I SACRAMENTI - Confutazione della dottrina papista


La dottrina dei teologi papisti
I sacramenti sono segni efficaci della grazia istituiti da Cristo, sono sette e conferiscono la grazia che rappresentano.
Secondo i teologi papisti ‘i Sacramenti sono segni efficaci della grazia, istituiti da Gesù Cristo per santificar­ci’.[Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 430]

Ma qual’è il significato di queste parole? Questo: ‘
I Sacramenti sono segni della grazia, perché con la parte sensibile che hanno, significano o indicano quella grazia invisibile che conferiscono; e ne sono segni efficaci, perché significando la grazia realmente la conferiscono’.[
Ibid., pag. 430]
Ma quali sono per la chiesa romana questi sacramenti istituiti da Gesù Cristo? Questi: Il battesimo, la confermazione, l’euca­restia, la penitenza, l’estrema unzione, l’ordine e il matrimo­nio, quindi sono sette.[1]
E per chi non li accetta tutti e ne nega l’efficacia ci sono i seguenti anatemi: ‘Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non sono stati istituiti tutti da Gesù Cristo, nostro signore, o che sono più o meno di sette, e cioè: il battesimo, la confermazione, l’eucarestia, la penitenza, l’estrema unzione, l’ordine e il matrimonio, o anche che qualcuno di questi sette non è veramente e propriamente un sacramento; sia anatema’;[2] ‘Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non contengono la grazia che significano, o che non conferiscono la stessa grazia a quelli che non frappongono ostacolo, quasi che essi siano solo segni esteriori della grazia o della giustizia già ricevuta mediante la fede, o note distintive della fede cristiana, per cui si distinguono nel mondo i fedeli dagli infedeli; sia anatema’.[3]
[1] La dottrina dei sette sacramenti risale al dodicesimo secolo quando Pietro Lombardo nelle sue sentenze enumerò i sette sacramenti. Per questo i teologi papisti non possono provare né con le Scritture e neppure con gli scritti dei loro padri (Agostino, Girolamo, ecc.) questa dottrina. Hanno però come al solito giustificato la mancanza di tali conferme con l’ennesimo sofisma. Il Bartmann per esempio afferma che ‘la ragione più profonda della deficienza nelle fonti cristiane primitive e patristiche circa il numero settenario dei sacramenti, ed anche circa una qualsiasi enumerazione di essi, consiste evidentemente nella mancanza di una elaborazione sistematica della dottrina sacramentale..’ (Bernardo Bartmann, Teologia dogmatica, vol. III, pag. 62). In altre parole gli apostoli (ed anche i cosiddetti padri della Chiesa) non avrebbero esposto la dottrina dei sette sacramenti perché non la elaborarono in maniera sistematica come fecero poi i sommi dottori papisti dal dodicesimo secolo in poi!
[2] Concilio di Trento, Sess. VII, can. 1. Facciamo notare che questo anatema colpisce persino alcuni cosiddetti padri della Chiesa come Ambrogio, Agostino e Crisostomo per i quali i sacramenti non erano sette ma meno.
[3] Concilio di Trento, Sess. VII, can. 6. A proposito del conferimento della grazia da parte dei sacramenti i teologi papisti usano l’espressione ex opere operato che viene spiegata dal Bartmann in questi termini: ‘I sacramenti operano non in virtù della santità di chi li amministra o dello sforzo morale e religioso di chi li riceve, ma ‘per intrinseca virtù, in quanto sono azioni di Cristo stesso, che comunica e diffonde la grazia del Capo divino nelle membra del Corpo mistico (Enc. Mediator Dei)’ (Bernardo Bartmann, op. cit., pag. 36). Ecco perché nella chiesa cattolica il battesimo viene ministrato ai neonati che non possono ancora capire o credere, e perché l’assoluzione e l’estrema unzione vengono date anche a coloro che sono ormai già privi di sensi; perché viene insegnato che quelle azioni conferiscono di per sé la grazia senza il bisogno dell’assenso di chi li riceve. E contro chi non accetterà questa dottrina c’è il seguente anatema tridentino: ‘Se qualcuno afferma che con i sacramenti della nuova legge la grazia non viene conferita ex opere operato, ma che è sufficiente la sola fede nella divina promessa per conseguire la grazia; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 8).


CONFUTAZIONE
CRISTO HA ISTITUITO DUE ORDINAMENTI CHE NON CONFERISCONO LA GRAZIA

Cristo non ha istituito sette sacramenti ma solo due ordinamenti che sono il battesimo e la cena del Signore. E questi ordinamenti non sono la sorgente d
ella grazia [1] perché la grazia procede da Dio e da Cristo Gesù infatti l’apostolo Paolo quando salutava le chiese all’inizio delle sue epistole diceva: “Grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signor Gesù Cristo”,[2] il che mostra che lui credeva che la grazia scaturiva da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo e non dagli ordinamenti dati da Cristo. 
Notate che assieme alla grazia è menzionata pure la pace, quindi come non si può dire che la pace scaturisce dagli ordinamenti così non si può dire che la grazia scaturisca dagli ordinamenti.

