LA SACRA SCRITTURA - La sua ispirazione


La dottrina dei teologi papisti
Gli apostoli non scrissero per ordine del Signore.

I teologi romani affermano che la Scrittura è ispirata da Dio; ecco infatti cosa dice il Perardi: ‘La Sacra Scrittura è la raccolta dei libri scritti per ispirazione di Dio nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, e ricevuti dalla Chiesa come opera di Dio stesso’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 373).



Ma nello stesso tempo fanno un discorso tutto particolare in relazione agli scritti del Nuovo Testamento. Il discorso è questo: ‘Il cristianesimo, invece, fin da principio poggiò unicamente sull’insegnamento orale; non era e non fu mai una religione del ‘libro’ (…) Ai suoi discepoli Gesù diede il mandato di predicare, non di scrivere (…) Se più tardi, dopo trenta o quarant’anni venne loro l’idea di mettere in iscritto gli insegnamenti e le azioni del Signore, lo fecero certamente per provvidenziale disposizione, al fine di edificare i fedeli e di dimostrare la Divinità di Cristo e della sua parola (Giov. 20,31); ma non per ordine di Gesù’ (Bernardo Bartmann, Manuale di Teologia Dogmatica, Alba 1950, vol. I, pag. 48). 

Ma che cosa vogliono dire i teologi papisti con queste parole? Perché parlano in questa maniera? E’ vero quello che essi dicono? Ora, quello che i teologi romani vogliono dire è questo: Gesù non scrisse nulla e non lasciò nessun libro ai suoi apostoli, che essi potevano distribuire ai fedeli. Gesù comandò loro d’insegnare quello che egli aveva loro comandato a voce e questo essi fecero, e questi insegnamenti coloro che li ricevevano dalla viva voce degli apostoli li trasmettevano a loro volta ad altri, quindi inizialmente gli insegnamenti del Signore venivano trasmessi a voce e non per iscritto. 

Gli scritti degli apostoli comparvero solo dopo molti anni da che la chiesa era nata; ma essi comparvero non per riformarla ma per aiutarla, perché la chiesa era già pienamente costituita e possedeva il suo patrimonio di verità. E questi scritti non furono scritti dagli apostoli per ordine di Cristo Gesù, ma per provvidenziale disposizione.


Confutazione 

Gli Scritti del Nuovo Testamento, essendo stati scritti da uomini mossi dallo Spirito Santo, furono scritti per ordine d
el Signore

E’ vero che Gesù non scrisse nessun libro e che quindi gli apostoli non avevano ricevuto da lui nessuno scritto che potevano distribuire agli altri, perché Gesù disse loro che lo Spirito Santo, che Egli gli avrebbe mandato, gli avrebbe ricordato ogni cosa che lui aveva detto loro. Inizialmente gli apostoli trasmisero la dottrina solo a voce ai fedeli, come a Gerusalemme, e da che sappiamo noi, le loro epistole vennero solo dopo che le prime chiese furono fondate.

Ma è bene che si ricordi innanzi tutto che essi avevano le sacre Scritture dell’Antico Patto e che era da esse che essi traevano i loro ragionamenti per annunziare l’Evangelo (lo stesso Gesù spiegò ai due discepoli sulla via d’Emmaus tutte le cose che lo concernevano mediante la legge ed i profeti, e l’apostolo Pietro per esempio fece uso di diverse Scritture dell’Antico Patto nel suo messaggio ai Giudei il giorno della Pentecoste) e la sana dottrina, e poi che, quantunque il canone del Nuovo Testamento, così come lo abbiamo noi adesso, non fosse ancora completo perché si andò completandosi col passare dei decenni, i fedeli all’inizio potevano ascoltare direttamente gli apostoli che erano stati con Gesù. Ma a questo punto bisogna rispondere all’obbiezione fatta dai teologi romani secondo la quale gli apostoli scrissero sì per disposizione divina ma non per comando di Gesù Cristo.

Ora, innanzi tutto dobbiamo riscontrare per l’ennesima volta una contraddizione in queste loro parole. Perché? Perché affermare come ha fatto anche il cardinale Bellarmino: ‘Non neghiamo che, per volere divino, gli Apostoli abbiano scritto ciò che scrissero; ma altro è fare una cosa per suggerimento ed ispirazione, ed altro farla per aperto comando’ (Roberto Bellarmino, De Verbo Dei, lib. IV, cap. 3), significa da un lato che gli scritti degli apostoli furono scritti per volontà di Dio e dall’altro che gli apostoli non scrissero per ordine di Cristo. 

Le due cose non si possono conciliare, perché se noi diciamo che essi scrissero per volere divino, e non per volontà umana, diciamo di conseguenza che essi scrissero per comando di Cristo anche se non c’è scritto chiaramente nelle loro epistole che il Signore gli disse: ‘Scrivi…’.

