I mariani sono idolatri


Chi sono i mariani? Sono tutti quei Cattolici che dicono che si deve adorare solo Iddio, ma rinnegano con le loro opere questa loro affermazione perché si prostrano davanti alle statue ed alle immagini raffiguranti Maria e l’adorano, la pregano, la invocano.
Sia ben chiaro che la loro consueta affermazione: ‘Ma noi non l’adoriamo ma la veneriamo’, non significa affatto che essi la ricordano e l’onorano ma non l’adorano, e questo perché i fatti dimostrano il contrario.

Sono degli idolatri perché offrono il culto ad una creatura invece che al Creatore; sono degli idolatri perché la Scrittura dice: “Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il culto”, [
 Matt. 4:10] mentre loro adorano Maria da loro conside­rata la loro Signora e il loro Dio.

Come fanno ad affermare che la loro venerazione non è idolatria quando essi cantano, pregano e invocano Maria quasi che fosse Dio?
C’è un’altra affermazione a cui i Cattolici romani ricorrono allo scopo di fare capire che loro non adorano Maria ma adorano solo Dio, ed è questa: essi dicono che a Dio rivolgono il culto di latria (dal greco latreia che significa ‘adorazione’ e ‘servizio’), [1] ma a Maria il culto di iperdulia (servizio superiore) e non quello di latria.

E’ superfluo dire che questo è uno di quei ragionamenti vani fatti dalla curia romana per difendere il culto a Maria.
Il culto va reso solo a Dio; quindi non importa di che tipo sia il culto reso ad altre persone fuori che Dio, se di dulia, di iper­dulia, o di protodulia, esso è idolatria.
Fratelli, lo ripeto: sappiate che tutti coloro che adorano e pregano Maria sono degli idolatri le cui menti sono state acceca­te dall’iddio di questo secolo; perciò non vi tirate indietro dal dire ai Cattolici romani che essi si devono ravvedere (smettendo di servire la creatura) e credere nella verità del Vangelo per servire il Creatore che é benedetto in eterno. Amen.

[1] Questo termine è presente in questo versetto: ‘L’ora viene che chiunque v’ucciderà, crederà di offrir servigio (latreia) a Dio” (Giov. 16:2)

Tratto da:
G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana
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