Ratzinger & Bergoglio: DUE IDOLATRI


Questi gesti che vedete fare a Bergoglio e a Ratzinger in queste foto sono i gesti che fanno gli idolatri, coloro che corrono dietro gli idoli muti e confidano in essi. Ciò è idolatria, e l'idolatria è condannata da Dio.

Nessuno si illuda, gli idolatri non erediteranno il Regno di Dio (1 Corinzi 6:9-10), e quindi neppure questi due uomini entreranno nel regno celeste del nostro Signore se non si ravvederanno e convertiranno dai loro idoli a Dio, e crederanno nel Vangelo di Cristo. 


Chi ha orecchi da udire, oda


http://giacintobutindaro.org/2015/09/12/due-idolatri/


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Ma i Cattolici dicono che non adorano le statue e le immagini ma le venerano,
anzi che neppure venerano le immagini materiali ma venerano chi esse rappresentano; ecco come si esprime il Perardi nel suo manuale: ‘Similmente veneriamo le immagini dei Santi; veneriamo e non adoriamo, e neppure non veneriamo l’immagine materiale in sé ma il Santo o la Madonna in essa rappresentati’ (ibid., pag. 287-288).

Ma questa cosiddetta venerazione resa al personaggio rappresentato dalla scultura o dal dipinto di cui essi parlano, non è altro che uno dei tanti sofismi di cui la curia romana si usa per ingannare sia i Cattolici romani che coloro che non lo sono, infatti così parlando (cioè usando la parola venerazione al posto di quella di adorazione) la curia romana riesce a camuffare l’idolatria e a farla passare semplicemente per un onore.

In effetti non è vero che la chiesa romana non venera le immagini materiali ma bensì le persone che esse rappresentano perché il loro secondo concilio di Nicea afferma quanto segue: ‘L’onore reso all’immagine, infatti, passa a colui che essa rappresenta; e chi adora l’immagine, adora la sostanza di chi in essa è riprodotto’ (Concilio di Nicea II; in Decisioni dei Concili Ecumenici, Torino 1978, pag. 204).

Anche Tommaso D’Aquino conferma ciò quando a proposito dell’immagine di Cristo afferma: ‘Noi invece onoriamo con culto di latria le immagini di Cristo che è vero Dio, non per le immagini stesse, ma per la realtà che raffigurano..’ (Tommaso d’Aquino, op. cit., III, q. 25).

Quindi, in realtà questa venerazione resa alle statue e alle immagini rappresentanti Cristo, Maria o qualche altra persona non è altro che una vera e propria adorazione resa alla statua e all’immagine non importa chi essa rappresenta.


Vediamo ora innanzi tutto cosa dice la Parola di Dio a riguardo delle statue e delle immagini della chiesa cattolica romana e del culto che gli viene reso da essa. Dio dice: “Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù ne’ cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servir loro, perché io, l’Eterno, l’Iddio tuo, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità, fino alla millesima generazione, verso quelli che m’amano e osservano i miei comandamenti” (Es. 20:4-6). Questo é il secondo comandamento dato da Dio a Mosè sul monte Sinai. 


Perciò, secondo la Scrittura peccano sia coloro che le costruiscono queste statue e immagini e sia coloro che le servono. Che poi queste statue vengono servite dai Cattolici romani è una cosa manifesta che non può essere smentita perché essi accendono davanti ad esse delle candele, le puliscono con cura quando hanno bisogno di pulizia, le vestono di sfarzosi paramenti, le adornano di gioielli, le portano su dei piedistalli nelle loro periodiche processioni, e dedicano loro frutta, dolci, ed altre cose. Anche le immagini che essi hanno fatto sono da loro servite perché essi davanti ad esse recitano le loro preghiere, si fanno il segno della croce, si prostrano, accendono i loro ceri, mettono i loro fiori. 

Oltre a tutto ciò, come detto sopra, dinanzi ad esse i Cattolici romani si prostrano con somma riverenza e le adorano e le pregano. Quindi questo loro servizio reso alle statue e alle immagini è contrario alla Parola di Dio. Ora, abbiamo visto prima come i Cattolici romani cercano di difendere il loro culto alle statue e alle immagini, ma come si difendono i Cattolici dall’accusa di rendere a Maria e ai santi, tramite il sussidio delle loro statue e immagini, il culto dovuto solo a Dio? In questo caso fanno ricorso ad un altro sofisma; essi dicono che a loro non gli rendono il culto di latria che deve essere reso solo a Dio, ma un culto inferiore; a Maria il culto di iperdulia (servizio superiore) e ai santi quello di dulia (servizio). 

Ma noi replichiamo: Ma dove mai nella Scrittura si parla di un culto da rivolgere a Maria, un altro ai santi morti e uno a Dio? Ma quando mai nella Scrittura è detto che i defunti siano degni di un qualche tipo di culto? Il culto va reso solo a Dio, il Vivente, e difatti Gesù affermò: “Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il culto” (Matt. 4:10), e questo culto gli va reso in ispirito e verità, perché Gesù disse alla donna samaritana: “Ma l’ora viene, anzi é già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in ispirito e verità; poiché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. Iddio é spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in ispirito e verità” (Giov. 4:23,24); quindi, siccome che noi dobbiamo adorare Dio solo che è l’Onnipotente, l’Onnisciente e l’Onnipresente, e che lui richiede da noi di adorarlo in ispirito e verità appunto perché Egli è spirito, noi non abbiamo bisogno di nessuna immagine, ma dico proprio nessuna, per adorarlo. E il culto rivolto a Maria e ai santi veramente santi e a quelli fatti santi dagli uomini? Esso è in abominio a Dio, quantunque venga fatto passare per un tipo di culto inferiore.

Facciamo notare anche che i teologi papisti dicendo che ai santi e alle loro immagini rendono un culto di dulia, e a Maria e alle sue immagini rendono un culto di iperdulia o extradulia si condannano da loro stessi perché la parola dulia è una parola greca che significa ‘servizio’ e il secondo comandamento dice espressamente a proposito delle sculture e delle immagini: “Non servir loro” (Es. 20:5); notate quindi che alle statue e alle immagini non va reso nessun servizio, né superiore né inferiore. 

[...]
Per questo la Chiesa primitiva non aveva né immagini e neppure statue. Ma col passare del tempo degli uomini corrotti introdussero il culto delle immagini. Da quello che dice Ireneo il culto delle immagini fu introdotto nella Chiesa dagli Gnostici infatti egli dice: ‘Si denominano gnostici ed hanno alcune immagini dipinte, altre fabbricate anche con altro materiale, dicendo che sono l’immagine di Cristo fatta da Pilato nel tempo in cui Gesù era con gli uomini. E le incoronano e le espongono con le immagini dei filosofi del mondo, cioè con l’immagine di Pitagora, di Platone, di Aristotele e degli altri, e riservano ad esse tutti gli altri onori, proprio come i pagani’ (Ireneo, Contro le Eresie, Lib. I, cap. 25,6). Ecco i padri del culto alle immagini che la chiesa cattolica tanto ama e tanto difende definendolo tradizione apostolica!





Prima comunione? Solo un grande business!


In questo periodo molti genitori si trovano ad organizzare un evento che riguarda i propri figli: La Prima Comunione.

Nella Chiesa cattolica viene chiamata prima comunione il momento in cui i fanciulli, ma eventualmente anche persone in età più matura, si accostano per la prima volta al sacramento dell'Eucaristia.

Il culto del 'sacro cuore di Gesù' è idolatria


Il culto del sacro cuore di Gesù.
L’origine di questa devozione al cuore di Gesù è strettamente collegata alle visioni che ebbe una certa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) perché esse servirono ai Gesuiti come appoggio per divulgare questo culto al cuore di Gesù. Questa giovane raccontò che le era apparso Gesù Cristo sopra l’altare, che egli s’era aperto il petto e le aveva mostrato il cuore tra le fiamme, circondato da una corona di spine, squarciato da una ferita e con sopra una piccola croce; insomma quel cuore che oggi è riprodotto in milioni di immagini e su milioni di medaglie.

