La dottrina dei teologi papisti
Gli angeli vanno invocati perché pregano per noi assieme a Maria e ai santi.
Il catechismo romano afferma: ‘Invochiamo anche la Madonna, gli Angeli e i Santi perché, essendo cari al Signore e pietosi verso di noi, ci aiutino nelle nostre domande con la potente intercessione. (…) Gli Angeli e i Santi sono potenti intercessori presso Dio, perché suoi servi fedeli, anzi amici prediletti’ (ibid.,pag. 604) [1].
Oltre a Maria e ai santi quindi – secondo la teologia papista – anche gli angeli vanno invocati perché sono degli intercessori presso Dio. E a loro viene rivolto un culto: gli angeli custodi sono festeggiati il 2 Ottobre.
E per sostenere che gli angeli pregano per noi che siamo sulla terra, i teologi romani prendono queste parole del profeta Zaccaria: “Allora l’angelo dell’Eterno prese a dire: ‘O Eterno degli eserciti, fino a quando non avrai tu pietà di Gerusalemme e delle città di Giuda, contro le quali sei stato indignato durante questi settant’anni? E l’Eterno rivolse all’angelo che parlava meco, delle buone parole, delle parole di conforto” (Zacc. 1:12,13).
Confutazione
Gli angeli del Signore non vanno invocati
La sacra Scrittura dice che “gli Angeli del Signore sono accampati intorno a quelli che lo temono e li liberano” (Sal. 34:7 Diod.), e che perché noi abbiamo preso Dio per nostro rifugio Egli comanderà ai suoi angeli di guardarci in tutte le nostre vie (cfr. Sal. 91:11).
Ma in nessun punto essa dice che noi dobbiamo invocare gli angeli perché essi intercedono presso Dio in favore nostro. E questo sempre per lo stesso motivo già esposto prima; perché tra Dio e gli uomini c’è solo un mediatore, cioè Gesù Cristo. E la Scrittura non dice neppure che noi dobbiamo rendere il culto agli angeli, anzi essa ci mette in guardia da questo culto agli angeli con queste parole: “Nessuno a suo talento vi defraudi del vostro premio per via d’umiltà e di culto degli angeli affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di vanità dalla sua mente carnale” (Col. 2:18).
Gli angeli non sono degni di ricevere il nostro culto perché solo Dio è degno di essere adorato: abbiamo una conferma di ciò anche nelle seguenti parole di Giovanni: “E io, Giovanni, son quello che udii e vidi queste cose. E quando le ebbi udite e vedute, mi prostrai per adorare ai piedi dell’angelo che mi avea mostrate queste cose. Ma egli mi disse: Guàrdati dal farlo: io sono tuo conservo e de’ tuoi fratelli, i profeti, e di quelli che serbano le parole di questo libro. Adora Iddio” (Ap. 22:8,9).
Sappiamo bene che i Cattolici dicono: ‘Ma noi non li adoriamo, li veneriamo, cioè li onoriamo…’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 282), ma i fatti dimostrano che la loro cosiddetta venerazione verso gli angeli non è altro che una vera e propria adorazione; perciò è fondata l’accusa di idolatria che gli viene rivolta.
Per ciò che riguarda le parole di Zaccaria, bisogna dire che l’angelo dell’Eterno menzionato era il Figlio di Dio che ancora non aveva preso la nostra natura umana; perciò queste parole semmai confermano l’intercessione del Figlio di Dio e non quella degli angeli che sono solo delle creature.
Per ciò che riguarda le parole di Zaccaria, bisogna dire che l’angelo dell’Eterno menzionato era il Figlio di Dio che ancora non aveva preso la nostra natura umana; perciò queste parole semmai confermano l’intercessione del Figlio di Dio e non quella degli angeli che sono solo delle creature.
Nota
[1] Facciamo notare che insegnando questa dottrina sull’invocazione degli angeli i teologi papisti si mettono contro il concilio di Laodicea della seconda metà del IV secolo il quale decretò: ‘Non bisogna che i cristiani abbandonino la Chiesa di Dio e invochino gli Angeli’ (Non oportet cristianos, ecclesia Dei relicta, abire at Angelos nominare)
Tratto da:
G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana