Lista di alcuni “anatema” mai revocati dal Cattolicesimo Romano…

“Anatema”

Il termine anatema deriva dal greco anathema che significa ‘maledetto’
L’espressione anatema ha assunto nei secoli e nelle varie culture significati differenti: da offerta rivolta ad una divinità, ad una situazione di esclusione e ad una sorta di maledizione.
Significato etimologico
La parola anatema deriva dal greco ἀνάθημα (anathêma – letteralmente sospeso. Da ἀνά – ana che significa sopra e da τίθημι – titêmi che significa posare).
Nella Bibbia ebraica
Nel Tanakh ebraico o Antico Testamento cristiano la parola anatema prende un significato vicino a quello della parola tabù: ciò che non bisogna toccare, ciò che è maledetto da Dio. Viene utilizzato nella traduzione greca dei Settanta per rendere la parola ebraica herem con la quale è stata collegata. Per esempio nel libro del Deuteronomio si legge a proposito del divieto di portare a casa propria gli idoli, l’oro e l’argento sottratti ai nemici:
“Non introdurrai quest’abominio in casa tua, perché sarai come esso votato allo sterminio; lo detesterai e lo avrai in abominio, perché è votato allo sterminio” (Deuteronomio 7:26)
Si viene quindi a dire che ciò che è entrato in contatto con la divinità pagana (=offerto alla divinità pagana) è ormai maledetto, non si può toccare, deve essere votato alla distruzione completa; in una parola è anatema. Come le cose, così anche un popolo può essere Anatema. Sempre dal libro del Deuteronomio si legge:
“Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni: gli Hittiti, i Gergesei, gli Amorrei, i Perizziti, gli Evei, i Cananei e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te, quando il Signore tuo Dio le avrà messe in tuo potere e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né farai loro grazia ” (Deuteronomio 7:1,2)
Nel Nuovo Testamento
Nel Nuovo Testamento l’anatema diventa una sentenza di maledizione riguardo ad una dottrina o ad una persona, specialmente in riferimento ad una eresia. Così dice san Paolo nella lettera ai Galati:
 “Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema!” (Galati 1:8):
In un altro passo dice che sarebbe disposto lui stesso di diventareanatema, maledetto, pur di essere di aiuto nella fede cristiana agli ebrei suoi consanguinei:
“Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne” (Romani 9:3)
Nella Chiesa Cattolica Romana
Nella tradizione della Chiesa cattolica ed ortodossa l’anatema è diventata una maledizione contro eretici e dissidenti.
L’anatema ha acquistato una forza maggiore rispetto alla scomunica.
Nella definizione della Scolastica infatti la scomunica separa solamente dalla comunione cristiana (a fraterna societate separat), mentre l’anatema separa dalla Chiesa stessa(ab ipso corpore Christi).
La formula “Se qualcuno dice … sia anàtema” (cioè maledetto) è stata impiegata nella definizione dei dogmi nei Concili. Si veda in particolare il Concilio di Trento.
A partire dal XX secolo nella tradizione della Chiesa il termine è andato in disuso.
Nell’uso comune
Nell’uso comune il termine anatema ha oggi preso il significato di maledizioneScagliare un anatema contro qualcuno significa quindi maledire quella persona.
Tratto da Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Link:http://it.wikipedia.org/wiki/Anatema
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Ecco alcuni anatema mai revocati dalla Chiesa Cattolica Romana:

