Il discorso dei cattolici romani fatto con le Scritture a sostegno della tradizione è falso


Come abbiamo visto il Perardi afferma che una sola volta la Scrittura è dichiarata utile e poi che essa è dichiarata utile per i sacri ministri e non per tutti i fedeli e poi che essa è utile e non necessaria. Come replichiamo noi? Così. 
Innanzi tutto diciamo che è falso che solo una volta la Scrittura è dichiara­ta utile, perché Paolo a Tito verso la fine dell’epistola gli dice: “Queste cose sono buone ed utili agli uomini”.[Tito 3:8]

LA DIDACHÈ NON È OPERA DEGLI APOSTOLI DEL SIGNORE

IL RITORNO DI GESÙ - Confutazione della dottrina papista

La dottrina dei teologi papisti
Al ritorno di Cristo i credenti viventi morranno e risorgeranno assieme a coloro che erano già morti, e non inizierà nessun regno millenario.

Nel Nuovo Manuale del Catechista si legge: ‘Gesù Cristo tornerà visibilmente su questa terra alla fine del mondo per giudicare i vivi e i morti, ossia tutti gli uomini, buoni e cattivi (…) Insegnandoci che nostro Signore Gesù Cristo verrà a giudicare tutti, i vivi ed i morti, il Catechismo ci spiega pure che per morti qui intende i cattivi, e per vivi i buoni’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 164).

Che cosa significa tutto ciò? Che secondo la dottrina cattolica quando Cristo tornerà, non inizierà il millennio durante il quale i santi regneranno con lui sulla terra; e difatti essi rigettano il millennio come periodo di mille anni durante il quale Cristo regnerà sulla terra con i suoi santi. Pasquale Lorenzin in Teologia dogmatica, parlando del millenarismo sorto nei primi tempi della Chiesa, lo chiama eresia. (Vedi più sotto)

LA REMISSIONE DEI PECCATI - Confutazione della dottrina papista


La dottrina dei teologi papisti
La remissione dei peccati si ottiene con la fede e le opere e nessuno può essere sicuro di possederla

Il concilio di Trento, il 13 Gennaio del 1547, decretò quanto segue: ‘Quantunque sia necessario credere che i peccati non vengano rimessi, né siano stati mai rimessi, se non gratuitamente dalla divina misericordia a cagione del Cristo: deve dirsi, tuttavia, che a nessuno che ostenti fiducia e certezza della remissione dei propri peccati e che si abbandoni in essa soltanto, vengono rimessi o sono stati rimessi i peccati, mentre fra gli eretici [1] e gli scismatici potrebbe esservi, anzi vi è, in questo nostro tempo, e viene predicata con grande accanimento contro la chiesa cattolica questa fiducia vana e lontana da ogni vera pietà’ (Concilio di Trento, Sess. VI, cap. IX); 

LA VITA ETERNA > Confutazione della dottrina papista


La dottrina dei teologi papisti
La vita eterna ce la si deve guadagnare.

Quando si parla della salvezza anche con i Cattolici romani si parla molto della salvezza dall’inferno, ma su di essa – come ben sapete – non ci si trova per nulla d’accordo con loro.

Noi infatti diciamo loro che per la grazia di Dio abbiamo (o possediamo) la vita eterna e che perciò quando moriremo andremo subito in paradiso con Gesù, mentre loro ci rispondono dicendo che non sono sicuri di andare in paradiso ma che stanno facendo del loro meglio per guadagnarselo [1].

IL PECCATO - Confutazione della dottrina papista

La dottrina dei teologi papisti
I peccati si distinguono in veniali e mortali; i primi non privano chi li commette della grazia, mentre i secondi sì. I peccati veniali si espiano anche senza confessione; quelli mortali invece abbisognano della confessione per essere perdonati.
La dottrina sul peccato che insegna la chiesa romana, cioè il come si viene liberati dai peccati e la distinzione dei peccati, sta alla base dei suoi due sacramenti indispensabili alla salvezza, ma essa sta anche alla base del purgatorio. Ritengo dunque utile esporvela per sommi capi affinché possiate comprendere bene il perché il purgatorio è una dottrina indispensabile nella teologia papista.

IL GIUDIZIO PARTICOLARE - Confutazione della dottrina papista

La dottrina dei teologi papisti
Subito dopo morti l’anima di ogni uomo subisce un giudizio divino e viene mandata in base al suo esito o in paradiso o al purgatorio o all’inferno.
Il catechismo afferma: ‘Il giudizio particolare è quello che subisce l’anima di ogni uomo, subito dopo la morte. Non appena essa è separata dal corpo, si presenta dinanzi a Gesù Cristo, a rendere conto della sua vita. E’ opinione di molti pii scrittori che il giudizio particolare si compia nel luogo stesso dove la persona viene a morire; spirati, l’anima incontra subito Gesù Cristo suo giudice, cui deve rendere conto di tutto il proprio operato (….) Dopo il giudizio particolare, l’anima, se è senza peccato e senza debito di pena, va in Paradiso; se ha qualche peccato veniale o qualche debito di pena, va in Purgatorio finché abbia soddisfatto; se è in peccato mortale, qual ribelle incon­vertibile a Dio, va all’Inferno’.
[
Giuseppe Perardi, op. cit.,
 pag. 166,170]


CONFUTAZIONE

APPENA MORTI NON AVVIENE NESSUN GIUDIZIO PARTICOLARE


Questa dottrina papista è falsa
perché quando una persona muore sia che sia un figliuolo di Dio o un figliuolo del diavolo, essa non va davanti a Gesù Cristo per essere giudicato e quindi dichiarato assolto nel primo caso o condannato nel secondo.

Questo perché Gesù ha detto in riferimento a coloro che credono in lui: “Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”,[
 Giov. 5:24] 

ed anche: “Chi crede in lui non è giudicato”;
[Giov. 3:18] mentre per coloro che rifiutano di credere in lui ha detto: “Chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figliuol di Dio”.[Giov. 3:18]
Quindi, la persona quando muore se credente va subito in paradiso in attesa di ricevere il premio della sua fatica (alla risurrezione), se incredulo se ne va subito all’inferno nei tormenti in attesa del giudizio e della relativa condanna (che riceverà sempre alla risurrezione); non c’è nessun giudizio particolare che essa deve subire subito dopo morta, perché all’atto della morte o è già giudicato o non è giudicato.

Per concludere, mediante la fede la persona non viene giudicata ma giustificata sin dalla terra; senza la fede invece la persona è già giudicata sin dalla terra.

Tratto da:
G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana
Libro on-line sul sito la nuova Via
Scarica il libro in formato WORD o PDF

L' IMPOSTURA PAPISTA DELLE INDULGENZE


Analizziamo ora l’insegnamento sulle indulgenze perché anch’esse sono state e sono fonte di grande guadagno per il papato.
L’indulgenza plenaria – secondo l’insegnamento papale – è la remissione di tutta la pena temporanea dovuta per i peccati, il che significa che coloro che la prendono (se muoiono subito dopo) se ne vanno subito in paradiso senza passare dal Purgatorio perché non gli rimangono più pene per i peccati da scontare nell’al­dilà! Che bisogna fare per acquistarla? Occorre compiere l’opera indulgenziata, la confessione, la comunione e recitare la preghiera secondo le intenzioni del papa dei Cattolici romani. L’opera indulgenziata talvolta è la visita a determinate basiliche o luoghi di pellegrinaggio, il che equivale a dire di portare offerte là dove si è diretti. E così le casse papali si riempiono di denaro.
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