LA SACRA SCRITTURA - Confutazione della dottrina dei teologi papisti



- IL SUO CONTENUTO

La dottrina dei teologi papisti
La sacra Scrittura non basta per essere salvati.

La teologia romana insegna che la sacra Scrittura non contiene tutto quello ch’è necessario alla salvazione delle anime. Essa infatti considera come verità rivelate da Dio sia la sacra Scrittura che la tradizione.


In base a questa loro considerazione la Scrittura non è la completa rivelazione di Dio, ma solo una parte perché l’altra è costituita dalla loro tradizione. Citiamo le parole del Perardi a tale proposito: ‘NON BASTA LA BIBBIA. – Infatti né Gesù Cristo né alcun Apostolo, in nome di Lui, ha mai detto ciò; e i Libri più importanti, i Libri del nuovo Testamento vengono dopo la piena costituzione della Chiesa con tutto il suo patrimonio di verità, non per riformarla ma per aiutarla’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 376), ed ancora: ‘Ciò che Dio ha rivelato e ci propone a credere per mezzo della Chiesa, si conserva nella Sacra Scrittura e nella Tradizione’ (ibid., pag. 373).

Ed a queste vi aggiungiamo quelle di Amatulli Flaviano: ‘In nessuna parte si dice che basta la Bibbia per salvarsi (….) Per salvarsi, bisogna tenere presente la Bibbia e la Tradizione’ (Amatulli Flaviano, op. cit., pag. 41,42) ed ancora: ‘Basta la Bibbia per salvarsi. E’ un altro inganno. Secondo quest’altra teoria, nella Bibbia uno trova tutto ciò che è necessario per salvarsi’ (ibid., pag. 77).

Confutazione >

La Scrittura contiene tutto ciò che è necessario sapere per essere salvati e per condurre una vita santa, giusta e temperata

Ma vediamo ora da vicino se la Scrittura dice cose a sufficienza affinché l’uomo sia salvato o se essa è incompleta e perciò dobbiamo pure noi credere nella tradizione cattolica romana come dicono i teologi cattolici. Innanzi tutto cominciamo col dire che per essere salvati bisogna confessare con la bocca Gesù come Signore e credere alla sua risurrezione secondo che è scritto ai Romani: “Questa è la parola della fede che noi predichiamo; perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti col cuore si crede per ottener la giustizia e con la bocca si fa confessione per esser salvati. Difatti la Scrittura dice: Chiunque crede in lui, non sarà svergognato” (Rom. 10:8-11). 

Come potete vedere, Paolo ha messo per iscritto la parola della fede che lui e i suoi collaboratori predicavano a voce agli uomini affinché fossero salvati, perciò si deve affermare che quello che lui ha scritto di fare per essere salvati lo diceva pure a voce. Quindi i Cattolici non ci vengano a dire che Paolo assieme ai suoi collaboratori abbiano detto a voce che per essere salvati ed ottenere la giustizia da Dio bisogna fare qualche altra cosa oltre quella che lui ha scritto qui ai Romani, perché questo è da escludersi nella maniera più categorica! 

Ora, per essere salvati, secondo Paolo, bisogna confessare con la bocca Gesù come Signore e credere col proprio cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti; perciò bisogna vedere se le Scritture contengono dei passi che affermano o fanno capire che Gesù Cristo è il Signore, e se in esse c’é scritto che Dio l’ha risuscitato dai morti, perché nel caso essi mancano allora veramente le cose scritte nella Bibbia non possono essere dichiarate sufficienti per la salvezza dell’uomo.

Le Scritture del Nuovo Patto contengono in abbondanza passi che affermano che Gesù Cristo è il Signore e che Egli dopo essere morto sulla croce fu risuscitato dai morti; non li citiamo tutti per brevità ma solo alcuni.

Signoria di Gesù Cristo.
- Gesù disse ai suoi: “Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, v’ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri” (Giov. 13:13-14);

- Toma disse a Gesù: “Signor mio e Dio mio!” (Giov. 20:28);

- Pietro disse ai Giudei: “Sappia dunque sicuramente tutta la casa d’Israele che Iddio ha fatto e Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso” (Atti 2:36); e sempre Pietro disse a casa di Cornelio: “E questa è la parola ch’Egli ha diretta ai figliuoli d’Israele, annunziando pace per mezzo di Gesù Cristo. Esso è il Signore di tutti” (Atti 10:36);

- Paolo dice che i principi di questo mondo hanno crocifisso “il Signor della gloria” (1 Cor. 2:8).

Risurrezione di Cristo.
Il Signore è veramente risuscitato ed è apparso a Simone” (Luca 24:34);
Ÿ 
Pietro disse ai Giudei: “Uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti” (Atti 3:15) ed anche: “Voi, per man d’iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; ma Dio lo risuscitò…” (Atti 2:23,24);

Paolo dice che Gesù Cristo “risuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture” (1 Cor. 15:4).

Quindi, noi possiamo affermare che un uomo che vive lontano da Dio e che non ha mai letto la Scrittura se la legge e confessa con la sua bocca che Gesù Cristo, cioè colui del quale hanno parlato Mosè nella legge, i profeti, e poi gli apostoli, è il Signore (come dice la stessa Scrittura) e crede con il suo cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti (come dice la stessa Scrittura) egli sarà salvato all’istante dai suoi peccati. 

Questo è confermato dalle moltissime testimonianze in seno alla fratellanza sparsa per tutto il mondo di persone che sono state salvate leggendo la sola Scrittura e credendo nel Vangelo come in essa é scritto; quindi la Scrittura è sufficiente per la salvezza dell’anima perché in essa è rivelato il Vangelo di Dio che concerne il suo Figliuolo, mediante il quale si viene salvati. 

Al bando la tradizione cattolica romana, al bando le profane ciance della loro tradizione generata dal diavolo che serve solo a confondere le persone molto più di quanto lo siano già! Fanno credere alle persone che la Bibbia non è sufficiente; noi invece proclamiamo che essa è sufficiente e che la loro tradizione non è affatto necessaria.

Queste altre Scritture affermano l’utilità e la sufficienza della sacra Scrittura sia per la salvazione che per la salutare crescita del credente.

Luca dice: “E’ parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato d’ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine, o eccellentissimo Teofilo, affinché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate” (Luca 1:3,4);

Gesù disse: “Investigate le Scritture…. esse son quelle che rendon testimonianza di me” (Giov. 5:39);

Giovanni dice: “Queste cose sono scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figliuol di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome” (Giov. 20:31);

Paolo dice a Timoteo: “Ma tu persevera nelle cose che hai imparate e delle quali sei stato accertato, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da fanciullo hai avuto conoscenza degli Scritti sacri, i quali possono renderti savio a salute mediante la fede che è in Cristo Gesù. Ogni Scrittura é ispirata da Dio e utile ad insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona” (2 Tim. 3:14-17);

nei Salmi è scritto: “La dichiarazione delle tue parole illumina; dà intelletto ai semplici” (Sal. 119:130);

Pietro dice: “Abbiamo pure la parola profetica, più ferma, alla quale fate bene di prestare attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, finché spunti il giorno e la stella mattutina sorga ne’ vostri cuori; sapendo prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura procede da vedute particolari; poiché non è dalla volontà dell’uomo che venne mai alcuna profezia, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Piet. 1:19-21); 

ed anche: “Per mezzo di Silvano, nostro fedel fratello, com’io lo stimo, v’ho scritto brevemente esortandovi, e attestando che questa è la vera grazia di Dio; in essa state saldi” (1 Piet. 5:12);

Giovanni dice: “Noi vi scriviamo queste cose affinché la vostra allegrezza sia compiuta” (1 Giov. 1:4).

Quindi, come potete constatare da voi stessi, la Scrittura è completa e contiene tutto ciò che è necessario sapere e credere per essere salvati e tutto ciò che è necessario sapere e compiere per piacere a Dio con tutta la nostra condotta. Notate infatti che la Scrittura rende testimonianza del Signore Gesù e credendo in Lui si ottiene la vita, è in grado di rendere savio chi ha creduto, essa riprende, insegna, corregge ed educa alla giustizia affinché il credente sia completo di nulla mancante, illumina il semplice, ed è la vera grazia di Dio in cui il credente deve stare saldo fino alla fine per ottenere in quel giorno la corona di giustizia. 

Per questo rigettiamo l’affermazione dei teologi romani che dice che la Bibbia non basta perché ciò che Dio ha rivelato e ci propone a credere non è solo nella Scrittura ma anche nella tradizione. Ma se è vero che la Bibbia contiene tutto ciò che l’uomo necessita di sapere per essere salvato dai suoi peccati e che il credente dopo essere stato salvato ha bisogno di sapere per piacere a Dio, è altresì vero che la tradizione papista contiene tutto ciò che serve alla curia romana per tenere schiave centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, vale a dire tutte quelle dottrine di demoni come quella sui sacramenti, sul purgatorio, sulle indulgenze, sul culto a Maria, sul culto dei santi e delle reliquie e tante altre, che non ci si deve mai dimenticare fruttano soldi a non finire alla cosiddetta sede apostolica. 

Ecco dunque perché la Bibbia non basta ed è incompleta per i papisti, perché non contiene tutti quei mezzi di cui essi si servono per tenere legate le anime sotto la menzogna e per arricchirsi ed estendere il loro potere temporale. Dove infatti si trovano la dottrina sui sette sacramenti, il purgatorio, la messa, le indulgenze, il culto di Maria e dei santi e tante altre diavolerie se non nella loro tradizione? Ecco perché noi credenti siamo odiati dalla curia romana, perché noi, attenendoci solamente a ciò che troviamo scritto nella Bibbia, rifiutiamo automaticamente di servirli e di riempirgli le casse con i nostri soldi.

Infine voglio dirvi questo fratelli: vedete, una delle caratteristiche delle sette che portano il nome di chiese cristiane è quella di possedere qualcosa oltre la Bibbia che secondo loro completa la rivelazione di Dio scritta (cioè la Bibbia). Nei Mormoni questo qualcosa è costituito dal libro di Mormon e da altri libri che essi chiamano sacri e che mettono allo stesso livello della Bibbia; nei Testimoni di Geova sono gli insegnamenti della Torre di Guardia (dove il Corpo Direttivo è il ‘servo discreto e fedele’) che secondo loro sono la spiegazione delle dottrine della Bibbia che lo Spirito Santo avrebbe rivelato loro; mentre nella chiesa cattolica romana questo qualcosa è costituito dalla tradizione (dottrine inventate con ogni sorta di mezzi, anche facendo uso di errate interpretazioni scritturali). 

Quello che si riscontra tra i Mormoni e tra i Testimoni di Geova (per fare solo alcuni esempi) é che essi hanno annullato la Parola di Dio mediante la loro cosiddetta parte mancante alla rivelazione di Dio: la stessa cosa si deve dire essere accaduta nella chiesa romana perché anch’essa con ‘la parte mancante alla Bibbia’ (così è considerata dai Cattolici nei fatti la tradizione) ha soffocato e messo sotto i piedi la Parola di Dio. Questo è quello che si riscontra in maniera chiara parlando con i Cattolici romani, infatti per essi la tradizione è così importante che non tengono in nessuna considerazione la Parola di Dio. Essi si turbano quando ci sentono celebrare la Parola di Dio, quando ci sentono parlare esclusivamente di essa, o si accorgono che i nostri ragionamenti sono tratti solo dalle Scritture e non teniamo in nessuna considerazione la loro tradizione; si rattristano e ci insultano pure a motivo di questo nostro attaccamento alla Parola di Dio. 

Considerate un momento il motivo per cui avviene tutto ciò: non è forse perché i loro rettori gli inculcano sin da fanciulli la tradizione invece che la Parola di Dio? Non é forse perché gli è stato fatto credere che la tradizione dei padri ha lo stesso valore della Parola di Dio? Certo che è per questo. Perché dunque meravigliarsi di questo loro comportamento verso di noi? E’ inevitabile che i Cattolici romani pensano che siamo noi che abbiamo rigettato la Parola di Dio, che siamo noi che non ci atteniamo alla Parola di Dio, appunto perché le loro guide cieche gli hanno fatto credere che tutto quel bagaglio di precetti che é la loro tradizione è Parola di Dio alla stessa maniera della sacra Scrittura. 

Noi dunque per loro che non conoscono le Scritture non possiamo essere nella verità perché rigettiamo la loro tradizione. Ma verrà il giorno che essi si renderanno conto che non siamo noi che rigettiamo la loro tradizione che siamo nell’errore, ma erano loro che giacevano nell’errore proprio perché osservavano la tradizione anziché la Parola di Dio.

- LA SUA ISPIRAZIONE

La dottrina dei teologi papisti
Gli apostoli non scrissero per ordine del Signore.

I teologi romani affermano che la Scrittura è ispirata da Dio; ecco infatti cosa dice il Perardi: ‘La Sacra Scrittura è la raccolta dei libri scritti per ispirazione di Dio nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, e ricevuti dalla Chiesa come opera di Dio stesso’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 373). 


Ma nello stesso tempo fanno un discorso tutto particolare in relazione agli scritti del Nuovo Testamento. Il discorso è questo: ‘Il cristianesimo, invece, fin da principio poggiò unicamente sull’insegnamento orale; non era e non fu mai una religione del ‘libro’ (…) Ai suoi discepoli Gesù diede il mandato di predicare, non di scrivere (…) Se più tardi, dopo trenta o quarant’anni venne loro l’idea di mettere in iscritto gli insegnamenti e le azioni del Signore, lo fecero certamente per provvidenziale disposizione, al fine di edificare i fedeli e di dimostrare la Divinità di Cristo e della sua parola (Giov. 20,31); ma non per ordine di Gesù’ (Bernardo Bartmann, Manuale di Teologia Dogmatica, Alba 1950, vol. I, pag. 48). 