E poi non è neppure vero che negli scritti degli apostoli non c’è scritto l’esplicito ordine di scrivere alle chiese. Prendiamo per esempio il libro della Rivelazione; noi sappiamo che Giovanni non scrisse quel libro di sua volontà ma per volontà di Dio; è un libro ispirato al pari di tutti gli altri.

Ma non hanno mai letto queste parole i teologi papisti in questo libro: “Scrivi dunque le cose che hai vedute, quelle che sono e quelle che devono avvenire in appresso…” (Ap. 1:19); “All’angelo della chiesa d’Efeso scrivi…” (Ap. 2:1);
“E all’angelo della chiesa di Smirne scrivi…” (Ap. 2:8);
“E all’angelo della chiesa di Pergamo scrivi…” (Ap. 2:12);
“E all’angelo della chiesa di Tiatiri scrivi….” (Ap. 2:18);
“E all’angelo della chiesa di Sardi scrivi…” (Ap. 3:1);
“E all’angelo della chiesa di Filadelfia scrivi…” (Ap. 3:7);
“E all’angelo della chiesa di Laodicea scrivi…” (Ap. 3:14);

ed ancora: “
E udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essendo che si riposano dalle loro fatiche, poiché le loro opere li seguono” (Ap. 14:13); “E l’angelo mi disse: Scrivi: Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello” (Ap. 19:9); “E Colui che siede sul trono disse: Ecco, io fo ogni cosa nuova, ed aggiunse: Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veraci” (Ap. 21:5)? 

Come si può ben constatare mentono i teologi papisti quando dicono che gli apostoli non scrissero per aperto comando divino, perché Giovanni dice chiaramente nella Rivelazione di avere scritto tutte quelle cose alle sette chiese dell’Asia per ordine di Cristo e di Dio.

Ma essi dicono: ‘Ma non c’è scritto in ogni Vangelo, e in ogni epistola che quello che l’autore aveva scritto lo aveva scritto per ordine di Dio!’ Ma noi diciamo: E perché mai ci dovrebbe essere scritto? Da quando in qua Dio è obbligato ad agire come vogliono gli uomini? Chi gli prescrive la via da seguire? E poi cosa cambia se non c’è scritto che fu per aperto comando divino che essi scrissero? Forse che le loro epistole non sono ispirate come le Scritture dell’Antico Testamento perché in esse non compare l’ordine divino di scriverle? 

Prendiamo per esempio le epistole di Paolo: in nessuna di esse c’è scritto che il Signore gli ha ordinato di scrivere quelle cose, cioè in nessuna di esse c’è scritto che Gesù o Dio gli disse: ‘Scrivi alla chiesa o alle chiese queste cose….’; eppure l’apostolo Pietro parlando delle epistole di Paolo le include tra le Scritture secondo che è scritto: “Nelle quali epistole sono alcune cose difficili a capire, che gli uomini ignoranti e instabili torcono, come anche le altre Scritture, a loro propria perdizione” (2 Piet. 3:16); quindi l’apostolo Pietro considerava le epistole di Paolo ispirate al pari del libro di Isaia, per esempio, il quale fu scritto dal profeta per ordine di Dio secondo che è scritto: “Or vieni e traccia queste cose in loro presenza sopra una tavola, e scrivile in un libro, perché rimangano per i dì a venire, sempre, in perpetuo” (Is. 30:8). 

Con questo vogliamo dire che anche se le epistole di Paolo non contengono l’ordine divino di scriverle da lui ricevuto, pure noi le accettiamo come epistole scritte alle chiese per ordine del Signore perché esse sono Scrittura ispirata da Dio.

Facciamo un altro esempio per spiegare questo concetto: l’apostolo Paolo dice a Timoteo: “La Scrittura dice: Non metter la museruola al bue che trebbia; e l’operaio è degno della sua mercede” (1 Tim. 5:18). Il primo passo è preso dalla legge che noi sappiamo fu scritta per ordine di Dio secondo che è scritto: “Poi l’Eterno disse a Mosè: ‘Scrivi queste parole; perché sul fondamento di queste parole io ho contratto alleanza con te e con Israele” (Es. 34:27); il secondo passo è citato dal primo libro di Luca dove non c’è scritto: ‘Dio disse a Luca: Scrivi queste parole…’; eppure Paolo mette tutti e due sullo stesso livello perché li chiama Scrittura. 

Quindi, per l’ennesima volta, ribadiamo che anche se in un libro del Nuovo Testamento non c’è scritto l’ordine del Signore di scrivere quelle cose, pure esso è stato scritto per ordine del Signore perché l’autore non ha pronunziato quelle parole di sua volontà ma per volontà del Signore, sospinto dallo Spirito Santo. Non aveva forse detto Gesù che lo Spirito Santo non avrebbe parlato di suo ma avrebbe detto tutto ciò che avrebbe udito da Lui (cfr. Giov. 16:13)? 

