La devozione della 'Via Crucis' è un invenzione papista


La devozione della Via Crucis fu inventata dai frati Francescani nel quindicesimo secolo, e divenne d’uso generale nel diciottesimo secolo quando i papi la permisero a tutte le chiese. La devozione consiste nel soffermarsi da soli o in processione davanti a quattordici quadri (chiamati stazioni e che sono appesi ai muri) uno dopo l’altro recitando certe preghiere stabilite. 

Le quattordici stazioni rievocano degli eventi accaduti a Gesù lungo la strada per il Calvario e la sua morte e sono così divise: 1) Processo e condanna a morte; 2) Gesù prende la croce; 3) Prima caduta; 4) Incontro con la Madre; 5) Simone di Cirene; 6) Incontro con la Veronica; 7) Seconda caduta; 8) Incontro con le pie donne; 9) Terza caduta; 10) Gesù è spogliato; 11) Crocifissione; 12) Morte di Gesù; 13) Deposizione dalla Croce; 14) Nel sepolcro. 

A riguardo di questo ‘pio’ esercizio si legge nel libro L’Aggiornamento delle Indulgenze: ‘Resta quindi valido e vivamente raccomandato il pio esercizio della Via Crucis. Fatto bene, produce frutti copiosi di fervore e di santità. Esso rinnova la memoria delle sofferenze che Cristo Signore ha sopportato, portando la Croce, lungo la via che dal pretorio di Pilato porta al monte Calvario, dove egli ha offerto la sua vita per la nostra redenzione. (…) 

Due sole cose sono obbligatorie per il pio esercizio: 1) passare da una ‘stazione’ all’altra; 2) meditare o considerare la Passione del Signore. Tutto il resto è lasciato alla pietà e devozione di ciascuno (…) L’aggiunta di qualche preghiera vocale, benché non sia prescritta, viene quasi spontanea ed è molto utile per preparare e per accompagnare la meditazione, in modo simile a quanto si fa nel S. Rosario. 

Chi fa il pio esercizio dellaVia Crucis può acquistare l’indulgenza plenaria. S’intende che, come per ogni altra indulgenza plenaria, deve anche adempiere le tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice’ (Sessolo Giovanni, op. cit., pag. 49,50). 

E’ scritturale questa devozione? Affatto, perché nella Scrittura non troviamo in verun luogo che i discepoli erano dati ad una simile pratica. E poi occorre dire che alcuni degli episodi rievocati in queste ‘stazioni’ che concernono la passione di Gesù e che i Cattolici quindi hanno impressi nella loro mente non sono scritti nella Parola di Dio e ci riferiamo ai numeri 3, 4, 6, 7, 9.

Tratto da:
La penitenza (o confessione) - Confutazione della dottrina papista


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...