Ma che cosa vogliono dire i teologi papisti con queste parole? Perché parlano in questa maniera? E’ vero quello che essi dicono? Ora, quello che i teologi romani vogliono dire è questo: Gesù non scrisse nulla e non lasciò nessun libro ai suoi apostoli, che essi potevano distribuire ai fedeli. Gesù comandò loro d’insegnare quello che egli aveva loro comandato a voce e questo essi fecero, e questi insegnamenti coloro che li ricevevano dalla viva voce degli apostoli li trasmettevano a loro volta ad altri, quindi inizialmente gli insegnamenti del Signore venivano trasmessi a voce e non per iscritto. 

Gli scritti degli apostoli comparvero solo dopo molti anni da che la chiesa era nata; ma essi comparvero non per riformarla ma per aiutarla, perché la chiesa era già pienamente costituita e possedeva il suo patrimonio di verità. E questi scritti non furono scritti dagli apostoli per ordine di Cristo Gesù, ma per provvidenziale disposizione.

Confutazione >


Gli Scritti del Nuovo Testamento, essendo stati scritti da uomini mossi dallo Spirito Santo, furono scritti per ordine del Signore

E’ vero che Gesù non scrisse nessun libro e che quindi gli apostoli non avevano ricevuto da lui nessuno scritto che potevano distribuire agli altri, perché Gesù disse loro che lo Spirito Santo, che Egli gli avrebbe mandato, gli avrebbe ricordato ogni cosa che lui aveva detto loro. Inizialmente gli apostoli trasmisero la dottrina solo a voce ai fedeli, come a Gerusalemme, e da che sappiamo noi, le loro epistole vennero solo dopo che le prime chiese furono fondate.

Ma è bene che si ricordi innanzi tutto che essi avevano le sacre Scritture dell’Antico Patto e che era da esse che essi traevano i loro ragionamenti per annunziare l’Evangelo (lo stesso Gesù spiegò ai due discepoli sulla via d’Emmaus tutte le cose che lo concernevano mediante la legge ed i profeti, e l’apostolo Pietro per esempio fece uso di diverse Scritture dell’Antico Patto nel suo messaggio ai Giudei il giorno della Pentecoste) e la sana dottrina, e poi che, quantunque il canone del Nuovo Testamento, così come lo abbiamo noi adesso, non fosse ancora completo perché si andò completandosi col passare dei decenni, i fedeli all’inizio potevano ascoltare direttamente gli apostoli che erano stati con Gesù. Ma a questo punto bisogna rispondere all’obbiezione fatta dai teologi romani secondo la quale gli apostoli scrissero sì per disposizione divina ma non per comando di Gesù Cristo.

Ora, innanzi tutto dobbiamo riscontrare per l’ennesima volta una contraddizione in queste loro parole. Perché? Perché affermare come ha fatto anche il cardinale Bellarmino: ‘Non neghiamo che, per volere divino, gli Apostoli abbiano scritto ciò che scrissero; ma altro è fare una cosa per suggerimento ed ispirazione, ed altro farla per aperto comando’ (Roberto Bellarmino, De Verbo Dei, lib. IV, cap. 3), significa da un lato che gli scritti degli apostoli furono scritti per volontà di Dio e dall’altro che gli apostoli non scrissero per ordine di Cristo. 

Le due cose non si possono conciliare, perché se noi diciamo che essi scrissero per volere divino, e non per volontà umana, diciamo di conseguenza che essi scrissero per comando di Cristo anche se non c’è scritto chiaramente nelle loro epistole che il Signore gli disse: ‘Scrivi…’.

E poi non è neppure vero che negli scritti degli apostoli non c’è scritto l’esplicito ordine di scrivere alle chiese. Prendiamo per esempio il libro della Rivelazione; noi sappiamo che Giovanni non scrisse quel libro di sua volontà ma per volontà di Dio; è un libro ispirato al pari di tutti gli altri. 

Ma non hanno mai letto queste parole i teologi papisti in questo libro: “Scrivi dunque le cose che hai vedute, quelle che sono e quelle che devono avvenire in appresso…” (Ap. 1:19); 
“All’angelo della chiesa d’Efeso scrivi…” (Ap. 2:1); 
“E all’angelo della chiesa di Smirne scrivi…” (Ap. 2:8); 
“E all’angelo della chiesa di Pergamo scrivi…” (Ap. 2:12); 
“E all’angelo della chiesa di Tiatiri scrivi….” (Ap. 2:18); 
“E all’angelo della chiesa di Sardi scrivi…” (Ap. 3:1); 
“E all’angelo della chiesa di Filadelfia scrivi…” (Ap. 3:7); 
“E all’angelo della chiesa di Laodicea scrivi…” (Ap. 3:14); 
ed ancora: “E udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essendo che si riposano dalle loro fatiche, poiché le loro opere li seguono” (Ap. 14:13); “E l’angelo mi disse: Scrivi: Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello” (Ap. 19:9); “E Colui che siede sul trono disse: Ecco, io fo ogni cosa nuova, ed aggiunse: Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veraci” (Ap. 21:5)? 

Come si può ben constatare mentono i teologi papisti quando dicono che gli apostoli non scrissero per aperto comando divino, perché Giovanni dice chiaramente nella Rivelazione di avere scritto tutte quelle cose alle sette chiese dell’Asia per ordine di Cristo e di Dio. Ma essi dicono: ‘Ma non c’è scritto in ogni Vangelo, e in ogni epistola che quello che l’autore aveva scritto lo aveva scritto per ordine di Dio!’ Ma noi diciamo: E perché mai ci dovrebbe essere scritto? Da quando in qua Dio è obbligato ad agire come vogliono gli uomini? Chi gli prescrive la via da seguire? E poi cosa cambia se non c’è scritto che fu per aperto comando divino che essi scrissero? Forse che le loro epistole non sono ispirate come le Scritture dell’Antico Testamento perché in esse non compare l’ordine divino di scriverle? 

Prendiamo per esempio le epistole di Paolo: in nessuna di esse c’è scritto che il Signore gli ha ordinato di scrivere quelle cose, cioè in nessuna di esse c’è scritto che Gesù o Dio gli disse: ‘Scrivi alla chiesa o alle chiese queste cose….’; eppure l’apostolo Pietro parlando delle epistole di Paolo le include tra le Scritture secondo che è scritto: “Nelle quali epistole sono alcune cose difficili a capire, che gli uomini ignoranti e instabili torcono, come anche le altre Scritture, a loro propria perdizione” (2 Piet. 3:16); quindi l’apostolo Pietro considerava le epistole di Paolo ispirate al pari del libro di Isaia, per esempio, il quale fu scritto dal profeta per ordine di Dio secondo che è scritto: “Or vieni e traccia queste cose in loro presenza sopra una tavola, e scrivile in un libro, perché rimangano per i dì a venire, sempre, in perpetuo” (Is. 30:8). 