  1. ‘Se qualcuno afferma che nella chiesa romana (che è madre e maestra di tutte le chiese) non vi è la vera dottrina del battesimo: sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 3);
  2. ‘Chi nega che per la grazia del signore nostro Gesù Cristo, conferita nel battesimo, sia rimesso il peccato originale (…) sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. V,5);
  3. ‘Chi nega che i fanciulli, appena nati debbano essere battezzati (….) sia anatema’ (Concilio di Trento. Sess. V,4);
  4. ‘Se qualcuno afferma che i bambini, poiché non hanno la capacità di credere, ricevuto il battesimo non devono essere considerati cristiani e quindi divenuti adulti, devono essere ribattezzati; o che è meglio omettere il loro battesimo, piuttosto che battezzarli nella fede della chiesa, senza un loro atto di fede;sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 13).
  5. ‘Quelli, i quali affermano che i santi – che godono in cielo l’eterna felicità – non devono invocarsi o che essi non pregano per gli uomini o che l’invocarli, perché preghino anche per ciascuno di noi, debba dirsi idolatria, o che ciò è in disaccordo con la parola di Dio e si oppone all’onore del solo mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo; o che è sciocco rivolgere le nostre suppliche con la voce o con la mente a quelli che regnano nel cielo, pensano empiamente’ (Concilio di Trento, Sess. XXV).
  6. Noi insegniamo, e definiamo essere dogma divinamente rivelato che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando, adempiendo il suo ufficio di pastore e maestro di tutti i cristiani, in virtù della sua suprema autorità apostolica, definisce che una dottrina riguardante la fede o i costumi dev’essere ritenuta da tutta la chiesa, per quell’assistenza divina che gli è stata promessa nel beato Pietro, gode di quella infallibilità, di cui il divino Redentore ha voluto dotata la sua chiesa, allorché definisce la dottrina riguardante la fede o i costumi. Quindi queste definizioni sono irreformabili per virtù propria, e non per il consenso della chiesa [1]. Se poi qualcuno – Dio non voglia! – osasse contraddire questa nostra definizione; sia anatema’ (Concilio Vaticano I, Sess. IV, cap. IV)
  7. ‘Se, quindi, qualcuno dirà che non è per istituzione dello stesso Cristo signore, cioè per diritto divino, che il beato Pietro ha sempre dei successori nel primato su tutta la chiesa; o che il Romano pontefice non è successore del beato Pietro in questo primato: sia anatema
  8. ‘Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non sono necessari alla salvezza, ma superflui, e che senza di essi, o senza il desiderio di essi, gli uomini con la sola fede ottengono da Dio la grazia della giustificazione, anche se non sono tutti necessari a ciascuno; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 4.)
  9. ‘Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non sono stati istituiti tutti da Gesù Cristo, nostro signore, o che sono più o meno di sette, e cioè: il battesimo, la confermazione, l’eucarestia, la penitenza, l’estrema unzione, l’ordine e il matrimonio, o anche che qualcuno di questi sette non è veramente e propriamente un sacramento; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 1)
  10. ‘Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non contengono la grazia che significano, o che non conferiscono la stessa grazia a quelli che non frappongono ostacolo, quasi che essi siano solo segni esteriori della grazia o della giustizia già ricevuta mediante la fede, o note distintive della fede cristiana, per cui si distinguono nel mondo i fedeli dagli infedeli; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 6)
  11. ‘Se qualcuno afferma che l’empio è giustificato dalla sola fede, così da intendere che non si richieda nient’altro con cui cooperare al conseguimento della grazia della giustificazione e che in nessun modo è necessario che egli si prepari e si disponga con un atto della sua volontà; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VI, can. 9).
  12. ‘Chi afferma che per conseguire la remissione dei peccati è necessario che ogni uomo creda con certezza e senza alcuna esitazione della propria infermità e indisposizione, che i peccati gli sono rimessi: sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VI, can. 13)
  13. ‘Se qualcuno afferma che, dopo avere ricevuto la grazia della giustificazione, a qualsiasi peccatore pentito viene rimessa la colpa e cancellato il debito della pena eterna in modo tale che non gli rimanga alcun debito di pena temporale da scontare sia in questo mondo sia nel futuro in purgatorio, prima che possa essergli aperto l’ingresso al regno dei cieli; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VI, can. 30)
  14. ‘Se qualcuno afferma che la santa gloriosa e sempre vergine Maria solo impropriamente e non secondo verità è madre di Dio (…) e non la ritiene davvero e secondo verità madre di Dio (…) costui sia anatema’ (2° concilio Costantinopoli. Maria fu definita madre di Dio dal concilio di Efeso del 431)
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E’ bene far notare che tutte queste maledizioni non sono mai state ritirate ufficialmente dalla gerarchia ecclesiastica romana, e che quindi sono tuttora valide!
E’ quindi evidente che tutti coloro che pensano che sia giusto e non vi sia nulla di male nell’allacciare rapporti ecumenici di qualsivoglia con il cattolicesimo romano errano grandemente, in quanto queste minacce di maledizione sono tutte rivolte a coloro che vogliono attenersi strettamente alla Parola di Dio!
Inoltre, nella Sua Parola il Signore ci dice di non mischiarci “…con alcuno che, chiamandosi fratello… sia un idolatra” (1° Corinzi 5:11)
“Poi udii un’altra voce dal cielo che diceva: USCITE DA ESSA O POPOLO MIO, AFFINCHE’ NON SIATE PARTECIPI DEI LORO PECCATI e non abbiate parte alle sue piaghe; poiché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle iniquità di lei”… ”Babilonia la grande, la madre delle prostitute e delle abominazioni della terra… vestita di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle… ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù… le sette teste SONO SETTE MONTI SUI QUALI LA DONNA SIEDE” (Apocalisse Cap.17 e 18).
Qualcuno obbietterà che Apocalisse 17 chiude con le seguenti parole :“La donna che hai vista è la grande città che domina sui re della terra”, e quindi non può essere che la CITTA’ dì Roma.
Ma faccio notare, che C’E’ UN ALTRA CITTA’, CHE “SIEDE” SULLA CITTA DI ROMA”…

IL VATICANO!


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