

Non si possono perciò definire Chiesa di Dio uomini e donne che dicono di essere Cristiani ma ammettono apertamente di non essere stati salvati e di essere ancora dei peccatori, o che è manifesto che sono ancora dei peccatori schiavi delle concupiscenze carnali e di ogni forma di idolatria e superstizione.

UN REAL SACERDOZIO
La Chiesa, sempre secondo le parole di Pietro, é "un real sacerdozio" (1 Piet. 2:9), ossia un regno di sacerdoti che offrono a Dio sacrifici spirituali accettevoli per mezzo di Gesù Cristo. Questi sacrifici sono la lode, la preghiera e le azioni di grazie.

UNA GENTE SANTA 
La Chiesa, secondo le parole di Pietro, è "una gente santa" (1 Piet. 2:9), cioè una gente che è stata santificata da Cristo mediante lo Spirito Santo e che procaccia la santificazione. In virtù del fatto che i membri della Chiesa di Dio sono stati santificati da Cristo essi sono chiamati dalla Scrittura santi. Ecco alcuni passi che lo confermano:

Paolo scrisse ai Corinzi: "Paolo, chiamato ad essere apostolo di Cristo Gesù per la volontà di Dio, e il fratello Sostene, alla chiesa di Dio che é in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù" (1 Cor. 1:1,2), ed ancora: "Non v'illudete; né i fornicatori, né gl'idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né i rapaci erederanno il regno di Dio. E tali eravate alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo, e mediante lo Spirito dell'Iddio nostro" (1 Cor. 6:9-11);

ai Filippesi: "Paolo e Timoteo, servitori di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi" (Fil. 1:1);

ai Colossesi: "Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timoteo, ai santi e fedeli fratelli in Cristo che sono in Colosse.." (Col. 1:1,2);

ai Romani: "Colui che investiga i cuori conosce qual sia il sentimento dello Spirito, perché esso intercede per i santi secondo Iddio" (Rom. 8:27), ed anche: "Ma per ora vado a Gerusalemme a portarvi una sovvenzione per i santi" (Rom. 15:25).

Dunque per santi non si devono intendere una certa categoria di credenti che si contraddistinguono per la loro pietà e giustizia, ma tutti i credenti. Certamente però non tutti i credenti si santificano nella stessa misura.

COLONNA E BASE DELLA VERITÀ
Paolo chiama la Chiesa dell'Iddio vivente "colonna e base della verità" (1 Tim. 3:15), il che significa che essa serve di sostegno alla verità che è in Cristo Gesù, cioè alla Parola di Dio secondo che è scritto: "la tua parola è verità" (Giov. 17:17); e che essa si leva in favore della verità.


L'ORGANIZZAZIONE DELLA CHIESA DI CRISTO

La Chiesa di Dio è un organismo ben strutturato al suo interno, non poteva essere altrimenti essendo stata fondata da Cristo tramite cui sono state fatte tutte le cose, sia le visibili che le invisibili.

Nella Chiesa, Cristo ha preposto dei pastori per pascere le sue pecore; ogni chiesa ha il suo pastore chiamato anche l'angelo della chiesa, coadiuvato da un collegio di anziani (vescovi) e da dei diaconi che hanno il compito di assistere il pastore e gli anziani e di occuparsi dell'assistenza dei poveri, degli orfani e delle vedove; o come avviene in certi casi solo da un collegio di anziani che hanno al loro fianco dei diaconi.

Nella Chiesa, Cristo ha anche stabilito degli apostoli che sono coloro che sono mandati a fondare altre chiese; dei profeti che sono coloro che hanno il dono di profezia e i doni di rivelazione; degli evangelisti che sono coloro che vanno di luogo in luogo ad evangelizzare (predicare l'Evangelo), e dei dottori che hanno ricevuto da Dio la capacità di insegnare con accuratezza la dottrina di Dio. 


LE ATTIVITÀ DELLA CHIESA DI CRISTO

I membri della Chiesa di Dio sono chiamati a santificarsi nel timore di Dio al fine di comparire davanti a Dio santi e irreprensibili, e per fare ciò si devono astenere da tutto ciò che ha il potere di contaminarli spiritualmente e carnalmente. 

Oltre a ciò essi sono chiamati a praticare le opere buone, ad essere zelanti in esse (elemosine, assistenza ai poveri, alle vedove, agli orfani, ecc.) (cfr. Ef. 2:10; Tito 2:14). 

I santi devono anche pregare gli uni per gli altri (cfr. Ef. 6:18; Giac. 5:16), e per i perduti affinché siano salvati (cfr. Rom. 10:1; 1 Tim. 2:1-4). 