Con questo vogliamo dire che anche se le epistole di Paolo non contengono l’ordine divino di scriverle da lui ricevuto, pure noi le accettiamo come epistole scritte alle chiese per ordine del Signore perché esse sono Scrittura ispirata da Dio. Facciamo un altro esempio per spiegare questo concetto: l’apostolo Paolo dice a Timoteo: “La Scrittura dice: Non metter la museruola al bue che trebbia; e l’operaio è degno della sua mercede” (1 Tim. 5:18). Il primo passo è preso dalla legge che noi sappiamo fu scritta per ordine di Dio secondo che è scritto: “Poi l’Eterno disse a Mosè: ‘Scrivi queste parole; perché sul fondamento di queste parole io ho contratto alleanza con te e con Israele” (Es. 34:27); il secondo passo è citato dal primo libro di Luca dove non c’è scritto: ‘Dio disse a Luca: Scrivi queste parole…’; eppure Paolo mette tutti e due sullo stesso livello perché li chiama Scrittura. 

Quindi, per l’ennesima volta, ribadiamo che anche se in un libro del Nuovo Testamento non c’è scritto l’ordine del Signore di scrivere quelle cose, pure esso è stato scritto per ordine del Signore perché l’autore non ha pronunziato quelle parole di sua volontà ma per volontà del Signore, sospinto dallo Spirito Santo. Non aveva forse detto Gesù che lo Spirito Santo non avrebbe parlato di suo ma avrebbe detto tutto ciò che avrebbe udito da Lui (cfr. Giov. 16:13)? 

Dunque, se crediamo che le parole degli scrittori del Nuovo Testamento furono pronunciate dallo Spirito Santo dobbiamo altresì credere che fu il Signore a ordinare loro di scrivere quelle cose.

E poi, noi diciamo anche questo: ‘Se l’apostolo Paolo non scrisse per ordine del Signore come mai ordina ai santi, sospinto dallo Spirito Santo, di leggere le sue epistole dicendo: “Io vi scongiuro per il Signore a far sì che questa epistola sia letta a tutti i fratelli” (1 Tess. 5:27), e: “E quando questa epistola sarà stata letta fra voi, fate che sia letta anche nella chiesa dei Laodicesi, e che anche voi leggiate quella che vi sarà mandata da Laodicea” (Col. 4:16)? 

E come mai dice anche ai fedeli di Tessalonica: “Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiam trasmessi sia con la parola, sia con una nostra epistola” (2 Tess. 2:15)? Non è forse perché le sue epistole erano da lui scritte per ordine del Signore? Certo che è così, infatti sotto l’Antico Patto perché Geremia diede l’ordine a Baruc di andare a leggere nel tempio il libro che aveva scritto sotto sua dettatura (cfr. Ger. 36:5,6)? Non fu forse perché Geremia lo aveva scritto per ordine di Dio (cfr. Ger. 36:2,3)?

Ma a questo punto qualcuno domanderà: ‘Ma perché i teologi papisti parlano in questa maniera a riguardo delle Scritture del Nuovo Patto quantunque dicano che esse siano ispirate? La ragione è questa: essi, dicendo che inizialmente la Chiesa andava avanti anche senza tutte le epistole degli apostoli ma solo con i loro insegnamenti orali vogliono dire che è per questa ragione che non bisogna poi dare alla Bibbia tutto questo valore che gli diamo noi. Perché anche se gli apostoli non avrebbero scritto quello che hanno scritto, (Bellarmino affermò che essi ‘se disputarono intorno ai dogmi lo fecero per caso’ [De Verbo Dei, lib. IV, cap. 4]) il Vangelo e i loro insegnamenti ci sarebbero arrivati lo stesso oralmente, di seconda mano, tramite il successore di Pietro e i suoi collaboratori. 

Ma questo discorso lo fanno anche per sostenere che quantunque gli apostoli scrissero ‘per disposizione provvidenziale’, non scrissero tutto ciò che riguarda la vita e gli insegnamenti di Gesù, e non scrissero tutta la dottrina di Dio, in modo che si debba escludere la tradizione. Infatti Bartmann afferma che gli apostoli ‘coi loro scritti non intesero descrivere tutto l’insegnamento e tutta la vita del Signore, ma solo metterne in luce i punti principali’ (Bernardo Bartmann, Manuale di Teologia Dogmatica, vol. I, pag. 48). 

In altre parole questo discorso a loro serve per fare credere alle persone che oltre che nella Scrittura le verità rivelate da Dio sono anche nella tradizione romana! Ecco ciò che si nasconde dietro questo loro astuto discorso!

Infine, per ciò che riguarda le Scritture dell’Antico Patto, citiamo alcuni versi (oltre i due scritti in Esodo e in Isaia citati precedentemente) che mostrano come esse furono scritte per ordine di Dio.

Ÿ ”Or Mosè mise in iscritto le loro marce, tappa per tappa, per ordine dell’Eterno…” (Num. 33:2); “L’Eterno disse a Mosè:.. Scrivetevi dunque questo cantico, e insegnatelo ai figliuoli d’Israele…” (Deut. 31:16,19).

ŸDio disse a Geremia: “Prenditi un rotolo da scrivere e scrivici tutte le parole che t’ho dette contro Israele, contro Giuda e contro tutte le nazioni, dal giorno che cominciai a parlarti, cioè dal tempo di Giosia, fino a quest’oggi” (Ger. 36:2);
Ÿ
Habacuc disse: “L’Eterno mi rispose e disse: Scrivi la visione, incidila su delle tavole, perché si possa leggere speditamente…” (Hab. 2:2).

Anche per quanto riguarda le Scritture dell’Antico Patto va detto però che non in tutti i libri c’è scritto che il Signore ordinò di scrivere quel determinato libro. Ma pure, noi crediamo che quei libri dove non c’è scritto quest’ordine furono scritti per ordine di Dio.

In conclusione, “ogni Scrittura è ispirata da Dio…” (2 Tim. 3:16), infatti “nessuna profezia della Scrittura procede da vedute particolari; poiché non è dalla volontà dell’uomo che venne mai alcuna profezia, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Piet. 1:20,21); il che significa che non fu per caso o senza l’ordine del Signore che fu scritta tutta la Scrittura (Vecchio e Nuovo Testamento), ma proprio per ordine del Signore. Al bando i sofismi dei teologi romani.



- COME SI RICONOSCONO I LIBRI SACRI

La dottrina dei teologi papisti
I Libri sacri si riconoscono per mezzo della chiesa cattolica romana.

