“Non ti farai idolo né immagine alcuna” - L'idolatria nella Chiesa cattolica Romana


La Chiesa Cattolica Romana, nel suo Catechismo, giustifica e promuove sia la produzione che la venerazione delle immagini, attraverso articolate elaborazioni volte a giustificarne la legittimità.
E’ questa pratica in sintonia con la Parola di Dio oppure no? E quali sono le conseguenze per coloro che, seppure in buona fede, rendono onore a immagini “sacre”?
Analizzeremo qui la Parte Terza, sez. Seconda, capitolo primo, articolo 1.IV, del Catechismo, attraverso un confronto con le Sacre Scritture, dove viene trattato il Comandamento impartito da Dio per ben sei volte in: Esodo 4:4, Levitico 26:1, Deuteronomio 4:16, 4:23, 5:8, 27:15:

1 “2130 Tuttavia, fin dall’Antico Testamento, Dio ha ordinato o permesso di fare immagini che simbolicamente conducessero alla salvezza operata dal Verbo incarnato: così il serpente di rame, l’arca dell’Alleanza e i Cherubini.” (1)
1.1 “Tuttavia, fin dall’Antico Testamento Dio ha ordinato o permesso di fare immagini ….
Per quanto sembri innocente questa affermazione, da una lettura superficiale si intende che sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento Dio abbia concesso la creazione di immagini “sacre”.
Nella Bibbia, l’ordine di creare immagini è stato dato esclusivamente in due occasioni e per precisi scopi:
  • I Cherubini del Propiziatorio in Esodo 25:18:20,
  • Il serpente di bronzo nel Libro dei Numeri, 21:8. Questi venne in seguito distrutto, essendo divenuto oggetto di idolatria:

    “Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, secondo quanto aveva fatto Davide suo antenato. Egli eliminò le alture e frantumò le stele, abbatté il palo sacro e fece a pezzi il serpente di bronzo, eretto da Mosè; difatti fino a quel tempo gli Israeliti gli bruciavano incenso e lo chiamavano Necustan” (2 Libro dei Re 18:3-4)
1.2 … così il serpente di rame, l’arca dell’Alleanza e i Cherubini
Come abbiamo visto sopra, Dio ha ordinato di creare solo due immagini: I due Cherubini sul Propiziatorio, e il serpente di Rame. Tra questi è stata inclusa, nel catechismo, anche l’Arca dell’Alleanza, che in realtà era una semplice cassa di legno di acacia, ricoperta di oro (2). L’Arca non era né scolpita né decorata per cui non si può considerare un’immagine.
Perché allora è stata inclusa tra quelle che erano realmente immagini? L’unico motivo che mi viene in mente è per aumentare il numero degli oggetti, per fare sembrare che fossero più di quanti ve ne siano riportati.
Continuando nell’analisi della seconda parte, si legge:
2. “2131 Fondandosi sul mistero del Verbo incarnato, il settimo Concilio ecumenico, a Nicea [nel 787), ha giustificato, contro gli iconoclasti, il culto delle icone: quelle di Cristo, ma anche quelle della Madre di Dio, degli angeli e di tutti i santi. Incarnandosi, il Figlio di Dio ha inaugurato una nuova “economia” delle immagini.” (3)
Se Cristo Nostro Signore avesse voluto “inaugurare una nuova economia delle immagini”, ciò sarebbe stato registrato nelle Scritture. Al contrario, nei quattro Vangeli non vi è alcun riferimento a discorsi di Gesù per quanto concerne questo argomento.  E’ comunque certo che Gesù ha insegnato a riguardo di questa materia ai suoi discepoli, visto che negli Atti e nelle Epistole degli Apostoli vi sono ripetuti riferimenti all’idolatria come un comportamento da evitare:
  • Non diventate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi (1 Corinzi 10:7)
  • Perciò, o miei cari, fuggite l’idolatria (1 Corinzi 10:14)
  • Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, cose tutte che attirano l’ira di Dio su coloro che disobbediscono (Colossesi, 3:5)
  • Figlioli, guardatevi dagli idoli! (4) (1 Giovanni 5:21)
Se gli apostoli hanno una posizione chiara riguardo l’idolatria, questo lascia presupporre che Cristo Gesù li ha istruiti in merito.
 
