MARIA FU ASSUNTA IN CIELO? (Analisi del dogma per chi ama la Verità)





E nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figliuol dell'uomo che è nel cielo. (Giovanni 3:13)

Al significato chiaro di questo particolare versetto biblico si contrappone il dogma dell'Assunzione di Maria.

Origine del dogma
In Oriente, verso il V sec., fra cristiani e chiese orientali monofisite (dei popoli armeni e copti) iniziò il culto mariano sotto il nome "Dormitio virginis", rafforzato nella sua propagazione dall'imperatore Maurizio (582-602) che ne ordinò la celebrazione in tutto l'impero; in Occidente arrivò in Spagna e Gallia nel VI° secolo ed a Roma nel 650 si celebrò il 15 Agosto col nome di Dormitio o Assunzione.

Un costitutum di Sergio I (VII° sec.) parla della festa della dormitio per la quale si faceva una solenne processione.

Tale usanza si diffuse con Leone IV (847) che ne fece celebrare la vigilia e l'ottava.

L'Assunzione di Maria diventa dottrina della chiesa cattolica romana nell'anno 1950.

La chiesa cattolica romana fonda il dogma dell'assunzione in cielo di Maria, madre del nostro Signore Gesù Cristo, sulle seguenti considerazioni e cioè:

"colei che ha preceduto la chiesa alla culla del Cristo nascente, sotto la croce del Cristo morente, al cospetto del Cristo glorioso debba essere riconosciuta fin dal primo istante della sua vita terrena, "pre-redenta" dalla grazia di Cristo o "redenta in modo sublime", venerata come "pre-glorificata", perfettamente configurata al Cristo risorto".



Effetti nocivi del dogma.
Per questa ragione, rafforzando l'errore creatosi sin dal V secolo, la figura di Maria assume caratteristiche sempre più divine e sfuma, così, la differenza tra "Creatore" e "creatura".

Tale confusione e la mancanza di conoscenza della Scrittura (non della "lettera" ma dello "spirito") ha portato molti nell'errore, anche se non con gli stessi eccessi, descritto nel passo in seguito riportato della lettera di San Paolo ai Romani circa l'adorazione ed il culto alla creatura.

"
Poiché l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà ed ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia; infatti quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Iddio loro manifestato; poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue; ond'è che essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Iddio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti, e l'insensato loro cuore s'è ottenebrato.

Dicendosi savi, sono divenuti stolti, e hanno mutato la gloria dell'incorruttibile Iddio in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, e d'uccelli e di quadrupedi e di rettili.

Per questo, Iddio li ha abbandonati, nelle concupiscenze de' loro cuori, alla impurità, perché vituperassero fra loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna, e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.
(Romani 1:18-25)



L'uomo che si svia dalla verità corre tre gravi rischi:

1. dimenticanza del testo biblico;
2. oscuramento della centralità di Cristo;
3. mitizzazione della figura di Maria.

Un fatto
Alcuni giorni fa dissi ad un sacerdote (mio carissimo amico):
"Certamente tu credi fermamente che tutto ciò che è scritto nella Bibbia sia Parola di Dio e Verità, dico bene?"
Rispose: "Si, certo".
Continuai: "Quindi, tutto ciò che si contrappone e contrasta tale scrittura lo ritieni menzogna, è così?"
Rispose ancora: "Si, certamente".
Dissi: "Ed allora, sapendo che la Scrittura dice che - nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figliuolo dell'uomo che è nel cielo.- come puoi credere che invece altre persone (nel caso specifico Maria) siano ascese al cielo?"
Un amico cattolico presente, rivolto al sacerdote, gli disse "Allora, cosa rispondi?"
Non arrivò alcuna risposta ma spero che l'animo sincero di questo sacerdote abbia iniziato a meditare su ciò.



Alcune considerazioni.
Quando la chiesa cattolica romana parla dell'assunzione di Maria in cielo intende dire che ella è stata assunta in cielo anche con il corpo.
Per giustificare questo mio "anche" è necessario sapere com'è fatto l'essere umano.