Ecco come si esprime il catechismo cattolico a riguardo del come si riconoscono quali sono i libri ispirati da Dio: ‘Senza della chiesa noi non potremmo neppure sapere quali Libri siano inspirati e che siano pervenuti a noi integri e inalterati; nessun’altra autorità ce lo dice’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 376), ed ancora: ‘Noi infatti sappiamo dalla Chiesa e solamente dalla Chiesa che quei libri sono divinamente ispirati (…) Solo la Chiesa ci dice autorevolmente quali sono i Libri divinamente inspirati’ (ibid., pag. 373, 374).

Quindi secondo la chiesa romana senza il suo aiuto e ‘la sua infallibile guida’ noi credenti non potremmo sapere neppure quali siano i libri ispirati e quelli non ispirati!

Confutazione >


I Libri sacri si fanno riconoscere da soli da tutti i credenti, come la luce si fa riconoscere (da coloro che ci vedono) in mezzo alle tenebre

Noi credenti non abbiamo bisogno del magistero cattolico per discernere quali siano i libri ispirati nei quali dobbiamo riporre la nostra fiducia e questo perché conosciamo la voce del Pastore e Vescovo delle anime nostre secondo che egli ha detto: “Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conosco, ed esse mi seguono…” (Giov. 10:27). 

Eppure ci sono degli estranei che vorrebbero farci capire che senza il loro aiuto noi non possiamo neppure discernere la voce del Pastore! Ma quali sono quelle pecore che vanno a consultare gli estranei per sapere se la voce del loro pastore è vera?

Noi, come figliuoli della luce e del giorno, così ci ha chiamati Paolo (cfr. Ef. 5:8, 1 Tess. 5:5), abbiamo la luce della vita e riusciamo a discernere chiaramente la luce dalle tenebre; non abbiamo affatto bisogno dell’aiuto del magistero cattolico per sapere se la luce é luce o se le tenebre sono tenebre! E come potremmo sentire il bisogno di affidarci alla guida di persone senza discernimento che “mutan le tenebre in luce e la luce in tenebre” (Is. 5:20) come e quando lo vogliono loro a danno di moltitudini di persone che essendo state accecate dalle tenebre ripongono in loro fiducia? Lungi da noi il pensiero di consultare le tenebre! Come dice invece il profeta: “Alla rivelazione! alla testimonianza!” (Is. 8:20). 

Ma se il popolo cattolico romano non parla così come parliamo noi, “non vi sarà per lui alcuna aurora! Andrà errando per il paese, affranto, affamato…” (Is. 8:20,21).
Non è stata e non è la Chiesa di Dio di per sé a decidere quali libri sono ispirati e quali no, perché i libri ispirati si sono sempre fatti riconoscere e si riconoscono da sé come la luce si è sempre fatta riconoscere e si fa riconoscere in mezzo alla notte. Pietro infatti paragona la Scrittura ad una lampada splendente in luogo oscuro (cfr. 2 Piet. 1:19). Chi è che avendo la vista non riesce a vedere una lampada splendente in luogo oscuro? 

In altre parole la Chiesa di Dio ha dovuto e deve solo prendere atto della realtà; cioè che sulla terra, in mezzo a questo mondo di tenebre, ci sono dei libri ispirati che emanano luce divina e devono essere messi sullo stesso livello l’uno con l’altro perché Parola di Dio pura d’ogni scoria, e ci sono anche libri non ispirati, che di luce divina non ne emanano che non devono essere messi allo stesso livello dei primi, cioè non devono per nessun motivo essere inclusi nel canone. 

Quando dico la Chiesa di Dio non intendo una particolare casta in seno ad essa ma tutti i membri di essa. E come possono riconoscerli all’istante senza alcuna esitazione? Con l’aiuto dello Spirito di Dio che dimora in essi che mediante i suoi impulsi li attira ai libri scritti per opera sua, ma li allontana da quelli che non sono stati scritti sospinti da Lui ma che taluni vogliono che siano fatti passare per ispirati. In altre parole, la Bibbia non prende la sua autorità dalla Chiesa, ma la Chiesa da essa perché essa è la Parola di Dio.

Questa asserzione della chiesa cattolica romana, cioè quella di essere solo lei in grado di riconoscere quali sono i Libri sacri, trova tante smentite in tante loro decisioni.
Per esempio nella quarta sessione del concilio di Trento (1546) 5 cardinali e 48 vescovi (tali erano infatti i presenti in quella sessione del concilio) decretarono che i libri apocrifi erano ispirati quando essi non lo sono per nulla al pari di qualsiasi altro libro non ispirato, infatti contengono contraddizioni, eresie e favole (vedi la parte dove ho parlato dei libri apocrifi dimostrando che non sono ispirati). 

Eppure la chiesa romana li ha riconosciuti sacri e ha lanciato l’anatema contro chi non li riconoscerà tali! Sarebbe questa dunque la capacità di discernere il sacro dal profano che la chiesa cattolica romana afferma di possedere e di esercitare sotto la guida dello Spirito Santo e che sarebbe così preziosa agli uomini? Ma non si deve invece dire che non fu per nulla lo Spirito della verità a fargli riconoscere sacri quei libri apocrifi (perché non fu lui a sospingere gli scrittori di quei libri a scrivere favole giudaiche e sogni e visioni ingannatrici) ma piuttosto lo spirito dell’errore che aleggia sopra ogni concilio della curia romana quando esso si riunisce? E noi sappiamo perché parve loro bene inserire i libri apocrifi nel canone, perché avevano tutti gli interessi a farlo. Essi servono loro infatti di appoggio per giustificare le preghiere per i morti, e la dottrina che fa dei morti degli intercessori presso Dio.

Ma la chiesa cattolica romana dichiara autorevoli, perché secondo lei ispirati dallo Spirito Santo, anche tante altre decisioni dei concili come il celibato forzoso, il purgatorio, la messa, per citarne solo alcune, che non fanno altro che contrastare la verità. Diciamo quindi ancora: E sarebbe questa la capacità di cui lo Spirito Santo l’avrebbe fornita di discernere il vero dal falso? Ma non è forse meglio dire che se occorresse basarsi su quello che dice la chiesa cattolica romana a proposito di ciò che bisogna riconoscere come sacro e come invece come profano, come autorevole e come non autorevole, noi ci svieremmo dalla verità perché saremmo indotti da essa a riconoscere per cose vere e autorevoli tante menzogne generate da Satana? Sì, è proprio così, senza dubbio. 

Prendiamo per esempio le storielle sui loro santi, sulle loro reliquie miracolose, e tante apparizioni di Maria tutte dichiarate autentiche da essa e degne di essere credute: ma che non sono altro che profanità fatte passare per verità. Ci dovremmo forse mettere a riconoscerle come autorevoli perché il magistero romano gli conferisce autorità riconoscendoli sani ed integri? Così non sia. Come potremmo farlo quando lo Spirito di Dio che è in noi ci brama fino alla gelosia e ci attesta che esse sono menzogne?


- LA SUA COMPRENSIONE

La dottrina dei teologi papisti
Gli Scritti sacri si possono comprendere rettamente solo tramite il magistero.

Il concilio Ecumenico Vaticano II ha dichiarato: ‘L’ufficio poi di interpretare autenticamente la parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo magistero vivo della chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo’ (Concilio Vaticano II, Sess. VIII, cap. II), cioè ai vescovi in comunione con il capo dello Stato del Vaticano. Il significato di questa affermazione é questo in sostanza: l’uomo non può comprendere in maniera retta ciò che la Scrittura dice senza la guida del magistero della chiesa romana (per confermarvi ciò vi ricordo quello che il fratello Fumagalli dice nella sua testimonianza: ‘Avevo la Bibbia, ma ero cieco e non la potevo intendere; non la potevo intendere perché mi era stato insegnato che per intendere la Bibbia dovevo fondarmi sul magistero della chiesa cattolica’) perché esso solo ha il potere di interpretare e di fare comprendere rettamente la Parola di Dio. Potere che ha per mandato divino e che esso esplica sotto la guida dello Spirito Santo, per cui le sue spiegazioni sono infallibili, dato che ‘l’infallibilità promessa alla chiesa risiede pure nel corpo episcopale, quando questi esercita il supremo magistero col successore di Pietro’ (Concilio Vaticano II, Sess. V, cap. III).


Confutazione >


E’ il Signore che fa comprendere rettamente gli Scritti sacri e non il magistero della chiesa cattolica romana

Non è affatto come dice la chiesa cattolica romana perché è il Signore mediante il suo Spirito che fa comprendere rettamente le Scritture. Ora, con le seguenti Scritture e riflessioni attorno ad esse dimostrerò quanto appena detto.
ŸGesù prima di morire aveva detto ai suoi discepoli: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e saranno adempiute rispetto al Figliuol dell’uomo tutte le cose scritte dai profeti; poiché egli sarà dato in man de’ Gentili, e sarà schernito ed oltraggiato e gli sputeranno addosso; e dopo averlo flagellato, l’uccideranno; ma il terzo giorno risusciterà. Ed essi non capirono nulla di queste cose; quel parlare era per loro oscuro, e non intendevano le cose dette loro” (Luca 18:31-34).

Vi sono altre Scritture che attestano come gli stessi discepoli di Gesù non capivano né le Scritture che parlavano di Gesù e neppure le sue parole che preannunziavano la sua morte e la sua risurrezione, ed esse sono le seguenti: “Or i suoi discepoli non intesero da prima queste cose…” (Giov. 12:16);

Ma essi non capivano quel detto ch’era per loro coperto d’un velo, per modo che non lo intendevano….” (Luca 9:45);

Ma essi non intendevano il suo dire…” (Mar. 9:32).

Notate che i discepoli, benché avessero creduto che Gesù era il Cristo il Figliuolo di Dio che era proceduto dal Padre, non avevano compreso ancora le cose che Mosè e i profeti avevano dette di lui, cioè che egli doveva soffrire e risuscitare dai morti.

Ma com’era possibile che degli uomini che avevano creduto in lui, non intendevano ancora le cose scritte di lui? La ragione é perché quelle Scritture erano coperte da un velo per loro e perciò era loro impossibile comprenderle. Le compresero dopo che Gesù risuscitò infatti fu allora che il Signore aprì loro la mente per intenderle secondo che è scritto: “Poi disse loro: Queste son le cose che io vi dicevo quand’ero ancora con voi: che bisognava che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, ne’ profeti e nei Salmi, fossero adempiute. Allora aprì loro la mente per intendere le Scritture…” (Luca 24:44-45); fu allora che essi “si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui” (Giov. 12:16), e che i Giudei gliele avevano fatte.

Tutto ciò ci mostra come per intendere le Scritture che parlano di Gesù Cristo non é sufficiente leggerle o ascoltarle, perché é necessario anche che il Signore apra la mente per intenderle come fece in verso i suoi discepoli, quando apparve loro. Quindi se il Signore fu potente a fare comprendere ai suoi discepoli le Scritture aprendogli la mente perché non si dovrebbe pensare che egli questo lo continui a fare ancora oggi senza servirsi di persone fisiche? Vi è forse qualcosa di troppo difficile per il Signore? O forse il suo modo di agire è cambiato?

Gesù quando parlò dello Spirito Santo che Egli avrebbe mandato ai suoi discepoli dopo che sarebbe stato assunto in cielo, disse loro: “Molte cose ho ancora da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annunzierà le cose a venire” (Giov. 16:12,13),

ed ancora: “Egli vi insegnerà ogni cosa…” (Giov. 14:26). Da queste parole emerge che Gesù ha mandato lo Spirito Santo per insegnarci ogni cosa e per guidarci nella verità, e perciò non abbiamo bisogno affatto della guida del magistero romano per intendere la verità, perché lo Spirito di Dio stesso ci guida e ci insegna ogni cosa; Egli basta.

Ma qualcuno dirà: Ma la promessa Gesù la fece solo ai suoi apostoli? Sì, le parole furono rivolte a loro in quella occasione ma sono dirette a tutti i discepoli di Cristo. Nulla togliendo con tutto ciò al fatto che Dio nella sua Chiesa ha costituito i dottori i quali hanno il dono d’insegnare, ma non certo la capacità di fare comprendere perché questa la continua ad avere lo Spirito di Dio mandato dal cielo che è in ogni credente.

Gesù un giorno giubilò per lo Spirito e disse: “Io ti rendo lode, o Padre, Signor del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai savi e agl’intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli! Sì, o Padre, perché così ti é piaciuto” (Luca 10:21).

Noi pure riconosciamo che Dio rivela le cose relative al regno di Dio a coloro che mutano e diventano come i piccoli fanciulli, ma le nasconde a coloro che sono molto studiati e si credono savi e intelligenti. E noi, per la grazia di Dio siamo proprio tra i piccoli fanciulli a cui Dio ha rivelato il suo Figliuolo e le cose relative al suo regno, e per questo lo lodiamo; sì, lo lodiamo perché riconosciamo di essere pervenuti alla conoscenza della verità perché Dio ci ha dato quell’intendimento che nessun uomo sulla faccia della terra ci avrebbe potuto dare. 


Noi avremmo potuto ascoltare anche il migliore oratore, l’uomo più eloquente nell’esporre le cose relative al regno di Dio, ma se non fosse stato per l’intervento soprannaturale di Dio noi non avremmo giammai compreso quello che in realtà è così semplice ma che tanti sulla terra – tra cui i teologi papisti – hanno reso con i loro discorsi così difficile, così intricato.