Un'altra cosa che devono fare i santi è desiderare ardentemente i doni spirituali che sono dati per l'utile comune (cfr. 1 Cor. 14:1,12). I santi sulla terra sono chiamati anche ad evangelizzare, cioè portare agli uomini il messaggio della Buona Novella del Regno di Dio (cfr. Atti 8:4; 11:20). 

L'Evangelo è il messaggio tramite cui noi siamo stati salvati e che crediamo può salvare anche gli altri essendo la potenza di Dio per la salvezza di ogni credente; per questo lo annunciamo agli uomini. Questo anche se crediamo che non tutti coloro che lo ascolteranno saranno salvati, perché crederanno in esso solo coloro che sono stati preordinati a vita eterna. 

L'ordine di evangelizzare va adempiuto sia che gli uomini ci ascoltino o che non ci ascoltino, e questo perché tutti gli uomini devono udire l'Evangelo, anche perché la fine non verrà se prima l'Evangelo non sia stato predicato a tutte le genti onde gliene sia data testimonianza (cfr. Matt. 24:14; Marco 13:10). 

Quindi noi credenti quando ne abbiamo l'opportunità dobbiamo parlare del Cristo di Dio a coloro che ancora non lo conoscono, esortandoli a ravvedersi e a credere in lui per ottenere la remissione dei peccati.

Coloro che entrano a fare parte della Chiesa sono chiamati a frequentare le riunioni di culto della Chiesa, riunioni in cui viene insegnata la Parola di Dio da coloro che sono chiamati a farlo, in cui si prega e si canta assieme a Dio, e in cui si prega per gli ammalati, e durante le quali si partecipa alla cena del Signore con cui si ricorda la morte espiatoria di Cristo finché egli viene. 

Ci sono anche delle altre riunioni organizzate dalla Chiesa che sono chiamate 'agapi' in cui si prende il cibo assieme e che è bene che i santi frequentino al fine di intensificare la comunione con gli altri fratelli. Stare assieme tra fratelli è una buona cosa; coloro che desiderano questo hanno un buon desiderio. 

Naturalmente stando assieme agli altri fratelli si scoprono i difetti reciproci, avvengono malintesi, sorgono problemi di svariato genere; cose che avvengono in una qualsiasi famiglia e che avvengono anche nella famiglia di Dio. 

Niente di strano e niente di nuovo, basta leggere gli Atti degli apostoli e le epistole per capire ciò. I santi però sanno come affrontare queste cose perché hanno nella Parola di Dio e nello Spirito Santo delle guide infallibili. L'amore che sono chiamati a procacciare intensamente verso gli altri fratelli li porterà a sopportare le manchevolezze degli altri e a perdonare. Difatti noi siamo chiamati a sopportarci a vicenda con amore e a perdonarci a vicenda come anche Cristo ci ha perdonati. 

Amarci però non significa chiudere gli occhi sulle ingiustizie, sulle eresie, sulle falsità, sulle ipocrisie, perché tutte queste cose vanno riprovate con forza e decisione senza riguardi personali. Tollerare i malvagi che sono in mezzo alla fratellanza, i falsi ministri di Cristo che scorrazzano nelle chiese, le eresie, le falsità, le ipocrisie, le superbie, e quant'altro possa distruggere il gregge del Signore non rientra nella volontà di Dio verso di noi in Cristo Gesù. 

Gesù e gli apostoli ci hanno dato l'esempio e ci hanno detto come comportarci con i falsi ministri e dinanzi alle ingiustizie, alle ipocrisie e alle falsità perpetrate in mezzo alla fratellanza.

Tratto da:












LE CHIAVI DEL REGNO DEI CIELI


Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al punto 553, riguardo alle chiavi del regno dei cieli, dice: “Gesù ha conferito a Pietro un potere specifico: "A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" (Mt. 16,19). 


Il "potere delle chiavi" designa l’autorità per governare la casa di Dio, che è la Chiesa. Gesù “il Buon Pastore” (Gv. 10,11), ha confermato questo incarico dopo la resurrezione: "Pasci le mie pecorelle" (Gv. 21,15-17). 

L' AVE MARIA E IL ROSARIO


Il rosario è sia un oggetto materiale che un modo di pregare che usano i Cattolici romani nella loro devozione a Maria.
Con questo modo di pregare essi recitano cinque decine di Ave Maria, che sono intercalate ad ogni dieci da un Padre Nostro e da una brevissima meditazione detta mistero che consiste nel ricordare qualcosa che concerne la redenzione, come la intendono i Cattolici, quindi pensando anche all’intervento di Maria, infatti i due ultimi misteri si rferiscono all’assunzione di Maria ed alla sua incoronazione in cielo che non sono altro che favole.

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