Cattolici Romani, fuggite l'idolatria e le menzogne del papismo


Fuggite l'idolatria (1 Corinzi 10:14)
Si tratta di idolatria, non solo adorare un falso dio, ma anche adorare il vero Dio in modo falso. Vediamo la bontà di Dio nella nostra nazione, liberandoci dal papismo che è idolatria romana. Egli ci ha portato fuori dall'Egitto mistico, irrompendo gloriosamente la luce della Sua verità in mezzo a noi.
 

Nel passato l'Inghilterra era invasa dall'idolatria, ascoltavamo le Scritture in lingua sconosciuta, abbiamo udito del purgatorio, le indulgenze, le messe idolatre, le preghiere rivolte ai santi e agli angeli, e adorato le immagini di culto. Questa è la religione papista, un'insieme di cerimonie ridicole. Le loro candele, fiori, rosari di perline, olio, crocifissi... sono la politica di Satana, per vestire un culto carnale, montato da menti carnali. Oh! ringraziato e benedetto il nostro Dio per averci liberato dal papismo!

E' stata per me una grazia scampare dall'invasione spagnola, ma maggiore grazia e misericordia mi è stata concessa da Dio per avermi liberato dalla menzogna papista.

"Efraim potrà dire: 'Che cosa io ho più da fare con gl'idoli?'... " (Osea 14:8)


Tratto da: “The Ten Commandments",Thomas Watson (1620 -1686)

Le origini della dottrina antibiblica del purgatorio

Le origini di questa dottrina del purgatorio sono antiche; essa infatti fu inventata per primo da Platone quattrocento anni prima della venuta di Cristo (questo filosofo credeva pure nella reincarnazione). 



Questo filosofo divideva le anime in tre categorie; nella prima erano le anime giuste che erano immediatamente ricevute nelle isole dei beati; nella seconda erano le anime dei sacrileghi, degli omicidi e degli altri cattivi che erano immediatamente condannate ai supplizi eterni nel Tartaro; alla terza categoria appartenevano le anime di coloro che non erano stati abbastanza giusti per essere ammessi alle isole dei beati, né abbastanza cattivi per essere condannati in eterno. 

Il Giubileo cattolico romano è una invenzione umana



Il Giubileo cattolico romano, chiamato anche Anno Santo, è una solenne indulgenza plenaria che viene concessa dal papa. Esso fu inventato da Bonifacio VIII (1294-1303) nel 1300. Con una sua bolla decretò che ogni cento anni chi avesse visitato ‘la basilica di San Pietro e quella di San Paolo in Roma’, e fosse in grazia, cioè assolto dai peccati, avrebbe guadagnato il condono di tutta la pena che avrebbe dovuto soffrire in purgatorio per i peccati commessi. (Durante quel primo giubileo indetto da Bonifacio VIII i cronisti dicono che il denaro veniva raccolto con i rastrelli tanto era abbondante).

Il 'Papa' a confronto con la Parola di Dio


1)
 Il nome PAPA significa “PADRE”. Egli si definisce ed è chiamato ”il santo padre”, ma questo titolo spetta solo a Dio Padre Onnipotente, unico e solo senza peccato. – Egli dice di essere il capo della Chiesa” quando a Cristo solamente appartiene il primato della Chiesa e di ogni cosa. -  Egli ancora afferma di essere il vicario di Cristo cioè il rappresentante di Cristo in terra. Questo titolo spetta esclusivamente allo Spirito Santo (Giovanni 16:13-14). Gesù non approva questi titoli onorifici, leggiamo nella Bibbia Matteo 23:8-9-10
N.B. Chiunque ammette per se uno solo o tutti e tre titoli della Divinità, costituisce il precursore dell’Anticristo.
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