Ma che cos’è così semplice? Il messaggio della salvezza e la via per riceverla.

L’apostolo Paolo disse a Timoteo: “Considera quello che dico, poiché il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa” (2 Tim. 2:7);

quindi Paolo credeva che sarebbe stato il Signore stesso a fare intendere a Timoteo le cose che lui gli aveva scritto. Non una categoria di credenti in qualche parte del globo con il potere di interpretare rettamente le cose che lui gli scriveva, ma il Signore stesso.

L’apostolo Paolo disse ai Filippesi: “Sia questo dunque il sentimento di quanti siamo maturi; e se in alcuna cosa voi sentite altrimenti, Iddio vi rivelerà anche quella” (Fil. 3:15).

In queste parole Paolo espresse la sua fiducia che se i santi di Filippi non comprendevano ancora qualcosa il Signore gliel’avrebbe fatta intendere rivelandogliela. Avete notato? In questi due passi delle Scritture è messa in risalto l’opera potente di comprensione operata da Dio nei credenti.

Giovanni ha scritto: “Ma quant’è a voi, l’unzione che avete ricevuta da lui dimora in voi, e non avete bisogno che alcuno v’insegni; ma siccome l’unzione sua v’insegna ogni cosa, ed è verace, e non è menzogna, dimorate in lui come essa vi ha insegnato” (1 Giov. 2:27).

Come potete vedere Giovanni credeva che era l’unzione che i credenti avevano ricevuto dal Signore che gl’insegnava ogni cosa, e non un particolare collegio di vescovi preposto dal Signore. Le parole dell’apostolo non fanno altro che confermare le parole che Gesù disse ai suoi discepoli quando promise loro lo Spirito Santo: “Egli v’insegnerà ogni cosa” (Giov. 14:26).

E’ bene però fare una puntualizzazione a questo punto; il fatto che l’unzione del Santo ci insegna ogni cosa non significa che noi non abbiamo bisogno dei ministri di Dio, perché altrimenti la Scrittura si contraddirebbe dato che essa afferma che Dio ha costituiti nella sua Chiesa, gli apostoli, i profeti, gli evangelisti, i pastori e i dottori per il perfezionamento dei santi e per l’edificazione del corpo di Cristo (cfr. Ef. 4:11,12).

Ripeto questo concetto in questi termini: Giovanni con queste parole non ha voluto dire che i credenti, perché hanno ricevuto l’unzione dal Santo, non hanno bisogno di essere ammaestrati da nessuno perché Luca dice: “Quelli dunque i quali accettarono la sua parola, furon battezzati…. Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli” (Atti 2:41,42), ed anche che Paolo dimorò in Corinto “un anno e sei mesi, insegnando fra loro la parola di Dio” (Atti 18:11); e perché Paolo disse a Timoteo: “Ordina queste cose e insegnale” (1 Tim. 4:11), e a Tito: “Insegna queste cose…” (Tito 2:15).

Giovanni ha voluto soltanto dire che noi conosciamo la verità e che non abbiamo bisogno di quei personali e contraddittori ammaestramenti intorno a Gesù che tanti impostori spandono a piene mani, perché quelli che abbiamo ricevuto dallo Spirito di Dio intorno a Gesù Cristo sono veraci e sufficienti alla nostra salvezza. Conosciamo tutto ciò che può salvare le anime nostre perché l’unzione del Santo c’insegna ogni cosa e non abbiamo perciò bisogno degli insegnamenti diabolici del magistero romano, dei Mormoni o di quelli dei cosiddetti Testimoni di Geova o di quelli dei seguaci di Moon, o di qualche altra pseudochiesa. 

Quindi, concludendo; quantunque l’unzione del Santo ammaestra tutti i credenti, coloro che hanno ricevuto il dono d’insegnamento devono insegnare ai credenti le cose relative al regno di Dio per confermarli e contribuire alla loro crescita spirituale, e i credenti a loro volta devono perseverare all’attendere al loro insegnamento perché questa è la volontà di Dio.

Coloro che ammaestrano e coloro che vengono ammaestrati tengano sempre bene a mente queste parole di Paolo a Timoteo: “Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano” (1 Tim. 4:16).

Notate infatti come la salvezza è assicurata sia al ministro che persevera nell’essere d’esempio ai credenti e insegna loro la sana dottrina, e sia a coloro che attendono al suo insegnamento e lo mettono in pratica.

L’apostolo Paolo ha detto ai Corinzi: “E se il nostro vangelo é ancora velato, é velato per quelli che son sulla via della perdizione, per gl’increduli, dei quali l’iddio di questo secolo ha accecato le menti, affinché la luce dell’evangelo della gloria di Cristo, che é l’immagine di Dio, non risplenda loro” (2 Cor. 4:3,4). 


Oggi, per la grazia di Dio, possediamo oltre che gli Scritti dell’Antico Patto che parlano di Gesù, anche le testimonianze scritte di Matteo, Marco, Luca e Giovanni che parlano in maniera chiara della nascita di Gesù, della sua vita, dei suoi insegnamenti e delle sue opere potenti, della sua morte e della risurrezione, eppure molti di quelli che leggono ed ascoltano l’Evangelo scritto da questi uomini non lo intendono affatto e tra questi vi sono pure milioni e milioni di Cattolici romani sparsi sulla faccia della terra. Hanno il magistero eppure il Vangelo é ancora velato per loro. Perché é velato? Perché non riescono a comprendere il messaggio del Vangelo? 

Il motivo è perché essi hanno le loro menti accecate dalle tenebre e perciò non possono vedere la luce che il Vangelo di Dio emana. Ciò che bisogna fare per essere salvati è scritto chiaramente ma per loro è oscurità profonda. E perché questo? Perché il Vangelo è stato dal loro magistero offuscato con la tradizione, in maniera che quello che è luce per loro è tenebre; e quanto grandi sono queste tenebre! Come i Giudei che fanno la lettura dell’Antico Patto hanno un velo steso sopra il loro cuore che gli impedisce di riconoscere che le Scritture profetiche si sono adempiute in Gesù di Nazaret, così oggi moltitudini di uomini che leggono o ascoltano il Vangelo hanno ancora le loro menti ottuse. Essi sono sulla via della perdizione e fino a quando non si ravvederanno e non crederanno con il cuore in ciò che leggono o ascoltano non potranno comprendere il Vangelo.

Come potete vedere si perviene a comprendere il Vangelo in seguito ad una illuminazione operata da Dio, perciò rigettiamo la dottrina che afferma che una particolare classe di persone abbia il potere di fare comprendere le parole del Vangelo.