Su questo argomento la Scrittura dice:

"
Or l'Iddio della pace vi santifichi Egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima ed il corpo, sia conservato irreprensibile, per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo." (I Tessalonicesi 5:23)

Con questo versetto si definisce perfettamente "l'intero essere" dell'uomo che, contrariamente a quanto creduto dai materialisti, è formato da tre realtà:
1. spirito;
2. anima;
3. corpo.
Una trinità a somiglianza di quella santa di Dio!

Mi viene da pensare che infatti, anche Dio si completa nello:

1. Spirito (Santo);
2. Anima (il Suo Amore, "Dio è Amore" dice San Giovanni!)
3. Corpo (Gesù Cristo, come dice la Scrittura: "il quale è l'immagine dell'invisibile Iddio" - Col. 1:15)


LO SPIRITO DELL'UOMO.

"
E l'Eterno Iddio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l'uomo divenne un'anima vivente." (Genesi 2:7)

Questo soffio di Dio che "anima" l'uomo è lo spirito, uno spirito che dà vita al corpo ed assieme a quest'ultimo rende l'uomo "anima" vivente, capace di assolvere alle funzioni per cui è stato creato.

Se ci domandiamo cosa sia lo spirito di un uomo, possiamo essere indotti a credere che approssimativamente esso sia ciò che alcune volte chiamiamo carattere.

Col dire "che una persona sia animata da uno spirito caritatevole (o da uno spirito collerico o da uno mansueto)" si intende definire il carattere che la "guida".

Ad esempio:
Uno spirito di superbia o di orgoglio "spingerà" l'uomo ad innalzarsi sugli altri ed a soggiogarli, uno spirito di avidità tenderà a far operare senza scrupoli l'uomo verso la conquista di cose materiali, uno spirito d'ira spingerà l'uomo alla ribellione, alla lite, all'omicidio, mentre uno spirito di mansuetudine renderà l'uomo forte ed in grado di non reagire alla malvagità ed a sopportare ogni cosa.

Per comprendere meglio, possiamo paragonare lo spirito al motore che fa muovere una nave (il paragone con la nave ci tornerà utile in seguito).

All'inizio, Adamo, il primo uomo, era animato da questo unico spirito che lo conduceva sull'unica rotta che conosceva, quella del bene.

Adamo non conosceva il bene ed il male poiché non aveva ancora trasgredito al comandamento di Dio mangiando il frutto dell'albero proibito (in pratica, arrogandosi il diritto di stabilire da se cosa fosse il bene ed il male).

Quando diciamo che Adamo non conosceva il bene ed il male dobbiamo fare una precisazione che riguarda il significato della sua "conoscenza" cioè bisogna intendere che egli non "conosceva" in quanto non "sapeva valutarne appieno l'essenza".

Adamo, infatti, conosceva Dio, perciò conosceva il bene, anzi il "Sommo Bene", ma non sapeva apprezzarne il valore perché, non avendo ancora conosciuto il male, non poteva avere termini di paragone che potessero fargliene apprezzare la bontà.

Ad esempio, di una persona che ha mangiato sempre e solo cibi dolci si può dire che non "conosce" il dolce per il fatto che non ha termini di confronto che possano farglielo valutare "appieno", infatti non è in grado di descriverne le caratteristiche gustative.

Nello stesso modo Adamo, non conoscendo in alcun modo il male, non "conosceva appieno" il bene.

La sua disobbedienza a Dio, consistente nello stabilire e decidere da solo cos'era "bene e male", portò Adamo lontano da Dio, il danno era fatto! Egli perse quella comunione con il Vero Bene, Dio, che per mezzo del Suo Spirito santo gli dava le indicazioni sul cammino da percorrere.

Facciamo due esempi:
1. prima della disobbedienza Adamo era come la nave (il corpo), sospinta dal motore (il suo spirito), che veniva diretta dal timoniere (lo Spirito di Dio);

2. dopo la disobbedienza Adamo si trovò senza il timoniere e dovette adattarsi personalmente a questo compito con i risultati fallimentari che conosciamo.

Ora, lo spirito non ama la solitudine, è gregario e tende ad associarsi ad altri spiriti per cui lo spirito di Adamo, avendo perso la compagnia dello Spirito di Dio che gli faceva anche da guida e da difesa, si lasciò sedurre dagli altri spiriti del male conosciuti nella sua disobbedienza.

Questa è la causa della fragilità spirituale dell'uomo, la perdita della sua difesa, il distacco dallo Spirito santo di Dio.

Come un uomo che perde le difese naturali del suo organismo è preda di ogni male che gli si avvicina così è colui che perde la sua difesa spirituale, Dio.

Questo male che colpì Adamo si insediò, per così dire, nel suo DNA e si trasmise geneticamente a tutti gli uomini con un'unica eccezione, Cristo Gesù poiché Egli non nacque da seme d'uomo.

Per questo motivo gli uomini nati dopo Adamo, privi della difesa dello Spirito di Dio, hanno compiuto e compiono cattive scelte e percorrono sentieri o rotte (per tornare all'esempio della nave) errate.

È necessario, quindi, riavere il Timoniere giusto, lo Spirito di Dio, e ciò è possibile per mezzo di Cristo Gesù nostro Signore.

Come ci consiglia la Scrittura (ved. Vangelo di Giovanni, cap. 3), bisogna nascere di nuovo, da Dio per riacquistare, così, di nuovo, il Suo santo Spirito il quale ci condurrà sulla rotta giusta.

Allora, come dice il profeta Isaia:
- … quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: "Questa è la via; camminate per essa!" (Isaia 30:21)

Lo spirito dell'uomo, in genere, tende a soddisfare tutti i desideri della carne e per questo spinge l'uomo ad operare senza alcun freno morale.

Solo se dentro l'uomo si trova lo Spirito Santo, ed a questo egli ha sottoposto il proprio spirito, allora sarà in grado di scegliere sempre il bene voluto da Dio.

Lo Spirito di Dio è concesso a coloro che Gli obbediscono, questo è ciò che dice la Scrittura:

"E noi siam testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che gli ubbidiscono" (Atti 5:32).


Gli spiriti malvagi
Gli spiriti sono entità demoniache, dotate di libero arbitrio, dotati di poteri soprannaturali limitati, che operano secondo i loro propositi malvagi.

Questi spiriti malvagi sono i cattivi consiglieri che, penetrati nell'uomo, avvicinano il suo spirito e lo tentano convincendolo a desiderare e fare il male.

Essi convincono l'uomo al timone della propria nave a percorrere una rotta sbagliata.

Sono questi spiriti che opprimevano (ed ancora oggi opprimono) l'uomo rendendolo schiavo ed infermo quelli che Gesù scacciò da molti indemoniati.

"
Poi, venuta la sera, gli presentarono molti indemoniati; ed egli, con la parola, scacciò gli spiriti e guarì tutti i malati, (Matteo 8:16).



Gli spiriti buoni
Appartengono a Dio, sono entità spirituali dotati di libero arbitrio, con poteri soprannaturali concessi loro da Dio per ministrare il bene, sono detti anche "angeli di Dio".

Parlando di questi spiriti buoni, San Paolo dice:
"Non sono eglino tutti spiriti ministratori, mandati a servire a pro di quelli che hanno da eredare la salvezza?" (Ebrei 1:14)

In genere, lo spirito suscita in una persona desideri che spingono il corpo ad operare per soddisfare questi ultimi, se lo spirito che si trova dentro l'uomo è buono lo spingerà ad operare verso il bene, se è malvagio lo spronerà verso il male.

Sta all'uomo la scelta dello spirito al quale dare ascolto.

Se vuole farsi condurre da uno spirito buono, dovrà scegliere di avere in se prima quello di Dio.

Il ritorno in noi dello Spirito santo ci è stato promesso da Gesù che ci ha detto:
"Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti. E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in perpetuo, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi" (Giovanni 14:15-17).


Il distacco dello spirito dell'uomo dal suo corpo
Lo spirito con la morte del corpo ritorna a Dio dal quale ha avuto origine.

Anche quello che dava vita al corpo di Gesù, alla sua morte, tornò al Padre.

È scritto infatti:
"E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rendé lo spirito." (Matteo 27:50) e a chi lo rese se non al Padre, come spiega bene la Scrittura dicendo:

"E Gesù, gridando con gran voce, disse: Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio. E detto questo spirò." (Luca 23:46)
 (Badiamo bene che Gesù disse "rimetto" cioè, metto di nuovo!).

I discepoli del Signore sapevano ciò benissimo, infatti ricordiamo le parole di Stefano:

"E lapidavano Stefano che invocava Gesù e diceva: Signor Gesù, ricevi il mio spirito" (Atti 7:59).

Egli rimetteva il suo spirito nelle mani di Gesù ben sapendo che Gesù è Dio!


L'ANIMA
L'anima corrisponde al nostro "io sono", è la nostra individualità unica ed irripetibile, ciò che Iddio ha creato in modo meraviglioso a Sua immagine e somiglianza.

Per questo ogni creatura umana può dire che nella creazione, dalla sua origine alla fine, non c'è stata, né ce ne sarà mai, un'altra così.

Estendendo tale concetto a tutta la creazione, possiamo osservare che di tutte le cose create non c'è replica d'identità.

Stelle, pianeti, uomini, animali, vegetali, minerali, possono essere simili ad altri ma mai la stessa cosa.
Non c'è stato né ci sarà mai un altro "TE" o "ME".

Per questo l'anima dell'uomo è così preziosa e cara al Signore Gesù. Egli, infatti, per riscattarla dalla morte causatale dal peccato (morte nel senso spirituale), ha dato la Sua vita sulla croce.


La resurrezione dell'anima
Gesù disse:
"In verità, in verità io vi dico: L'ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figliuol di Dio; e quelli che l'avranno udita, vivranno" (Giovanni 5:25).

Questo ci fa comprendere che ancor prima della resurrezione della carne è necessario che ci sia nell'uomo la resurrezione della propria anima morta per il peccato e questa resurrezione può e deve avvenire in questa vita, ora, e,come abbiamo letto, ascoltando la voce del Cristo di Dio.

L'espressione di Gesù: "… Lascia i morti seppellire i loro morti; ma tu va' ad annunziare il regno di Dio" (Luca 9:60) e quella di San Paolo: "Se dunque voi siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di sopra dove Cristo è seduto alla destra di Dio" (Col. 3:1) ci parlano di una morte e di una resurrezione durante questa nostra "vita terrena".

L'Apostolo Giovanni ci attesta una resurrezione in Vita Eterna dicendo:
"Io v'ho scritto queste cose affinché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figliuol di Dio" (I Giovanni 5:13).

Questa è la resurrezione dell'anima.
È durante questa vita terrena che l'anima deve tornare a rivivere di Vita Eterna.


IL CORPO
Il corpo è la parte meglio conosciuta all'uomo delle tre che lo compongono e non solo la più conosciuta ma anche la più studiata, curata e considerata.

Tutti gli uomini, prima di accettare il consiglio di Dio, dedicano al proprio corpo tutte le attenzioni possibili cercando di soddisfarne, in tutti i modi, i bisogni o desideri.

Un teorico del lavoro, di nome Maslow, definì una "scala dei bisogni" dell'uomo.
Alla base, come primo gradino, troviamo i bisogni "fisiologici" (cibo, riposo, ecc.).
Al secondo gradino, il bisogno di "sicurezza" (salute, abitazione, ecc.)
Al terzo, quello di "appartenenza" (affetto, amicizia, comprensione, inserimento in un gruppo).
Al quarto, quello di "stima" (rispetto di se, riconoscimento, ecc,).
Al quinto, sull'ultimo gradino, "Autorealizzazione".

Iniziamo a vedere brevemente questi bisogni dell'uomo collegandoli alla Scrittura.
Cercare di soddisfare questi bisogni è normale e giusto ma a condizione che anche i mezzi usati per raggiungere questo traguardo lo siano.
I bisogni fisiologici (cibo, riposo, ecc.).

Cibo
Premesso che è giusto sfamarsi, dobbiamo però considerare i mezzi usati per soddisfare questo bisogno; sappiamo infatti che per raggiungere questo obiettivo alcuni lavorano onestamente mentre altri rubano e commettono azioni deprecabili (non vale l'assurda ipotesi di chi prospetta in quest'ultimo caso una "necessità" secondo il detto "il fine giustifica i mezzi").

