Quando le immagini e le reliquie furono messe sullo stesso piano del Vangelo



Per comprendere come si è introdotta nel cristianesimo questa tendenza alla rappresentazione della divinità è necessario fare storia e risalire ai primi secoli del cristianesimo quando la questione divenne una drammatica disputa teologica, tra quelli che abolivano il culto alle immagini religiose e quelli che invece lo sostenevano.

Per cui i primi vennero chiamati iconoclasti e gli altri iconolatri.



In molte circostanze lo scontro ha prodotto episodi di violenza e crudeltà omicida, come quello dell’imperatrice Bizantina Irene nel 797, che per difendere le immagini e rafforzare il proprio potere personale, cospirando con i monaci fece avvelenare il marito Leone IV e poi accecare il proprio figlio per farsi nominare prima donna nella storia dell’impero. Confermando quanto era stato tristemente predetto: “… non abbandonarono gli idoli … non rinunziarono neppure ai loro delitti...” Apo 9:13 a 21

Il primo Concilio in cui si trattò il problema dell’immagine, fu tenuto a Elvira (Granada-Spagna) all’inizio del IV secolo, e si pronunciò contro l’adozione delle immagini: “Decidiamo che non ci debbono essere pitture nelle chiese, affinché non sia dipinto sulle pareti ciò che viene riverito e adorato”.

Ma dopo tre secoli di controversie la questione non era risolta, tanto che venne convocato un nuovo Concilio. Si tenne a Costantinopoli nel 692 e si pronunciò in modo assolutamente favorevole all’adozione delle immagini:

“…comandiamo che d’ora innanzi, invece dell’antico agnello, il carattere di colui che toglie i peccati del mondo, cioè Cristo nostro Dio, sia dipinto e raffigurato sotto forma umana…”.

In altre parole, la rappresentazione del divino veniva giustificata con l’incarnazione. Come la Parola si è incarnata ed è divenuta il Cristo, quindi si è resa visibile e rappresentabile, allo stesso modo sembrava logico e opportuno autorizzare la rappresentazione pittorica del divino.

Ma se l’immagine del divino è opportuna perché nel Decalogo è vietata ogni rappresentazione?

Non ti farai scultura né immagine di quello che è su nel cielo, ne di quello che è quaggiù sulla terra, ne di quello che è nelle acque sotto terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai, perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso” Esodo 20:4-6 (Il secondo comandamento del decalogo)

Evidentemente perché l’immagine in se non è un idolo ma lo diventa utilizzandola in maniera scorretta. Cosa che avvenne puntualmente!

Nel settimo secolo la diffusione dell’iconolatria era particolarmente diffusa tra i monaci. I monasteri e le abbazie erano un concentrato di immagini che venivano venerate. L’imperatore Leone III nel 726, per contrastare la propaganda musulmana che accusava di idolatria i cristiani, decretò che le immagini sacre fossero ricercate e distrutte.

La reazione del papato fu immediata. Gregorio III convocò un Concilio a Roma in cui si scagliò la scomunica contro gli iconoclasti. E nel 769, nella basilica del Laterano, i vescovi convenuti si spinsero oltre e legittimarono l’adorazione delle reliquie..

“Se desideriamo attingere al conforto che i Santi ci offrono, dobbiamo venerare con l’onore più grande sia le reliquie non solo dei corpi, ma anche degli indumenti, sia le basiliche consacrate ai loro nomi, sia anche le immagini e i loro volti in qualunque luogo siano stati dipinti”.

La disputa diventò cruenta e sulla questione scesero in campo anche uomini d’armi e monaci agguerriti interessati al culto delle immagini e delle reliquie, il cui traffico costituiva una cospicua fonte di guadagno e di potere …

L’adorazione della croce, delle immagini e delle reliquie fu adottata dal Concilio di Nicea nel 787, che dispose in via definitiva che il culto delle immagini potesse essere consentito. “Si può tributare loro un affettuoso saluto di venerazione fatta di onori: non l’autentica venerazione della nostra fede, che è dovuta soltanto alla divina natura”.

La risoluzione sanciva il ruolo dell’immagine nella civiltà cristiana. Con essa si ponevano le immagini e le reliquie sullo stesso piano del vangelo. In questo modo malgrado il divieto di adorare le immagini sia sancito da un preciso comandamento di Dio, statue, immagini e reliquie dei santi, sono proposte al culto di adorazione dei fedeli.


di R. Fiorella (fonte: Facebook)


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...