La terza ed ultima parte dell’articolo del Catechismo, riservato alle immagini cosiddette “sacre”, ha lo scopo di contrastare qualsiasi obiezione, attraverso argomentazione che il culto, la venerazione delle immagini “sacre” del cristianesimo, è diverso da quello che i pagani riservavano ai loro dei. Si legge infatti:
3.”2132 Il culto cristiano delle immagini non è contrario al primo comandamento che proscrive gli idoli. In effetti, “l’onore reso ad un’immagine appartiene a chi vi è rappresentato”, [San Basilio di Cesarea, Liber de Spiritu Sancto, 18, 45: PG 32, 149C] e “chi venera l’immagine, venera la realtà di chi in essa è riprodotto” [Concilio di Nicea II: Denz. -Schönm., 601; cf Concilio di Trento: ibid. , 1821-1825; Conc. Ecum. Vat. II: Sacrosanctum concilium 126; Id., Lumen gentium, 67]. L’onore tributato alle sacre immagini è una “venerazione rispettosa”, non un’adorazione che conviene solo a Dio. Gli atti di culto non sono rivolti alle immagini considerate in se stesse, ma in quanto servono a raffigurare il Dio incarnato. Ora, il moto che si volge all’immagine in quanto immagine, non si ferma su di essa, ma tende alla realtà che essa rappresenta [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 81, 3, ad 3]. (5)
Esaminiamo in dettaglio queste righe, e confrontiamole con la Parola di Dio:
3.1 “Il culto cristiano delle immagini ….
Non esiste un culto cristiano delle immagini, Dio ha sempre indicato come principale differenza tra il suo popolo e I pagani, la modalità di adorazione a Lui rivolta. Siccome I pagani venerano falsi dei, essi rendono tributo e onore a falsi idoli. Questo concetto è ripetuto nel Vecchio Testamento in Deuteronomio 4:15-40, Salmo 115:4-8, Isaia 44:9-20.
La conferma nel Nuovo Testamento si trova almeno due volte:
  • Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell’uomo né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo. Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’immaginazione umana.” (Atti degli Apostoli 17:24-29)
  • “essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. (Romani 1:21-23)
Con il peccato e la caduta in Genesi cap. 3, l’uomo ha perso la caratteristica originale, di essere creato a immagine e somiglianza di Dio (6). Condizione che è stata ripristinata da Cristo Nostro Signore attraverso la sua perfetta incarnazione, culminata con il sacrificio sulla croce e la resurrezione.
Il grande dramma dell’idolatria, e il motivo per cui viene considerata un grave errore sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, sta nella diminuzione del valore o nella vanificazione totale del sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo sulla croce. La risurrezione non avrebbe potuto avere luogo se Dio non avesse giudicato Gesù assolutamente senza peccato e la sua opera di redenzione completa e perfetta (7).
Perché adorando o venerando una immagine creata dall’uomo, non solo si distoglie l’attenzione dall’unico degno di essere adorato ma soprattutto, ci si allontana dal processo di santificazione, la vera essenza del cristianesimo. (8) Infatti il Signore Cristo Gesù non vuole semplici credenti bensì discepoli che, nell’opera di santificazione attraverso lo Spirito Santo, tendano a perfezionarsi, con l’obiettivo unico di avvicinarsi alla Sua immagine.
La venerazione di qualsiasi tipo di immagine è fondamentalmente una calunnia, una offesa alla Trinità Divina.

3.2 “Il culto cristiano delle immagini non è contrario al primo comandamento 
Per Ebrei, Cristiani Ortodossi, e la maggior parte delle chiese non cattoliche, il secondo comandamento è “Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. ” (Esodo 20:4-5)
La Chiesa Cattolica Romana ha curiosamente unito il secondo al primo (“Io sono il Signore, tuo Dio”). Per mantenere la struttura del decalogo, il decimo è stato diviso in due:
- non desiderare la donna d’altri
– non desiderare le cose altrui.
In realtà Esodo 20:17, dove viene pronunciato il decimo comandamento abbiamo un solo verso e una diversa struttura:
“Non desiderare la casa del tuo prossimo.
Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo”
La conferma viene dall’Apostolo Paolo, nella lettera ai Romani, che considera questo verso un unico comandamento, che è “non desiderare“:
Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare.” (Romani 7:7)
Quindi il culto delle immagini non viola il primo comandamento, ma il secondo.

3.3 “
l’onore reso ad un’immagine appartiene a chi vi è rappresentato
Il vitello d’oro creato da Aronne in Esodo 32, non rappresentava una divinità pagana bensì il Dio degli Israeliti. Il motivo per cui avevano scelto di raffigurare un vitello nasce dal fatto che non avevano mai visto Dio, volendo rappresentarlo a tutti i costi scelsero il bue api, di cui avevano la conoscenza dai tempi della schiavitù in Egitto. (cfr. Atti degli Apostoli 7:39-41)
Pertanto il vero problema, non è l’oggetto che viene adorato, ma la modalità con cui ciò avviene. Farlo attraverso le pratiche dei pagani è un affronto all’essenza del nostro Creatore, l’unico e vero Dio.
Se poi a questo si aggiunge che oggetto di venerazione sono soggetti diversi da Dio, entriamo in un terreno minato, argomento di cui trattero’ in una sezione separata.

3.4 “… [Concilio di Nicea II: Denz. -Schönm., 601; cf Concilio di Trento: ibid. , 1821-1825; Conc. Ecum. Vat. II: Sacrosanctum concilium 126; Id., Lumen gentium, 67]…”
Tra le tante citazioni a giustificazione di una simile affermazione, ovviamente, non vi è alcun riferimento alla Parola di Dio, solo a consigli ecumenici tenuti da uomini.
Non è un caso che Gesù accusi I farisei e gli scribi di avere alterato I comandamenti a proprio uso e consumo, così come è avvenuto poi con il secondo e il decimo, ad opera della Chiesa.

3.5 “L’onore tributato alle sacre immagini ….
Alla luce di tutti I ragionamenti fatti fino ad ora, non sono affatto sacre anzi, potrebbero essere addirittura demoniache! (9)

3.5 “… è una ‘venerazione rispettosa’, non un’adorazione che conviene solo a Dio”.
 

Qui abbiamo due problemi, il primo è il termine venerazione rispettosa, il secondo è l’idea che ci possa essere una scala nella intensità nel culto.
La parola venerazione, che proviene dal latino, significa letteralmente “domandare grazia agli dei”, nella fattispecie la dea pagana Venere (Venus – Veneris). Di fatto, l’onore reso alle immagini cosiddette sacre è lo stesso che I pagani riservavano verso i loro idoli.
Il fatto che siano venerati santi, angeli e madonne è ancora più pericoloso, è lo stesso Gesù a dire al demonio:
Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto“. (Matteo 4:10)
Il punto è che Dio rimane e deve essere l’unico destinatario di adorazione, culto (se si considera che il termine venerazione è proprio dei falsi dei pagani).
Gli Apostoli, che loro malgrado sono impropriamente oggetto di culto in molte chiese oltre a quella Cattolica, nelle Sacre Scritture rifiutano sempre di essere oggetto di esaltazione, adorazione o venerazione che dir si voglia:
  • Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: “Uomini d’Israele, perché vi meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo fatto camminare quest’uomo? (Atti degli Apostoli, 3:15)
  • Cittadini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi predichiamo di convertirvi da queste vanità al Dio vivente che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano.” (Atti degli Apostoli 14:15)
Il senso è che per quanto speciali possano essere gli apostoli, i poteri erano loro conferiti dallo Spirito Santo, di cui essi erano semplicemente veicoli.
Tragicamente, in queste righe del Catechismo, viene promossa una dottrina contraria a quanto richiesto da Dio.
Attraverso artifizi linguistici, alterazioni delle Scritture, interpretazioni arbitrarie e incorrette, le massime autorità ecclesiastiche del Vaticano giustificano e promuovono l’adorazione di immagini. In opposizione al secondo comandamento, ripetuto per ben sei volte nella Bibbia, numero che  rappresenta l’uomo.
Ogni singola parola inserita nel catechismo è stata attentamente scelta e pesata da teologi della Chiesa Cattolica, sulla base di dottrine trasmesse nel corso dei secoli. Per questo non riesco a giustificare un insegnamento ufficiale come un “vizio di ingenuità “, soprattutto se in gioco c’è l’onore di Dio e la salvezza o il grado di ricompensa riservati agli uomini.
Prima il Signore Gesù Cristo e poi Pietro, ammonirono che nella Chiesa si sarebbero infiltrati falsi maestri, voraci lupi travestiti da agnelli, e non possiamo accettare come oro colato ogni insegnamento che proviene da uomini, per quanto rispettabili possano apparire.
  • Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.” (Matteo 7:21-23)
  • Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina.” (2 Pietro 2:1-3)
  • Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! 
    L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!
     (Galati 1:8-9)
Purtroppo abbiamo già dovuto ascoltare da parte della Chiesa Cattolica, in persona del Papa, scuse ufficiali per errori della Chiesa. Se questi sono stati fatti nel passato, non si può escludere a priori che altri debbano essere riconosciuti né che ne seguiranno degli altri.
Nel dubbio, rimettiamoci unicamente alla Parola di Dio, la Sacra Bibbia, senza dare per valide a priori le note inserite da uomini, verificando ogni cosa attraverso il riscontro con le stesse Scritture.

Paolo nella sua prima lettera ai Tessalonicesi, ammonisce:  “
esaminate ogni cosa e tenete ciò che è buono”(1 Tessalonicesi 5:21)
Abbiamo la responsabilità e il dovere di discernere quali siano i falsi insegnamenti da quelli veri, avendo soprattutto oggi tutti gli strumenti a nostra disposizione.
Dobbiamo quindi verificare se una dottrina è in linea o meno con la Parola di Dio, soprattutto nel caso dell’idolatria, considerato quello che è il destino riservato agli idolatri secondo le Scritture:
  • non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. (1 Corinzi, 6:9-10)  

  • Ma per i vili e gl’increduli, gli abietti e gli omicidi, gl’immorali, i fattucchieri,gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte. (Apocalisse, Cap. 21:8) 
L’invito finale è di verificare I versi della Sacra Bibbia qui citati, rileggendoli nel loro contesto. Esaminandoli a fondo, meditando.

Mettendo ogni singola cosa sotto esame, fidandoci solo ed esclusivamente della Parola di Dio, non degli uomini.
Pregando Dio attraverso l’unico e solo mediatore che è Gesù Cristo affinché, attraverso il Suo Spirito, possa portare il dono del discernimento e aprire le Scritture alla nostra conoscenza.

Riferimenti
1,3,5) Catechismo della Chiesa Cattolica ,http://www.vatican.va/archive/ITA0014/__P7E.HTM
2 ) Esodo 25:10-16
4) la traduzione letterale dal greco (teknion phulasate heauta apo ton eidolon), nella Bibbia CEI resa come “Figlioli guardatevi dai falsi dei!”
6) Genesi 1:26-27
7) Ebrei 4:14-15
8) 1 Tessalonicesi 5:21
9) Salmo 96:5, Deuteronomio 32:17, Salmo 106:37


Fonte: http://alasehir.wordpress.com/2008/08/02/%E2%80%9Cnon-ti-farai-idolo-ne-immagine-alcuna

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