Per concludere; esistono due tipi di persone sulla terra; quelle che hanno inteso la Scrittura perché si sono umiliate davanti a Dio e il Signore ha aperto loro la mente per intenderla e continuano ad intenderla rettamente perché lo Spirito di Dio le guida; e quelle che giacciono nelle tenebre con la mente ottusa perché rifiutano di umiliarsi davanti a Dio e preferiscono dare ascolto ai precetti umani anziché a quelli di Dio così chiaramente scritti. Tra quest’ultime ci sono anche la curia romana e i suoi seguaci.

Alcune considerazioni finali ora. La ragione per cui i vertici della chiesa romana dicono che per capire la Bibbia occorre la guida del magistero è che temono che i loro seguaci comincino a intendere rettamente tutte quelle Scritture che demoliscono tutta la loro secolare e perversa tradizione. E perciò cercano con le loro parole di dissuaderli dal credere che le cose stanno veramente così come sono scritte, facendo dei ragionamenti che hanno alla loro base sempre la loro perversa tradizione (ci si può benissimo rendere conto di questo leggendo le note ‘esplicative’ messe nelle Bibbie cattoliche); in altre parole il magistero si usa della tradizione per tenere velato il Vangelo davanti agli occhi degli uomini.

Ma Dio è più potente del magistero romano, e come nel passato fece comprendere rettamente il significato della sua Parola a tutti quei Cattolici romani che si disposero a cercare solo nella Scrittura la verità, così fa ancora oggi. Sono tanti infatti coloro che dopo essere stati ingannati dai sofismi della cosiddetta chiesa docente, illuminati da Colui che è la luce del mondo giungono a comprendere rettamente le cose necessarie alla loro salvezza così come sono scritte nella Scrittura. In verità Dio è più grande dell’uomo. A Lui sia la gloria in eterno. Amen.

Ma pensate fratelli solo per un momento se noi che abbiamo creduto dovessimo basarci sul magistero romano per intendere le Scritture – come dicono essi – nella maniera retta. Finiremmo con il comprendere in maniera del tutto errata la Parola di Dio. Infatti ci metteremmo a credere che non si può essere certi della propria salvezza, che dopo morti dovremo andare a purgarci in purgatorio perché il sangue di Gesù non può purgarci da ogni peccato, che oltre a Gesù in cielo c’è tutta una schiera di mediatori molto potenti a cui è bene affidarsi, che i vescovi non devono sposarsi per potere pascere il gregge di Dio, che il papa è il capo visibile della Chiesa di Cristo perché è il successore di Pietro il quale fu costituito da Cristo capo della Chiesa, che noi dobbiamo pregare per i morti, che la cena del Signore è la ripetizione del sacrificio di Cristo, e via via le altre dottrine papiste. Quindi si deve dire che se noi ci appoggiassimo sul magistero romano ci svieremmo dalla verità che abbiamo conosciuto.

Il magistero romano è dunque uno strumento nelle mani di Satana di cui egli si usa per far credere un mucchio di menzogne che non hanno nulla a che fare con la verità. Il magistero non ha per nulla inteso la Parola di Dio e perciò non la può affatto insegnare; esso è nelle tenebre più fitte e col suo insegnamento non può per nulla guidare i Cattolici. Ma come fate – dirà qualcuno – a esprimervi in questa maniera così categorica a riguardo dei componenti del magistero romano? Perché abbiamo fatto e facciamo tuttora quello che prima di noi hanno fatto i Bereani; abbiamo esaminato ed esaminiamo le Scritture per vedere se le cose stanno veramente così e abbiamo riscontrato e riscontriamo tuttora che esse non sono confermate dagli Scritti sacri, ma da essi smentite e dichiarate menzogne.

Per questa ragione vi diciamo a voi fratelli in Cristo di non dare per nulla retta al magistero cattolico per non sviarvi dalla verità; e a voi Cattolici romani di smettere di dare retta al vostro magistero perché esso vi sta conducendo a vostra insaputa nel fuoco eterno. Piegate le vostra ginocchia davanti al Signore, imploratelo affinché vi perdoni tutti i vostri peccati; così facendo Lui stesso verrà a voi e dopo avervi perdonato vi farà intendere la sua Parola; in una maniera che vi accorgerete è l’opposto di quella sperimentata fino a quel momento.


CONCLUSIONE

La Scrittura è tuttora attaccata da coloro che cercano il loro proprio interesse e che invece di edificare la Chiesa si studiano di sedurla per trascinarla dietro a delle menzogne. L’attaccano quelli di Scienza Cristiana, i Mormoni, i Testimoni di Geova, i seguaci del coreano Moon, e come abbiamo visto anche la chiesa cattolica romana che si proclama la madre delle chiese.

L’attacco dei suoi nemici è però abilmente mascherato, tanto che ad un primo acchito non sembra un attacco ma solo una maniera per spiegare alcuni aspetti della Parola di Dio: come il suo contenuto e la sua comprensione.

Ma analizzando bene il discorso di costoro ci si accorge di quanto velenoso e mortifero sia perché tende a fare apparire la sacra Scrittura o incompleta o incomprensibile o così difficile da capire che ha bisogno di speciali persone che hanno ricevuto una particolare ‘illuminazione divina’ o ‘intendimento spirituale’ che la spieghino al popolo ignorante e incapace di penetrare i misteri della Bibbia come fanno loro. E come ho detto prima l’attacco di costoro si propone sempre di sedurre le persone tramite la Bibbia stessa, di indurle a credere ogni sorta di dottrine di demoni; nella chiesa cattolica romana per esempio tende a fare accettare la salvezza per opere meritorie, il purgatorio, il culto a Maria, ai santi, agli angeli, il primato del papa, e tutte le altre tradizioni cosiddette apostoliche.

Ora, benché la Parola di Dio non seduce nessuno perché è la verità pure occorre dire che costoro facendo leva su delle sue parole, prese fuori dal loro contesto, o dando interpretazioni false a storie o parole scritte in essa, riescono a sedurre le persone. Ma si badi bene che essi oltre che a sedurre gli altri a loro volta sono stati sedotti dal diavolo.

E’ necessario quindi che voi fratelli conosciate bene le sacre Scritture al fine di non cadere preda di questi seduttori di menti che sanno come sfruttare la mancanza di conoscenza della Parola di Dio nei figliuoli di Dio, ed anche al fine di essere in grado con l’aiuto di Dio di smascherare e confutare i ragionamenti di costoro con la speranza che alcuni di loro rimangano persuasi delle cose dettegli.

Non sprezzate la conoscenza della Scrittura perché ne avreste del danno voi stessi e non sareste di alcun aiuto a coloro che sono rimasti sedotti da questi ragionamenti che si elevano contro la Parola di Dio. Investigate le Scritture, mettetevi da parte quotidianamente un certo lasso di tempo per investigarle, e meditatele del continuo, perché esse vi possono rendere savi in Cristo e fortificare sempre maggiormente, e scampare dai lacci di codesti uccellatori travestiti da ministri di Cristo.



Tratto da:
G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana
Libro on-line sul sito la nuova Via
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