Il pensiero di non potere avere di che sfamarsi preoccupa solo i non credenti, quelli che non credono nelle parole di Gesù che disse:

"
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutrisce. Non siete voi assai più di loro?" (Matteo 6:26) .

poiché, come dice la Scrittura:
"… l'uomo non vive soltanto di pane, ma vive di tutto quello che la bocca dell'Eterno avrà ordinato." (Deuteronomio 8:3).

Riposo
Anche per soddisfare il bisogno di riposo (che non è solo quello del corpo), bisogna ascoltare le parole di Gesù:

"Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo" (Matteo 11:28).

Non è l'abilità dell'uomo che gli soddisferà i propri bisogni ma la grazia di Dio!

I bisogni di sicurezza (salute, abitazione, ecc.).
Anche per questi bisogni, come per tutti gli altri che considereremo, vale quanto premesso al punto precedente.

Salute.
Uno di questi bisogni, la salute del corpo, tanto voluta dall'uomo, non è mai completamente nelle mani di quest'ultimo per diversi motivi, il primo dei quali consiste nel fatto che egli non vive secondo la volontà di Dio.
Come può conservare la salute del corpo un uomo che vive (si fa per dire!) nei vizi della carne, assume droghe e tante altre cose (vino, e bevande alcoliche) in maniera smodata?

La Scrittura ci dice di possedere in tutta santità il proprio corpo:

"che ciascun di voi sappia possedere il proprio corpo in santità ed onore" (I Tessalonicesi 4:4) ...

facendone, così, il Tempio di Dio, com'è scritto ancora:

"E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?" (I Corinzi 6:19).

Anche quando, per cause imponderabili, l'uomo perde la salute del proprio corpo, c'è una speranza in Cristo Gesù.

Ricordiamo un episodio evangelico.
"… ecco una donna, malata d'un flusso di sangue da dodici anni, accostatasi per di dietro, gli toccò il lembo della veste.
Perché, diceva fra sé: Sol ch'io tocchi la sua veste, sarò guarita. E Gesù, voltatosi e vedutala, disse: Sta' di buon animo, figliuola; la tua fede t'ha guarita. E da quell'ora la donna fu guarita" (Matteo 9:20-22).

Abitazione
Il bisogno di un'abitazione, tanto giusto se desiderato e realizzato lecitamente, non dovrebbe essere considerato "indispensabile" dal credente che offre la propria vita al Signore.

Egli si ricorderà delle parole del suo Maestro:

"E Gesù gli disse: Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figliuol dell'uomo non ha dove posare il capo" (Matteo 8:20).

Gesù disse: "Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!
Nella casa del Padre mio ci son molte dimore; se no, ve l'avrei detto; io vo a prepararvi un luogo; e quando sarò andato e v'avrò preparato un luogo, tornerò, e v'accoglierò presso di me, affinché dove son io, siate anche voi" (Giovanni 14:1-3).

Chi ha come meta quell'abitazione perfetta, celeste ed eterna preparata dal Signore per noi?

I bisogni di appartenenza (affetto, amicizia, comprensione, ecc.)
L'uomo indirizza ogni suo sforzo per soddisfare questi bisogni che lo porteranno sempre più in alto in questo mondo verso la sua autorealizzazione.
Il desiderio dell'uomo è di appartenere ad un gruppo di alto prestigio umano.
Nessuno desidera appartenere ad aggregazioni considerate umili.
Ed a qualsiasi gruppo riesca ad appartenere l'uomo cerca la scalata del successo.

Così, un impiegato desidererà essere Capo della propria Azienda, un magistrato presidente della Corte Costituzionale, un militare capo delle Forze armate, un politico Presidente della Repubblica o capo del Governo.

L'uomo, nei gruppi ove cerca di inserirsi, vuole sentire verso di sé affetto, amicizia e comprensione, ma può essergli dato tutto ciò dall'uomo?

Certamente no; chi la pensa diversamente è destinato ad essere continuamente deluso dagli altri uomini poiché il vero amore, che comprende tutto ciò, proviene solo da Dio e ci viene concesso tramite Cristo Gesù.

La Scrittura ci dice:
"Nessuno ha amore più grande che quello di dar la sua vita per i suoi amici." (Giovanni 15:13) e Gesù ha dato la Sua vita per noi che siamo i Suoi amici se facciamo le cose che Egli ci ha comandato, come dice nel versetto successivo:

"
Voi siete miei amici, se fate le cose che vi comando" (Giovanni 15:14).

Nel mondo, però, tutti gli uomini si indirizzano verso mete effimere e verso chi non può soddisfare i loro bisogni!

• Chi cerca l'amore di Dio?
• Chi cerca di appartenere al Suo popolo, alla Sua chiesa?
• Chi desidera essere Re e Sacerdote di Dio?
Che ognuno che legge possa rispondere: "IO".

Il bisogno di stima (rispetto di sé, riconoscimento degli altri)
Dopo aver cercato ed essersi convinto di aver trovato affetto, amicizia e comprensione da parte di altri uomini, ecco che subito dopo l'uomo, sentendosi soddisfatto del proprio stato, vuole il rispetto di sé (l'autostima).

Rimanendo in superficie e non esaminando in profondità la propria vita con onestà, l'uomo può ancora ritenersi soddisfatto di se stesso ma se la sua vita viene illuminata dalla luce di Dio allora le cose cambiano egli la vedrà bene, in verità, e ne avrà orrore.

Il riconoscimento degli altri, inteso come lode da parte di altri uomini per meriti ottenuti o qualità dimostrate, è sempre falso o inesatto, influenzato da un giudizio che segue la consuetudine e non quella realtà che ha radici nella Verità espressa dalla Parola di Dio.

La Parola dice che: "… tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio" (Romani 3:23).

Tutte le azioni, all'apparenza nobili ed onorabili, che NON sono dettate dallo Spirito di Dio, sono fatte dagli uomini per orgoglio al fine di riceverne lode dai propri simili.

Gesù disse:
"Quando dunque fai limosina, non far sonar la tromba dinanzi a te, come fanno gl'ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. Io vi dico in verità che cotesto è il premio che ne hanno" (Matteo 6:2).

Solo chi ha avuto un cuore nuovo, circonciso, trasformato da Dio, agisce senza attribuirsi alcun merito; di questi uomini parla la Scrittura dicendo:

"… ma Giudeo è colui che lo è interiormente; e la circoncisione è quella del cuore, in ispirito, non in lettera; d'un tal Giudeo la lode procede non dagli uomini, ma da Dio" (Romani 2:29).

San Paolo non cercò mai la gloria degli uomini, come disse ai Tessalonicesi:

"E non abbiamo cercato gloria dagli uomini, né da voi, né da altri, quantunque, come apostoli di Cristo, avessimo potuto far valere la nostra autorità" (I Tessalonicesi 2:6).

Chi, oggi, cerca la gloria solo da Dio?
Cosa vale di più essere onorati in questa vita da Capi di Stato, Principi, Papi o altre alte cariche che ricevono solo "personaggi illustri" o essere accolti da Cristo Gesù nel Suo Regno con queste parole:

"…. Venite, voi, i benedetti del Padre mio; eredate il regno che v'è stato preparato sin dalla fondazione del mondo" (Matteo 25:34).

Restiamo nell'umiltà al servizio di chi ha bisogno ed ecco, la Parola ci dice:

" … quando sarà apparso il sommo Pastore, otterrete la corona della gloria che non appassisce" (I Pietro 5:4).

ed ancora, se saremo fedeli al Signore:

"… Sii fedele fino alla morte, e io ti darò la corona della vita" (Apocalisse 2:10).

Tutto ciò per i meriti di Gesù il quale ha portato la corona di spine perché noi avessimo quella della gloria e della vita.

Il bisogno di autorealizzazione.
Credo sinceramente che nel mondo sia impossibile realizzarlo poiché anche quando si pensa di esserci riusciti o ci si rende conto che non è quello che si desiderava perché non ci soddisfa a pieno o, più realisticamente, che non dura!

Quanto diverso è il modo di vedere dell'uomo che vive secondo Dio!

Egli, sapendo che è pellegrino in questo mondo, non mira alle cose terrene ma seguendo il consiglio di Dio a quelle celesti, come dice la Scrittura:

"Se dunque voi siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di sopra dove Cristo è seduto alla destra di Dio.
Abbiate l'animo alle cose di sopra, non a quelle che son sulla terra; poiché voi moriste, e la vita vostra è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria" (Colossesi 3: 1-4).