Anche Giovanni ha confermato che la grazia si riceve da Dio per mezzo di Cristo e non per mezzo degli ordinamenti quando dice: “E’ della sua pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia sopra grazia. Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità son venute per mezzo di Gesù Cristo”.[Giov. 1:16,17]
Come potete vedere, da ciò che insegna la Scrittura si deduce che è errato pensare che la grazia di Dio sia conferita dai sacramenti della chiesa romana. E i fatti confermano ciò, perché tanti nostri fratelli che prima erano Cattolici romani quantunque avevano ricevuto il battesimo cattolico, la cresima, la comunione, e si erano confessati al prete per anni, hanno ricevuto la grazia che procede da Dio quando si sono ravveduti ed hanno creduto nel Vangelo.

Per essa sono stati salvati dai loro peccati, per essa sono stati perdonati appieno e purgati da ogni loro peccato. L’hanno dunque ricevuta senza compiere riti di nessun genere ma solo credendo in Cristo; direttamente da Dio per mezzo di Cristo.

Si tenga però ben presente a proposito di quanto appena detto che sia il ravvedimento che si è prodotto in essi e la fede mediante cui essi sono stati perdonati e salvati da Dio, sono tutte cose che vengono concesse da Dio secondo il beneplacito della sua volontà a coloro che lui vuole, per cui il fatto che essi hanno potuto pentirsi e credere nel Signore Gesù Cristo sono una manifestazione della grazia di Dio verso di loro.


In altre parole si deve dire che essi si sono ravveduti e hanno creduto per la grazia che Dio aveva innanzi i secoli deciso di manifestare verso di loro e che nella pienezza dei tempi ha manifestato dandogli il ravvedimento e la fede indispensabili per essere salvati. Cosicché si deve riconoscere che se è vero che per la sola fede in Cristo abbiamo ricevuto grazia sopra grazia da Dio, è altresì vero che la fede che abbiamo, essendo un dono di Dio e non qualcosa che viene da noi, è essa stessa una grazia, un favore di Dio da lui datoci nella sua grande misericordia perché così Egli aveva deciso a nostra insaputa senza che noi meritassimo alcunché da lui, altrimenti grazia non sarebbe più grazia.

Ecco perché dobbiamo dire che non abbiamo nulla, quindi neppure la fede, che non abbiamo ricevuto da Dio nella sua grande misericordia; e perché non abbiamo nulla di che gloriarci davanti a Dio, perché la salvezza ricevuta è stata un opera interamente compiuta da lui in noi senza che noi sapessimo nulla di questo suo glorioso piano verso di noi e indipendentemente dalla nostra volontà. Come ben dice Paolo: “Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia”.[Rom. 9:16]
Ho voluto fare questo discorso per dimostrare che se è vero che per mezzo di Cristo “abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia”,[Rom. 5:2] come dice Paolo, è altresì vero che abbiamo avuto accesso a questa grazia per la grazia di Dio perché la fede ce l’ha donata Dio. A Dio sia la lode e la gloria. Amen.
Quanto detto qui sopra quindi annulla tutta la dottrina cattolica sull’efficacia dei sacramenti; potremmo perciò fermarci qui, senza proseguire a confutare uno per uno i loro sacramenti. Ma vogliamo lo stesso farlo per dimostrare a tutti con le Scritture come, quantunque i teologi papisti prendono le sacre Scritture per sostenere che i loro sette sacramenti conferiscono la grazia, questi loro sacramenti non conferiscono nessuna grazia. Vogliamo così rendere giustizia alla Parola di Dio da loro male interpretata a danno di tante anime nel mondo.
[1] Il battesimo quindi non rigenera chi lo riceve perché egli è stato già rigenerato dalla Parola di Dio da lui ricevuta per fede prima di sottoporsi al battesimo e siccome ha bisogno di essere preceduto dalla fede del battezzando per essere valido non può essere ministrato a dei neonati. E la cena del Signore non accresce la grazia e non rimette nessun peccato perché con essa si ricorda la morte del Signore e si ha comunione con il suo corpo e il suo sangue. Anche in questo caso occorre la fede per poter partecipare alla cena del Signore e discernere il suo corpo per cui essa non si può dare a dei neonati che non hanno ancora la fede e non possono discernere il corpo del Signore. In tutti e due gli ordinamenti quindi si comprende come il concetto di ex opere operato (cioè che non è necessario l’assenso morale o religioso di chi li riceve) non sussiste perché essi non hanno quelle virtù che dicono i Cattolici e perché se manca l’assenso del ricevente l’ordinamento è nullo. Altra cosa invece è se il ricevente il battesimo o la cena del Signore ha la fede, e chi amministra il battesimo o la cena del Signore è un ministro che non si conduce in maniera degna del Vangelo (per esempio può essere un uomo che all’insaputa del credente commette fornicazione o adulterio o tiene fuori dal locale di culto una condotta riprovevole), perché in questo caso chi è stato battezzato o ha mangiato il pane ed il vino ha ricevuto gli ordinamenti in maniera valida essendo presente la fede in lui che li ha ricevuti. In altre parole la condotta indegna del ministro ministratore degli ordinamenti non invalida gli ordinamenti.
[2] 1 Cor. 1:3; 2 Cor. 1:2; Gal. 1:3; Fil. 1:2; 2 Tess. 1:2


Tratto da: 

G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana
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