Dunque, se crediamo che le parole degli scrittori del Nuovo Testamento furono pronunciate dallo Spirito Santo dobbiamo altresì credere che fu il Signore a ordinare loro di scrivere quelle cose.

E poi, noi diciamo anche questo: ‘Se l’apostolo Paolo non scrisse per ordine del Signore come mai ordina ai santi, sospinto dallo Spirito Santo, di leggere le sue epistole dicendo: “Io vi scongiuro per il Signore a far sì che questa epistola sia letta a tutti i fratelli” (1 Tess. 5:27), e: “E quando questa epistola sarà stata letta fra voi, fate che sia letta anche nella chiesa dei Laodicesi, e che anche voi leggiate quella che vi sarà mandata da Laodicea” (Col. 4:16)? E come mai dice anche ai fedeli di Tessalonica: “Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiam trasmessi sia con la parola, sia con una nostra epistola” (2 Tess. 2:15)?

Non è forse perché le sue epistole erano da lui scritte per ordine del Signore? Certo che è così, infatti sotto l’Antico Patto perché Geremia diede l’ordine a Baruc di andare a leggere nel tempio il libro che aveva scritto sotto sua dettatura (cfr. Ger. 36:5,6)? Non fu forse perché Geremia lo aveva scritto per ordine di Dio (cfr. Ger. 36:2,3)?

Ma a questo punto qualcuno domanderà: ‘Ma perché i teologi papisti parlano in questa maniera a riguardo delle Scritture del Nuovo Patto quantunque dicano che esse siano ispirate? La ragione è questa: essi, dicendo che inizialmente la Chiesa andava avanti anche senza tutte le epistole degli apostoli ma solo con i loro insegnamenti orali vogliono dire che è per questa ragione che non bisogna poi dare alla Bibbia tutto questo valore che gli diamo noi. Perché anche se gli apostoli non avrebbero scritto quello che hanno scritto, (Bellarmino affermò che essi ‘se disputarono intorno ai dogmi lo fecero per caso’ [De Verbo Dei, lib. IV, cap. 4]) il Vangelo e i loro insegnamenti ci sarebbero arrivati lo stesso oralmente, di seconda mano, tramite il successore di Pietro e i suoi collaboratori. 

Ma questo discorso lo fanno anche per sostenere che quantunque gli apostoli scrissero ‘per disposizione provvidenziale’, non scrissero tutto ciò che riguarda la vita e gli insegnamenti di Gesù, e non scrissero tutta la dottrina di Dio, in modo che si debba escludere la tradizione. Infatti Bartmann afferma che gli apostoli ‘coi loro scritti non intesero descrivere tutto l’insegnamento e tutta la vita del Signore, ma solo metterne in luce i punti principali’ (Bernardo Bartmann, Manuale di Teologia Dogmatica, vol. I, pag. 48). 

In altre parole questo discorso a loro serve per fare credere alle persone che oltre che nella Scrittura le verità rivelate da Dio sono anche nella tradizione romana! Ecco ciò che si nasconde dietro questo loro astuto discorso!

Infine, per ciò che riguarda le Scritture dell’Antico Patto, citiamo alcuni versi (oltre i due scritti in Esodo e in Isaia citati precedentemente) che mostrano come esse furono scritte per ordine di Dio.

- ”Or Mosè mise in iscritto le loro marce, tappa per tappa, per ordine dell’Eterno…” (Num. 33:2); “L’Eterno disse a Mosè:.. Scrivetevi dunque questo cantico, e insegnatelo ai figliuoli d’Israele…” (Deut. 31:16,19).

- Dio disse a Geremia: “Prenditi un rotolo da scrivere e scrivici tutte le parole che t’ho dette contro Israele, contro Giuda e contro tutte le nazioni, dal giorno che cominciai a parlarti, cioè dal tempo di Giosia, fino a quest’oggi” (Ger. 36:2);

- Habacuc disse: “L’Eterno mi rispose e disse: Scrivi la visione, incidila su delle tavole, perché si possa leggere speditamente…” (Hab. 2:2).

Anche per quanto riguarda le Scritture dell’Antico Patto va detto però che non in tutti i libri c’è scritto che il Signore ordinò di scrivere quel determinato libro. Ma pure, noi crediamo che quei libri dove non c’è scritto quest’ordine furono scritti per ordine di Dio.

In conclusione, “ogni Scrittura è ispirata da Dio…” (2 Tim. 3:16), infatti “nessuna profezia della Scrittura procede da vedute particolari; poiché non è dalla volontà dell’uomo che venne mai alcuna profezia, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Piet. 1:20,21); il che significa che non fu per caso o senza l’ordine del Signore che fu scritta tutta la Scrittura (Vecchio e Nuovo Testamento), ma proprio per ordine del Signore. Al bando i sofismi dei teologi romani.

Tratto da:
G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana
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