Questa è l'autorealizzazione del credente, in Cristo Gesù e per questo scopo egli accetta i consigli seguenti:

"
Fate dunque morire le vostre membra che son sulla terra: fornicazione, impurità, lussuria, mala concupiscenza e cupidigia, la quale è idolatria.
Per queste cose viene l'ira di Dio sui figliuoli della disubbidienza; e in quelle camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse.
Ma ora deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, maldicenza, e non vi escano di bocca parole disoneste.
Non mentite gli uni agli altri, giacché avete svestito l'uomo vecchio con i suoi atti e rivestito il nuovo, che si va rinnovando in conoscenza ad immagine di Colui che l'ha creato.
Qui non c'è Greco e Giudeo, circoncisione e incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è in ogni cosa e in tutti.
Vestitevi dunque, come eletti di Dio, santi ed amati, di tenera compassione, di benignità, di umiltà, di dolcezza, di longanimità; sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi a vicenda, se uno ha di che dolersi d'un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.
E sopra tutte queste cose vestitevi della carità che è il vincolo della perfezione.
E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un sol corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.
La parola di Cristo abiti in voi doviziosamente; ammaestrandovi ed ammonendovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni, e cantici spirituali.
E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signor Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui" (Colossesi 3:5-17).

La resurrezione del corpo
Con la morte che noi conosciamo è solo il corpo che cessa di vivere ma non per sempre e questo ci è attestato dalla Scrittura che dice:

"
E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi" (Romani 8:11).

ed ancora:
"Infatti, poiché per mezzo d'un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo d'un uomo (Gesù) è venuta la resurrezione dei morti" (I Corinzi 15:21).

Ricordiamoci le parole che Gesù disse a Marta, prima della resurrezione di Lazzaro:

"Gesù le disse: Io son la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà" (Giovanni 11:25).

Per questa viva speranza di resurrezione, il credente non teme la morte e non considera la vita del proprio corpo più di tanto.

Gesù disse:
"Ma a voi che siete miei amici, io dico: Non temete coloro che uccidono il corpo, e che dopo ciò, non possono far nulla di più" (Luca 12:4).

Le membra, o tutto l'intero corpo non valgono più dell'anima.

Per questo ci viene detto:
"Ora, se l'occhio tuo destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché val meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, e non sia gettato l'intero tuo corpo nella geenna" (Matteo 5:29).

Circa questa speranza dei cristiani, la resurrezione della carne, ci parla bene San Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi:

"
Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati, in un momento, in un batter d'occhio, al suon dell'ultima tromba. Perché la tromba suonerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati.
Poiché bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità, e che questo mortale rivesta immortalità.
E quando questo corruttibile avrà rivestito incorruttibilità, e questo mortale avrà rivestito immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: La morte è stata sommersa nella vittoria.
O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo dardo?" (I Corinzi 15:51-55).

Questo mutamento del corpo di carne corruttibile in un corpo incorruttibile è la redenzione o glorificazione del nostro corpo.

La Scrittura, parlando dei credenti dice:
"… ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo in noi medesimi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo" (Romani 8:23).

Nella prima lettera ai Tessalonicesi San Paolo introduce un altro concetto su cosa sia la morte dicendo:

"
Or, fratelli, non vogliamo che siate in ignoranza circa quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza.
Poiché, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, così pure, quelli che si sono addormentati, Iddio, per mezzo di Gesù, li ricondurrà con esso lui.
Poiché questo vi diciamo per parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con potente grido, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo INSIEME con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre col Signore"
(I Tessalonicesi 4: 13-17).

L'ADUNAMENTO DEI SANTI CON IL SIGNORE, COME ABBIAMO LETTO, AVVERRÀ SENZA CHE ALCUNO PRECEDA GLI ALTRI.
Per inciso, come abbiamo potuto leggere, consideriamo anche che San Paolo, riferendosi a quelli che comunemente ed erroneamente chiamiamo "morti" li definisce come "quelli che dormono" confermando il mistero della resurrezione con la stessa espressione usata da Gesù nel definire la "morte" del corpo di Lazzaro.

A tal proposito Gesù disse:
"… Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo" (Giovanni 11:11).

LA VERA MORTE è considerata nella Scrittura quella dell'anima e non quella del corpo, per questo Gesù disse in altra occasione:

"
… Lascia i morti seppellire i loro morti; ma tu va' ad annunziare il regno di Dio" (Luca 9:60).

Dobbiamo, però, ora poter distinguere fra la resurrezione della carne e quella dell'anima ed i loro diversi tempi di accadimento.

RITORNIAMO AL TEMA
Dopo aver ben considerato quanto fin qui detto, possiamo tornare al tema che contrapponeva il dogma papale dell'assunzione di Maria in cielo alla Scrittura.

Adesso siamo in grado di considerare QUANTO SIA ASSURDO PENSARE CHE MARIA ABBIA PRECEDUTO GLI ALTRI NELL'ADUNAMENTO CON IL SIGNORE, poiché il dogma parla di assunzione in cielo con il corpo resuscitato e glorificato e non dell'assunzione in cielo dell'anima e dello spirito e noi ora abbiamo considerato la Scrittura (I Tess. 4: 13-17) che dice chiaramente che TUTTI I CREDENTI, ASSIEME, INCONTRERANNO IL SIGNORE NELL'ARIA.

Questa verità non sminuisce la figura della santa Maria ma rende l'uomo sicuro nella Verità.

Ora, dopo aver letto queste poche righe e, soprattutto considerato alcuni passi della Scrittura che è Parola di Verità, se non l'abbiamo già fatto, dobbiamo operare una scelta di fede.
  • Crediamo alla Parola così come ci viene rivelata nel nostro cuore dallo Spirito Santo o a quanto ci viene proposto dagli uomini?
  • Vogliamo somigliare a quegli uomini ai quali Santo Stefano rivolgeva queste parole: "Gente di collo duro e incirconcisa di cuore e d'orecchi, voi contrastate sempre allo Spirito Santo; come fecero i padri vostri, così fate anche voi." (Atti 7:51)?
  • Oppure a quegli uomini, da evitare, che negli ultimi tempi, secondo quanto dice San Paolo, si manifesteranno come "… egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, irreligiosi, senz'affezione naturale, mancatori di fede, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, temerari, gonfi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza." (II Tim 3:2-5) che …"come Jannè e Iambrè contrastarono a Mosè, così anche costoro contrastano alla verità: uomini corrotti di mente, riprovati quanto alla fede" (II Tim 3:8)?
Se ci atterremo alla Verità, non verremo smentiti e Gesù ci darà la possibilità di renderegli testimonianza .. "perché io vi darò una parola e una sapienza alle quali tutti i vostri avversari non potranno contrastare né contraddire" (Luca 21:15).


_________________



PERCHE' NON BISOGNA CREDERE ALL'ASSUNZIONE DI MARIA?

1) Perché, se fosse vera, i Vangeli e gli altri scritti del Nuovo Testamento ce ne avrebbero sicuramente tramandato il ricordo.

2) Perché sappiamo, invece, che si tratta di una leggenda di cui troviamo le prime tracce solo dal VI secolo dopo Cristo. Lo storico cattolico M. Jugie così parla di questi racconti: "Dal punto di vista storico, il loro valore è assolutamente nullo" (M. Jugse, La mort et l'Assomption; Cit. da G. Mirece, La Vergine Maria, Torre Pellice, Ed. Claudiana, 1959, p. 103).

3) Perché, se l'Assunzione corrispondesse a un fatto storico, e di così grande importanza, sarebbe inspiegabile che la chiesa cattolica abbia atteso tante centinaia di anni prima di farlo sapere autorevolmente.

4) Perché l'Assunzione non solo non ha alcun fondamento storico, ma contraddice l'esplicita affermazione dell'apostolo Giovanni, secondo cui nessuno, all'infuori di Gesù il Figlio di Dio, è ancora risuscitato (Giovanni 3:13), e a quella, non meno esplicita, dell'apostolo Paolo (I Corinzi 15:50).

Paolo ha detto infatti ai Corinzi che Cristo è la primizia di quelli che dormono e che quelli che sono di Cristo (quindi anche Maria) saranno vivificati alla sua venuta.[Cfr. 1 Cor. 15:20-23]





Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...